Venerdì, 15 Marzo 2019 14:44

Inaugurato l'anno giudiziario del Tar, Realfonzo: "Politica ostile"

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E' stato inaugurato stamane l'anno giudiziario del Tribunale amministrativo regionale, l'organo competente a giudicare sui ricorsi di privati, proposti contro atti amministrativi, che si ritengano lesi in un proprio interesse legittimo. E le parole del presidente Umberto Realfonzo non sono state affatto tenere: "Il giudice amministrativo finisce per creare molti scontenti e si trova, di conseguenza, invetablimente esposto al fuoco incrociato della classe amministrativa, dei titolari d'interessi privati e dei rappresentanti di quelli collettivi". Da oramai qualche anno, ha chiarito, "la classe politica, anche ai massimi livelli e senza distinzioni d'appartenenza, assume posizioni di aperta ostilità fondate sulla convinzione che il giudice amministrativo tenda ad erodere indebitamente la sfera della discrezionalità della pubblica ammnistrazione, sia troppo propenso ad accogliere le ragioni dei ricorrenti, sia causa della crisi dell'azione amministrativa, costituisca addirittura un freno allo sviluppo economico". Accuse rigettate al mittente. 

In passaggio del suo intervento, Realfonzo ha ribadito che "i cupi scenari che riguardano nazioni vicine dovrebbero ricordarci che il sindacato giurisdizionale sull'operato del potere è il fondamento dello stato di diritto, e che il rispetto dei limiti ordinamentali della sovranità assicura l'effettività della tutela degli interessi legitimi di tutti noi". Dunque, la stoccata: "non mancano casi di Pubblica amministrazione il cui agire è illegittimo, capzioso, equivoco, cotraddittorio, e viola i canoni dell'imparzialità e della buona ammnistrazione. In questi casi, è evidente che il giudice debba farsi carico di assicurare l'effettività della tutela e garantire il corretto esercizio dei pubblici poteri".

Con la sua relazione, Realfonzo ha reso noto che nel 2018, a fronte di 524 ricorsi, sono state emesse 436 sentenze; i decreti decisori sono stati 128 e i decreti collegiali 44. Si registra, questa la buona notizia, una diminuzione delle pendenze rispetto all'anno precedente, nonostante il numero dei togati assegnato alla sezione abruzese del Tar sia diminuito di due unità dal 2016.

Un sentito ringraziamento per il lavoro svolto dal Tar Abruzzo quale "avamposto di garanzia della legalità nell’ordinamento e di tutela dei cittadini nei confronti del potere pubblico, pur a fronte della cronica carenza di personale che storicamente affligge l’ufficio giudiziario abruzzese" è stato espresso dal governatore Marco Marsilio. Che ha aggiunto: "Non può che condividersi l’auspicio, già espresso peraltro dagli stessi vertici dell’ordinamento giudiziario, che il Legislatore eviti di intervenire sul tessuto normativo con modifiche troppo frequenti, spesso ispirate a logiche emergenziali poco attente ai profili sistematici dell’ordinamento, rendendo così difficile il formarsi di orientamenti giurisprudenziali di lungo periodo e, per ciò stesso, più stabili ed affidabili per tutti gli operatori del settore".

Si pensi, ad esempio, al Codice dei Contratti: "mentre in Germania le direttive europee sono state recepite in (soli) 39 articoli, in Italia si è ritenuta necessaria l’elaborazione di 250 articoli, 25 allegati ed ulteriori regolamenti, determinando così, nella concretezza delle diverse esperienze, un danno significativo al sistema competitivo nazionale. Il sistema degli appalti pubblici, tema di particolare importanza nel territorio abruzzese, a ragione definito ‘il più grande cantiere d’Europa’ è divenuto rischioso ed inaffidabile in Italia, perché costoso e del tutto aleatorio sia nella fase cha caratterizza la gestione delle gare pubbliche, sia in quella contenziosa, circostanza questa che ha spinto molte imprese alla conquista di mercati esteri a discapito della domanda di occupazione e di investimenti sul mercato interno".

In questo senso, ha chiarito Marsilio, "il ruolo della Regione non va interpretato solo in funzione del suo apparato amministrativo – che sarà investito da un ampio processo di riforma in vista del miglioramento dei servizi offerti a cittadini ed imprese – e delle sue competenze amministrative, peraltro schiacciate da un sistema normativo tra i più elefantiaci d’Europa, ma soprattutto in quanto Ente con poteri legislativi che saranno svolti nella prospettiva di riordinare, semplificare e ridurre il rischio stesso di contenzioso amministrativo, in ossequio agli irrinunciabili principi giuridici di certezza del diritto, di stabilità e di fiducia nei rapporti tra cittadini ed istituzioni. Posso assicurare che l’impegno della Regione, nell’interesse dei cittadini e delle imprese, è quello di mettere in campo tutte le misure necessarie affinché sia assicurato il dialogo con tutte le Istituzioni che, a vari livelli, agiscono sul territorio regionale, al fine di evitare ogni tentativo di delegittimazione reciproca o di conflittualità che precluda un adeguato sviluppo sociale ed economico della Regione. Solo riconoscendo nell’apporto di ciascuno un tassello fondamentale per la costruzione di un futuro che riposi sui principi costituzionali della legalità e della solidarietà, sarà possibile creare un contesto che determini fiducia nelle istituzioni, garantisca l’efficienza dei servizi e la qualità dell’azione amministrativa, obiettivi che tutti, amministratori, magistrati ed operatori del diritto, devono concorrere a realizzare".

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