Venerdì, 18 Gennaio 2019 16:52

Intecs, ex lavoratori scrivono a Lolli: "Dalle parole si passi ai fatti"

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta scritta dai lavoratori licenziati da Intecs a dicembre 2017 e consegnata alla Segreteria dell'assessore Giovanni Lolli.

"Tramite la Segreteria l'assessore e presidente vicario -fanno sapere gli ex lavoratori Intecs- si è reso disponibile a incontrarci già nella mattina di domani 19 gennaio 2019, prima di altri impegni già fissati. Abbiamo deciso tuttavia deciso di declinare l'invito, in quanto, sfiniti dalla lunga attesa di una soluzione alla vertenza e dalle difficoltà materiali in cui versiamo. Aspettiamo che dalle parole si passi ai fatti. Chiediamo dunque all'assessore Giovanni Lolli di essere sì convocati al più presto, ma per conoscere sviluppi concreti sulla loro vertenza".

Di seguito la lettera degli ex lavoratori

I lavoratori ex Intecs L'Aquila, riuniti in assemblea il 16 gennaio, ad oltre un anno dal licenziamento, tirano le somme della loro vertenza che, a questo punto della situazione, è priva di risultati e assume i contorni della disperazione per le settanta famiglie coinvolte.

Che la proprietà Intecs avesse iniziato a depotenziare, scippare e svilire il nostro laboratorio, era evidente e più volte è stato denunciato dai lavoratori e dal sindacato già dal 2012, appena un anno dopo l'acquisizione. Con l'impiego massiccio degli ammortizzatori sociali disponibili, si è tamponato e temporeggiato, in attesa di soluzioni alternative.

Dal 2012 al 2017 siamo stati spettatori di altisonanti convegni e presentazioni pubbliche di mirabolanti progetti innovativi e di nuove imprese sul punto di insediarsi sul nostro territorio, di cui nulla o quasi si è concretizzato, e comunque senza che la nostra vertenza ne abbia tratto alcun beneficio: Data Center InAsset Telenia; Infratel; il colosso cinese ZTE con la sperimentazione aquilana sul 5G, finanziata ma con esiti occupazionali nulli per il territorio; Enel Open Fiber; Ceit; Elco, che ci ha sottoposto un questionario conoscitivo; Ortec, con cui abbiamo sostenuto colloqui individuali; gruppo FCA col progetto del veicolo teleguidato; Axitea; ABO Data; Gunpowder, con il corso tenuto in sede universitaria e che avrebbe dovuto impiegare 140 risorse; Elettronica italiana; Brio EV dell'americana Panoz con la vettura a propulsione elettrica; LFoundry; Darkside con gli studi sulla materia oscura; progetti di Cyber Security, IoT, Big Data, CRM, nonché la chimera dei fondi del 4% del terremoto.

Non abbiamo snobbato nessuna possibilità, nemmeno l'ipotesi di un doloroso spezzatino delle risorse in ambiti di competenze ben diversi dal nostro, come ad esempio ditte edili locali o il centro diagnostico che avrebbe dovuto insediarsi nei locali del laboratorio dove abbiamo lavorato per trent'anni.

Con tutti abbiamo parlato, ragionato, valutato; in diversi casi la soluzione ci veniva prospettata come imminente, rivelandosi invece un nulla di fatto.

L'ultima illusione riguarda la seppur condivisibile strategia dell'assessore regionale alle attività produttive e presidente vicario Giovanni Lolli legata alla vocazione dell'industria aquilana per l'aerospazio, che tuttavia rischia di non produrre alcun effetto positivo sull'occupazione.

La Regione Abruzzo, infatti, ha contribuito con un finanziamento di 5 milioni già versati e altri 5 milioni stanziati, al bando ministeriale sulla Space Economy, ma senza garanzie concrete sulle ricadute occupazionali.

Complessivamente 25 milioni di euro (ai 10 mln della Regione se ne aggiungono altri 15 dal Ministero) per la nostra regione, in virtù della presenza sul nostro territorio di tre grandi imprese a partecipazione pubblica del settore: Thales Alenia Space, Leonardo e Telespazio. Sebbene esista un accordo fra CGIL CISL UIL FIM FIOM UILM RSU e Regione, in base al quale, a fronte di finanziamenti regionali, avrebbero dovuto prioritariamente riassorbire professionalità di alto profilo tecnologico fuoriuscite dalle crisi di aziende, quali ad esempio la Intecs dell'Aquila, tali aziende stanno chiedendo fondi aggiuntivi senza aver prodotto un solo nuovo posto di lavoro.

A 13 mesi dal licenziamento con il presidio permanente dei lavoratori nel camper davanti agli uffici della regione, il risultato è zero ricollocati.

Stante la situazione, l'assemblea dei lavoratori ex Intecs chiede con forza all'assessore Giovanni Lolli, come azione formale di fine mandato, un atto di dignità nei loro confronti, formalizzando il passaggio di testimone della vertenza fra l'amministrazione uscente e il prossimo governo regionale, riattivando altresì, a garanzia dell'operazione, l'interlocuzione con il Ministero dello Sviluppo Economico.

Poiché esiste il rischio concreto che i fondi elargiti non producano i risultati attesi in termini di ricadute occupazionali, riteniamo legittimo che la Regione Abruzzo rivendichi l'opportunità di ritirare l'ultima tranche del finanziamento e di dirottarla su progetti che creino realmente posti di lavoro.

I lavoratori licenziati da Intecs S.p.A.

Ultima modifica il Venerdì, 18 Gennaio 2019 19:55

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