"Siamo nettamente contrari alla variazione di destinazione d'uso per la nuova zona commerciale di Centi Colella. Chiediamo all'amministrazione di promuovere un percorso partecipativo sull’argomento, nelle sedi opportune ".
Ad affermarlo, in una congiunta, sono le associazioni Italia Nostra, Archeoclub, Slow Food, Zero Rifiuti, Pro Natura e Fr.Azioni Fra.Intese.
La nota completa
E’ nostra intenzione proporre una riflessione sulla città e per la città, chiedendo all’amministrazione di promuovere un percorso partecipativo sull’argomento, nelle sedi opportune perdiscutere l’argomento oggetto di delibera, ovvero la realizzazione di un nuovo centro commerciale.
Il nostro punto di vista è nettamente contrario alla variante, sia come atto in sé che come contenuto. La variante è la manifestazione più chiara e comprensibile dello stato di salute di un piano regolatore: quando esso cessa di essere funzionale, efficiente e aggiornato, inizia la sua obsolescenza fisiologicae quindi si inizia con le varianti.
Tale condizione, per uno strumento amministrativo così importante per una città in ricostruzione, porta con sé una grande quantità di problemi, primo fra tutti il degrado del paesaggio e della forma urbana: le variantiappunto peggiorano, non migliorano il piano, perché sono deroghe ad un atto amministrativo.
Chiediamo in prima istanza di sospendere tale delibera: prima di tutto per rispetto della delibera 38/2017 in cui viene prevista la concertazione pubblica sulle questioni attinenti la pianificazione; e poi per i seguenti motivi:
1. la variante non è conforme al Testo Unico Regionale in Materia Commerciale, pertanto chiediamo apposito approfondimento in commissione consiliare;
2. come è possibile che si proceda per varianti ad un PRG obsoleto e inefficace, avendo a disposizione un PRG preliminare al quale mancano pochi passaggi per essere approvato? Che si discuta di questo con i cittadini e si ritiri la delibera 59/2019;
3. fra le motivazioni addotte dai tecnici della committenza e dai tecnici comunali, si legge che il centro commerciale sarà utile all’economia di vicinato: è esattamente l’opposto. Tale affermazione appare una chiara forzatura di parte,poiché l’economia di vicinato privilegia le attività commerciali integrate nel tessuto socio-economico ed urbano, del centro storico e delle frazioni, consentendo ai cittadini di percorrere brevi distanze, su strade sicure: non sulla strada statale 17. La SS17, come la SS80, sono arterie al collasso, perennemente intasate, con un piano urbano di mobilità sostenibile in corso diredazione;
4. e allora a quale logica risponde questa variante? Il PRG vigente è obsoleto, quello nuovo dimenticato, il PUMS in corso di redazione, le attività commerciali del centro storico e delle frazioni in forte sofferenza;
5. e allora a chi giova l’ennesimo consumo di suolo, per realizzare l’ennesimo centro commerciale in un’area a vocazione urbanistica totalmente diversa e prossima ad area diinteresse archeologico e parco fluviale? Di fronte a questa vecchia modalità di gestione del territorio, la pianificazione urbana per la nostra città, richiede una svolta decisa e innovativa a salvaguardia e rigenerazione del paesaggio: un nuovo PRG a «volume zero» che ponga un limite deciso ad altro consumo di suolo; se non anche una riduzione del costruito commerciale inutilizzato: una via virtuosa già intrapresa da molti Comuni nel nostro Paese.
Parallelamente, considerata la dispersione commerciale e demografica causata dalle delocalizzazioni emergenziali post-sisma, è necessario riportare l'equilibrio versole polarità forti rappresentate dal centro storico cittadino e dai borghi delle frazioni. Atuttequeste considerazioni chiediamo di rispondere tanto all’amministrazione chealle associazioni, agli esercentie ai cittadini, invitando tutti a raccogliere il nostro appello per ritirare la delibera.