Mercoledì, 21 Novembre 2018 13:15

Tagli alla sanità: sindacati e medici scendono in piazza. "Nella Asl dell'Aquila non garantiti i livelli minimi di assistenza"

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In occasione dello sciopero nazionale della dirigenza medica proclamato per il 23 novembre, all'Aquila, a partire dalle 10:30, si terrà un presidio davanti all'ospedale San Salvatore.

A scendere in piazza al fianco di medici, veterinari e dirigenti sanitari, anche i sindacati Fp- Cisl, Uil Fpl, Cgil L'Aquila.

Al centro della protesta, la rivendicazione di finanziamenti adeguati per il Fondo sanitario nazionale, assunzioni per garantire il diritto alla cura e il diritto a curare, il rinnovo del contratto nazionale di lavoro fermo da oltre 10 anni. "Solo attraverso il rinnovo del Contratto si può tornare a dare dignità alla professione e si garantisce il diritto alla salute del cittadino -afferma la Cgil L'Aquila- Nel frattempo resta fermo lo stato di agitazione delle categorie professionali e sono confermate tutte le azioni sindacali già in essere: il blocco degli straordinari in tutte le aziende sanitarie; l’astensione dalle attività non comprese nei compiti di istituto; la richiesta da parte dei dirigenti di usufruire di tutti i giorni di ferie accumulate; il pagamento di tutti i turni guardia eccedenti l’orario contrattuale".

All'Aquila si scenderà in piazza anche per denunciare la particolare situazione di emergenza che vivono le zone interne dell'Abruzzo. Per questo, anche il Comitato ristretto dei sindaci ha aderito alla protesta. "Saremo presenti -hanno dichiarato i sindaci in un comunicato- all’ospedale San Salvatore in presidio con le altre sigle sindacali per dire basta all’indifferenza della politica che, come si evince dalla stesura della recente legge di bilancio, non ha stanziato un solo centesimo per il rinnovo del contratto dei medici, nonostante nel 2018 sia stato rinnovato agli altri lavoratori del pubblico impiego".

Inoltre, al centro della protesta, permane la grave carenza di personale nella ASL n. 1. Ad oggi risultano mancanti oltre 700 unità lavorative a tempo indeterminato. Per i sindacati è necessario procedere immediatamente alla saturazione della dotazione organica attraverso la stabilizzazione dei lavoratori precari e l'avvio delle procedure concorsuali. “I dati e le presenze all'interno delle corsie degli ospedali della provincia dell'Aquila -affermano- non sono tali da garantire i livelli minimi di assistenza”.

“L'argomento principale della piattaforma rivendicativa è la carenza di personale”, dichiarano Gianfranco Giorgi, coordinatore sanità Fp-Cisl della provincia dell'Aquila e Michele Tosches, segretario provinciale Fp-Cisl, “nella Asl Avezzano- Sulmona – L'Aquila mancano circa 530 unità lavorative tra medici, infermieri, Ooss e amministrativi, di cui un centinaio medici e buona parte infermieri e personale ausiliario, di comparto e tecnico”.

In pianta organica sono previste 4.053 unità, ma in servizio attualmente sono 3.800, di cui circa 350 precari. “Il conto è presto fatto”, evidenziano Giorgi e Tosches, “ai 253 posti vacanti si aggiungono altre 277 unità, che dovrebbero essere inglobate in organico per consentire, come prevede la legge 161, il riposo obbligatorio di 11 ore, tra un turno di lavoro e l'altro. La protesta è nata dall'esigenza di sanare la gravissima situazione occupazionale della Asl dell'Aquila, che mette a rischio l'erogazione dei servizi e la garanzia dei cosiddetti Lea, i livelli essenziali di assistenza”.

Sotto accusa la Regione “che nelle altre Asl continua ad autorizzare concorsi e assunzioni, mentre ha bloccato del tutto la possibilità, per la Asl dell'Aquila, di procedere ad un incremento del personale in servizio. La situazione più grave si riscontra nel pronto soccorso dell'Aquila, di Avezzano e Castel Di Sangro. Carenze si registrano anche a Sulmona e in molti reparti degli ospedali del territorio. La protesta del 23 novembre, in coincidenza con lo sciopero del personale medico, è trasversale, in quanto sostenuta da tutte le sigle sindacali e dal comitato ristretto dei sindaci, che ha preso atto dell'impossibilità, alla luce dei numeri sulla presenza di dipendenti all'interno dei vari ospedali, di garantire servizi adeguati alla popolazione”.

La Fp-Cisl ha definito la situazione dell'azienda sanitaria aquilana “gravissima” e ha invitato tutti i sindaci del territorio “ad aderire alla mobilitazione. Saremo in piazza”, concludono Giorgi e Tosches, “a far valere i diritti dei malati e dei lavoratori. Sarà la prima di una lunga serie di proteste per sostenere il diritto alla salute”.

"Sono ormai 10 anni che si attende l’adeguamento del contratto nazionale di lavoro della dirigenza medica e a questo, come se non bastasse, si aggiunge il mancato sblocco da parte della Regione del piano di assunzione 2018 e la riduzione del personale a tempo determinato imposta alla Asl - affermano il segretario provinciale della Uil Fpl Antonio Ginnetti e il responsabile provinciale Uil Fpl Medici Antonello Fabbri - Un'operazione che sarebbe deleteria per la Asl delle provincia aquilana già duramente provata dalla mancanza di personale e dal blocco dei concorsi che invece vengono normalmente espletati nelle altre aziende sanitarie abruzzesi".

Assunzioni, specializzazioni e contratti, sono, dunque, i tre nodi che rischiano di mettere in crisi il Servizio Sanitario già fortemente compromesso, e che riesce a mantenere dei livelli minimi solo grazie al senso di responsabilità ed allo spirito di abnegazione di tutti gli operatori sanitari.

"Le risorse stanziate dal Governo Nazionale e da quello Regionale sono assolutamente insufficienti, ad oggi infatti, nulla ancora si sa in merito al piano assunzioni 2018 necessario per garantire il ricambio generazionale dopo anni di blocco del turnover. Se oggi non venissero più garantiti gli straordinari e fosse permessa l'ordinaria fruizione delle ferie che finora molto spesso non venivano godute per far fronte alle necessità di coprire i turni l'intero sistema andrebbe incontro al collasso semplicemente usufruendo dei propri diritti " sottolineano Francesco Marrelli, segretario Cgil L'Aquila, Anthony Pasqualone e Angela Ciccone, della Fp Cgil, e Anna Rita Gabriele, della Fp Cgil Medici della provincia dell'Aquila.

Per i sindacati, la priorità è rimettere al centro il lavoro ed i servizi che rendano attrattivo il Sistema Sanitario provinciale Pubblico. Per questo "ribadiamo la nostra contrarietà al ricorso al progetto di finanza per la costruzione del nuovo Ospedale dell'Aquila. Riteniamo tale percorso assurdo dopo che, solo negli ultimi anni, sono stati spesi oltre 57 milioni di € per il ripristino dello stesso nosocomio".

Nelle prossime ore, annunciano le sigle sindacali che hanno aderito alla protesta dei dirigenti medici, se la Regione non farà un passo indietro verrà proclamato "lo stato di agitazione di tutto il personale provinciale e la richiesta di convocazione della ASL e della Regione Abruzzo in sede prefettizia, per rivendicare la necessità di incremento del personale della sanità provinciale, per la tutela dei diritti dei lavoratori, per il riconoscimento della giusta retribuzione e per la difesa delle aree interne rimettendo al centro un servizio sanitario di qualità ed efficiente che risponda al diritto costituzionale alla cura ed alla salute del cittadino".

Ultima modifica il Mercoledì, 21 Novembre 2018 18:03

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