Lunedì, 03 Febbraio 2014 00:55

Accademia dell'Immagine: Cialente e quel contributo comunale mai erogato

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"Non ne so niente, non facevo i bilanci. Mi fidavo ciecamente dei revisori e non ero una figura gestionale. Forse ho sbagliato, ma avevo gente brava al lavoro con me".

Così Massimo Cialente, ai microfoni di AbruzzoWeb, dopo la citazione a giudizio decisa dalla Procura Regionale della Corte dei Conti nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte irregolarità contabili nei bilanci dell'Accademia dell'Immagine. L'accusa: danno erariale.

"Non ne so niente", sottolinea il primo cittadino. A Cialente - all'epoca dei fatti presidente dell'ente morale - e ad altre sette persone, viene contestato l'inserimento nel bilancio consuntivo 2007 dell'Accademia dell'Immagine di un ricavo fittizio relativo ad un contributo comunale straordinario di 152mila euro, in realtà mai incassato dall'ente e mai deliberato dal Comune dell'Aquila.

Con questo artificio contabile, venne ridotta sensibilmente la perdita di esercizio che sarebbe stata di oltre 400mila euro e non di 248.792.82 euro come indicato. Così, il pregiudizio erariale: sarebbe stato violato, a leggere l'atto di citazione, l'articolo 7 della Legge regionale n.100. Che prevede la regolarità del bilancio, pena la restituzione delle somme percepite da Regione Abruzzo. Parliamo di 594mila euro, per il 2007 e il 2008.

"Non facevo i bilanci", ribadisce Cialente.

Andiamo con ordine. Gli inquirenti - nel corso delle indagini - hanno ascoltato il Segretario Generale del Comune dell'Aquila, Carlo Pirozzolo, che ha dichiarato come agli atti non ci fosse alcuna delibera di erogazione di contributo - o compensazioni di eventuali contributi straordinari - in favore dell'Accademia dell'Immagine. 

In effetti, c'era solo una bozza di proposta di deliberazione di Giunta Comunale, predisposta dal settore Opere pubbliche, avente ad oggetto "Ente morale Accademia dell'Immagine. Concessione in fitto dei locali del Cinema Massimo. Riconoscimento dei lavori di straordinaria manutenzione. Compensazione del debito e scomputo canoni di locazione".

A quanto scrivono gli inquirenti, una mera proposta di deliberazione, munita del solo parere di regolarità tecnica, non essendosi ancora tramutata in un atto definitivamente approvato, non poteva in alcun modo costituire titolo giuridico idoneo a rendere certa, in capo al Comune, l'insorgenza dell'obbligazione del riconoscimento del contributo straordinario. In altre parole, il contributo non poteva in alcun modo essere messo a bilancio.

Tra l'altro, se l'amministrazione avesse voluto riconoscere il credito vantato dall'Accademia dell'Immagine, avrebbe dovuto procedere con un riconoscimento di debiti fuori bilancio. Una pratica ben nota e abusata, in realtà.

Il riconoscimento dei debiti fuori bilancio afferisce ad un istituto pubblicistico previsto dagli articoli 191 e 194 del Tuel, che impone al Comune di valutare e apprezzare eventuali prestazioni rese in suo favore, ancorché in violazione formale delle norme di contabilità, perché la finalità di questa disciplina è quella di garantire il riconoscimento di debiti per prestazioni e servizi utili benché privi di titolo. E' dunque necessario seguire un procedimento ad hoc che - a leggere gli accertamenti degli inquirenti - non è mai stato adottato.

In parole più semplici, la bozza di delibera non consentiva in nessuna maniera di poter inserire il credito ipotizzato nel bilancio dell'Accademia. E il sindaco dell'Aquila nonché presidente dell'ente avrebbe dovuto saperlo.

Dunque, come mai vennero inseriti in bilancio i 152mila euro? Perché il primo cittadino e presidente dell'ente rassicurò il Consiglio di amministrazione. A dimostrarlo, il verbale del Cda dell'Accademia dell'Immagine. Porta la data del 27 febbraio 2008. In calce, la firma del segretario Francesca Ruzza e del presidente Massimo Cialente. All'Ordine del giorno, la discussione dell'esame di bilancio consuntivo 2007.

Leggiamo dal verbale: "[...] Da sottolineare, nel corso del 2007, l'attenzione rivolta dal Comune dell'Aquila alla sala del Cinema Massimo. Due sono stati gli interventi di rilievo:

  • l'avvio del progetto per l'adeguamento dell'impianto di riscaldamento della sala che si concretizzerà in due momenti: prima la trasformazione dell'impianto da gasolio a metano e in seguito la realizzazione di un impianto di condizionamento che permetterà di sfruttare al meglio la sala anche nel periodo estivo;
  • il riconoscimento di un contributo straordinario, a seguito della richiesta inviata nel mese di marzo 2007, a fronte dei lavori di ristrutturazione effettuati per restituire la prestigiosa sala del Cinema Massimo alla città. A tale proposito, il Consiglio di Amministrazione, dietro precisa rassicurazione del presidente Cialente, delibera di imputare il contributo straordinario nel bilancio consuntivo 2007 essendo già stata predisposta dall'amministrazione comunale una delibera di giunta che prevede il riconoscimento di tale contribuzione e recuperando le quote degli ultimi cinque anni così come operato a suo tempo per il contributo ministeriale [...]".

In calce, come detto, la firma del presidente - e sindaco dell'Aquila - Massimo Cialente. Che, dunque, si impegnò con precisa rassicurazione a deliberare il contributo. Come detto, però, la sola bozza di delibera non avrebbe consentito di inserire la voce a bilancio.

Non solo. Nonostante la precisa rassicurazione, la delibera - in realtà - non venne mai approvata. A giudizio del Dirigente funzionario del Comune con competenza nel Settore Finanziario, Quirino Cervellini, le somme richieste non erano infatti previste nell'assestamento generale del bilancio del 2008.
Dunque - scrivono gli inquirenti nell'atto di citazione - sarebbe stato necessario individuare una diversa soluzione che, in ogni caso, predisponesse un percorso di vero risanamento del bilancio dell'Accademia dell'Immagine. Al contrario, il contributo mai erogato rimase in bilancio, alla voce attivi. Un artificio contabile che ebbe ripercussioni anche sul consuntivo del 2008.

Di qui, l'atto di citazione: il sindaco dell'Aquila assicurò il Cda dell'Accademia dell'Immagine della erogazione di un contributo straordinario di 152mila euro. Anche se la delibera non era stata ancora approvata dal Consiglio comunale. E da presidente dell'ente, deliberò con i consiglieri di imputare lo stanziamento in bilancio. Anche se non sarebbe stato possibile. Tra l'altro, non riuscì a far approvare la delibera. Il contributo rimase comunque nella voce attivi, seppur mai erogato dal Comune e mai incassato dall'Accademia dell'Immagine. Così si è creato l'artificio contabile che ha portato alla citazione in giudizio per un danno erariale da quasi 600mila euro. Cialente dovrà risponderne personalmente per 80mila.

Ultima modifica il Lunedì, 03 Febbraio 2014 22:03

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