Relegati nella minuscola piazza Vidoni, 'chiusi' in un recinto delimitato dal nastro da cui non potevano muoversi se non togliendosi la fascia tricolare, allontanati dai 'palazzi del potere' dove avrebbero voluto portare le loro legittime richieste: è il destino toccato, stamane, ai sindaci di Abruzzo e Lazio che sono tornati a Roma per chiedere al Governo l'approvazione del Piano economico finanziario con Strada dei Parchi, così da evitare che le tariffe autostradali, dal 1° gennaio prossimo, possano subire un rincaro del 12.89%, pari all'aumento deciso l'anno passato e poi congelato, e oltre, e per ribadire l'urgenza dello sblocco dei fondi per la messa in sicurezza dei viadotti.
A denunciare l'accaduto è la deputata del Partito Democratico, Stefania Pezzopane. "Chi ha paura dei sindaci? Perché una civile ed unitaria manifestazione dei primi cittadini di tante località di Abruzzo e Lazio deve essere tenuta a debita distanza dal Senato, relegata nella minuscola piazza Vidoni? Quali direttive hanno impartito il governo e il comune? Chi ha stabilito che i sindaci andavano chiusi in un recinto delimitato dal nastro e da cui non potevano muoversi se non togliendosi la fascia tricolore?", ha domandato la deputata dem.
Quanto avvenuto oggi a Roma - ha aggiunto - "lascia sgomenti, allibiti e descrive bene lo stato della nostra democrazia e della capacità di ascolto del Palazzo alle istanze dei cittadini. I rappresentanti delle comunità chiedevano la presentazione e l'approvazione di un emendamento sul tema Autostrade dei Parchi (A24-A25) in materia di sicurezza, poiché il ministro Danilo Toninelli non ha ancora firmato i decreti per lo sblocco dei lavori di manutenzione, mettendo a rischio anche migliaia di posti di lavoro; e sull'aumento delle tariffe, ora bloccate fino al 31 dicembre, ma che in assenza di un intervento potrebbero aumentare".
Era stato il ministro a impegnarsi ad approvare il Pef o ad intervenire in Legge di Bilancio per bloccare gli aumenti delle tariffe; "ad oggi, non si è verificata nessuna delle due condizioni. Il brutto episodio di stamane fa seguito alla recente fuga del ministro dei Trasporti dinnanzi agli stessi sindaci, ai sindacati e alle associazioni di cittadini. Proprio lo stesso Toninelli che denunciò di aver visto con i propri occhi i seri rischi alla tenuta dei piloni dell'autostrada. Ecco, dunque, qual è la situazione: porte chiuse al Senato, porte sbarrate al ministero dei Trasporti", l'affondo di Pezzopane.
Il ministro alle Infrastrutture e ai trasporti, però, ha voluto inviare un messaggio ai sindaci: "Voglio dire loro che protestando contro il Governo si aiuta e si fa il gioco unicamente di Strada dei Parchi, il concessionario che gestisce da anni le due arterie autostradali e che ha lucrato su un bene pubblico al fine di arricchirsi", la stoccata; parliamo dello "stesso concessionario che di anno in anno ha fatto sì che i pedaggi aumentassero, perché ha caricato in tariffa il costo di doverosi interventi di manutenzione. E, nonostante ciò, ha anche lasciato che molti viadotti delle due autostrade si ammalorassero. Capisco che molti sindaci che oggi protestano appartengano proprio a quel mondo politico che ha permesso che tutto questo accadesse, ma non si può fare campagna elettorale sulla pelle delle persone".
Toninelli ha assicurato che il Governo sta lavorando proprio per migliorare la sicurezza delle due autostrade e per evitare i rincari sui pedaggi già annunciati. "Abbiamo stanziato nuovi soldi per la messa in sicurezza dei viadotti della A24-A25 che hanno bisogno di interventi; abbiamo fatto nuovi controlli e spinto il concessionario a mettere in atto tutte le azioni necessarie per rendere sicure le due autostrade; abbiamo firmato i primi progetti per l'avvio dei lavori di manutenzione straordinaria. Stiamo inoltre rinegoziando da mesi il Pef (Piano economico finanziario) con il concessionario Strada dei Parchi, Pef - ricordo - scaduto nel 2013 e in questi anni mai rinnovato dai Governi del Pd. E proprio nella discussione del nuovo Pef stiamo lavorando per evitare ulteriori sprechi e quei rincari sui pedaggi contro cui protestano i sindaci. Proprio a tal fine, l'ho già detto, sottoporremo la questione all'Europa", ha assicurato il ministro.
"Ecco, alla luce di tutto ciò, voglio mandare un ultimo messaggio ai sindaci di Abruzzo e Lazio: più protestate, facendo campagna elettorale contro il Governo, più rendete difficile cambiare in meglio la situazione, e più fate un favore a quel concessionario che vi ha ridotto così le due principali arterie che collegano Roma all'Abruzzo. Noi stiamo lavorando - conclude - per cambiare quello che finora non ha prodotto risultati virtuosi, e stiamo lavorando per il bene dei territori. Intento che, mi auguro, ci accomuna".
Secca la replica di Strada dei Parchi.
"I toni del ministro Toninelli travalicano ampiamente i livelli istituzionali che caratterizzano (o dovrebbero caratterizzare) i rapporti fra governo e concessionario. Il ministro sa benissimo (o dovrebbe sapere) che senza l’elaborazione di un Pef degno di questo nome gli aumenti dei pedaggi scatteranno 'per contratto'. E’ inutile che continui a sostenere che gli aumenti sono un libero arbitrio della 'Strada dei Parchi'. Abbiamo sospeso, autonomamente, i rincari dei pedaggi decisi a gennaio quale disponibilità di buona volontà nei confronti degli utenti. Ma, senza la garanzia di flussi finanziari costanti e garantiti da un Piano economico e finanziario pluriennale, dovremo assolutamente ripristinarli. Ed il ministro lo sa".
La concessionaria ha voluto ricordare al ministro, inoltre, che ogni 10 euro di pedaggi autostradali, lo Stato (cioè le casse del Ministero delle Infrastrutture) incassa 5.7 euro. "Per farci capire da Toninelli - la stoccata velenosa - vuol dire oltre la metà. Il ministro questa estate ha fatto un’operazione importante di trasparenza. Ha tolto il Segreto di Stato sui bilanci e sui contratti di concessione autostradale. Così da questa estate è possibile vedere, proprio dal sito del Ministero, che Strada dei Parchi è l’unica concessionaria autostradale che in 15 anni di attività non ha mai distribuito utili ai propri azionisti. Che gli azionisti sono stati chiamati a sostenere le attività con aumenti di capitale di 180 milioni di euro. Hanno versato finora 670 milioni allo Stato e ne verseranno altri 560 fino alla fine della concessione. Dov’è l’arricchimento, ministro?".
Capitolo lavori, e sempre dai dati pubblicati sul sito del MIT su decisione del Ministro, "è facile verificare che SDP ha fatto il 100% degli investimenti previsti nella convenzione e nei piani finanziari. Anzi il 104% per essere precisi. Il ministro sa anche bene che, in questa terra di terremoti, per poter fare i lavori di Messa in Sicurezza Urgente sotto i viadotti, nel 2016 siamo stati costretti a ricorrere ai giudici amministrativi. La prima parte di quei lavori sono terminati a giugno 2018. Così, se oggi A24 e A25 hanno sotto i 197 viadotti un sistema di sicurezza nuovo, lo si deve a due sentenze e al fatto che gli azionisti di Strada dei Parchi hanno deciso di anticipare altri 110 milioni di euro. Strada dei Parchi, le ribadiamo, è pronta a lavorare giorno e notte per trovare una soluzione che blocchi gli aumenti. E al tempo stesso le riconfermiamo che siamo pronti a fare più della nostra parte per avviare i cantieri e chiudere il piano di messa in sicurezza urgente appena avremo i decreti attuativi. Così tutti, ma proprio tutti, di notte potremo dormire: sarà il riposo dei giusti".
Confesercenti: "Aumenti tariffe si sommano a taglio servizi, futuro aree interne a rischio"
La Confesercenti del Centro Abruzzo è preoccupata per il futuro delle aree interne e lancia l'allarme isolamento di Sulmona e della Valle Peligna a causa della perdita dei servizi e dell'aumento delle tariffe autostradali. "Siamo difronte a una doppia beffa – sostiene Pietro Leonarduzzi, della Presidenza di Confesercenti – dopo il trasferimento molti servizi essenziali per la popolazione da Sulmona ad altre sedi, costringendo l'utente a trasferte difficoltose, ora arriva la beffa dell'aumento del pedaggio in Autostrada dei Parchi".
Per l'associazione di categoria è necessario tornare a unire le forze per riappropriarsi dei livelli decisionali sulle infrastrutture, sui servizi alla persona, sullo sviluppo socioeconomico che oggi è stato perso; l'Abruzzo interno resta fanalino di coda perché manca un concreto Progetto di sviluppo sostenibile.
"Ripeto: i problemi che hanno afflitto e affliggono le aree interne, ormai da decenni, sono ben noti – aggiunge Pietro Leonarduzzi – Parliamo di spopolamento, d'invecchiamento, della perdita di presidi produttivi, dell'allontanamento dei servizi, della crisi occupazionale ed economica e la crescente propensione a delocalizzare gli interessi economici in altre aree del Paese".
Per la Confesercenti occorre superare il meccanismo della concorrenza interna tra territori che hanno le stesse problematiche e le stesse difficoltà. Piuttosto occorre unire le forze per ridisegnare un futuro vitale per le aree interne mettendo in atto progetti che possano rilanciare un territorio ampio e prevenire lo scivolamento verso il basso dello stesso.