Mercoledì, 21 Novembre 2018 18:17

Complesso sportivo Santa Barbara, nessuna certezza su riapertura: pronto l'avviso per l'affidamento temporaneo, ma servono ulteriori certificazioni sugli impianti

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Del complesso sportivo di Santa Barbara ci siamo occupati diffusamente.

Ad oggi, la struttura è tristemente chiusa con grave danno per le società sportive che lì operavano, per le centinaia di cittadine e cittadini che fruivano dei servizi e, soprattutto, per i lavoratori, 18 a tempo indeterminato – e tra loro 6 diversamente abili – e 14 con contratto di collaborazione sportiva che, da anni, prestavano la loro attività a servizio della collettività.

La vicenda si trascina da anni, dalla metà degli anni ’90, col primo affidamento della gestione alla cooperativa Verdeaqua Smile, prorogata nel 2003 e, ancora, nel 2016 dall’amministrazione Cialente per altri 25 anni. Una decisione impugnata dalle associazioni 99 Sport L’Aquila e Junior Tennis che ne hanno contestato la legittimità chiedendo, di fatto, che la delibera fosse annullata trattandosi, in sostanza, di una nuova concessione. Così è andata, in primo e secondo grado di giudizio, col Consiglio di Stato che, l’11 ottobre scorso, ha intimato all’amministrazione di procedere con una gara ad evidenza pubblica per l’affidamento del complesso.

Tuttavia, la chiusura dell’impianto non è riconducibile alla sentenza del Consiglio di Stato bensì ad uno sversamento di cloro utilizzato per sanificare l’acqua - il giorno prima del pronunciamento dei giudici - che ha causato l’intossicazione di tre persone. E’ da quel momento che il centro sportivo è stato interdetto al pubblico.

Ora, si potrebbe volgere indietro lo sguardo, sottolineare le mancanze delle diverse amministrazioni che, in questi vent’anni e più, si sono completamente disinteressate del complesso di Santa Barbara, un bene pubblico fondamentale, in particolare a seguito del sisma; si potrebbero rimarcare le responsabilità della cooperativa Verdeaqua Smile, si potrebbe discutere la proroga concessa dalla giunta Cialente nel 2016 e che era prevedibile potesse essere impugnata – alcuni consiglieri, di maggioranza e opposizione, avvertirono dei rischi che si stavano correndo – e così del mutuo da oltre 2 milioni per l’adeguamento del complesso, contratto dai gestori con l’Istituto di Credito sportivo dietro fideiussione firmata dal Comune dell’Aquila, e due volte ridiscusso, per la mancata ottemperanza nei pagamenti. Un mese e mezzo dopo la chiusura degli impianti, però, ci interessa capire, piuttosto, se e quando riaprirà il complesso, se e quando i lavoratori torneranno alla loro occupazione, se e quando le cittadine e i cittadini dell’Aquila potranno tornare a fruire dei servizi, in una città che sconta la mancanza di impianti sportivi adeguati.

Ebbene, risposte non ce ne sono; è emerso stamane, in Commissione ‘Politiche sociali’.

Audito dai consiglieri commissari, l’assessore Alessandro Piccinini ha spiegato che, a seguito dello sversamento di cloro, “i sopralluoghi di Asl, Arta e Vigili del Fuoco hanno rilevato ulteriori criticità”; per questo, è stata inoltrata richiesta al Comune dell'Aquila di un’ampia documentazione riguardo le certificazioni degli impianti affinché si possa rendere di nuovo agibile la struttura; “abbiamo chiesto al vecchio gestore di inviarci le certificazioni che avevano al momento dello sversamento di cloro che, di per sé, non ci preoccupa, essendo stato causato da due tubazioni dell’aria da modificare, un intervento minimo”, ha chiarito Piccinini. “In base ai documenti che ci consegneranno, sapremo se ci saranno altri interventi da mettere in campo, se ci saranno ulteriori prescrizioni cui adempiere”.

Verificare la documentazione tecnica è fondamentale, ha aggiunto il funzionario Dino Tarquini, “per capire se la struttura fosse in regola al momento della chiusura; se le certificazioni fossero in regola, e ci auguriamo davvero sia così, i tempi per la riapertura sarebbero brevissimi”.

D'altra parte, la strada è già tracciata: in attesa del bando di gara, così come indicato dal Consiglio di Stato, è già pronto un avviso per l’affidamento temporaneo della gestione del complesso sportivo. Sperando che ci siano associazioni o società sportive interessate.

Tuttavia, il problema è proprio la congruità delle certificazioni: l’assessore Piccinini non ha voluto esporsi, la preoccupazione, però, è che gli impianti non siano a norma; così fosse, se la somma richiesta per gli interventi dovesse superare i 40mila euro non si potrebbe agire sotto soglia, ci sarebbe bisogno di una gara per l’affidamento dei lavori e i tempi finirebbero per allungarsi oltremodo. Sarebbe davvero un guaio.

“Per noi – ha tenuto a sottolineare Piccinini – la priorità assoluta è riaprire il complesso sportivo e tutelare i posti di lavoro: per questo, nel bando per l’affidamento ci avvarremo della clausola di salvaguardia sociale e ho chiesto agli uffici di inserirla anche nell’avviso per la gestione provvisoria. Speriamo che l’iter burocratico possa concludersi rapidamente”. Ovviamente, resta sul tavolo il mutuo contratto con l’Istituto di Credito sportivo, sebbene l’assessore si sia mostrato tranquillo sul punto: in sostanza, chi si aggiudicherà la gestione del complesso sportivo di Santa Barbara si accollerà il pagamento del mutuo con le rate che, tuttavia, verranno detratte dal canone di gestione da riconoscere al Comune dell’Aquila. L’Ente potrà rivalersi sulla cooperativa Verdeaqua Smile, al netto dei lavori effettivamente eseguiti; avverso il vecchio gestore potrebbero attivarsi anche eventuali procedure di responsabilità, se gli impianti non dovessero risultare a norma, con grave danno per la collettività e per i lavoratori.

E’ evidente, però, come tutto ruoti intorno alle certificazioni: la sensazione è che potrebbero arrivare altre brutte sorprese, nei prossimi giorni.

Ultima modifica il Mercoledì, 21 Novembre 2018 23:36

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