Per L'Aquila è stata la notte del dolore e del ricordo.
Dieci anni dopo, migliaia di persone si sono riversate all'imbocco di via XX Settembre per partecipare alla fiaccolata in memoria delle 309 persone decedute alle 3 e 32 del 6 aprile 2009. Una presenza molto più consistente rispetto a quella registrata negli ultimi anni, che nei numeri ha ricordato le primissime edizioni, soprattutto quella del 2010, quando a partecipare furono circa 25mila persone.
Ad aprire il corteo, come ogni anno, i familiari delle vittime, tra le mani un lenzuolo bianco con impressi in rosso tutti i nomi di chi quella notte non sopravvisse; con loro, i comitati nati a seguito di altre tragedie, da Viareggio a Rigopiano, da Amatrice a San Giuliano di Puglia fino all'Emilia Romagna. A seguire, tanti cittadini e tanti volontari e soccorritori che dieci anni fa giunsero da ogni parte d'Italia per tirare fuori gli aquilani dalle macerie.
Presente anche il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. "Abbiamo il dovere di non dimenticare, ma soprattutto abbiamo il dovere di essere sempre costantemente protesi al rilancio di questo territorio", ha detto ai giornalisti il premier che, prima di raggiungere via XX settembre, accompagnato dal sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, dal presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, dall'assessore regionale Guido Quintino Liris e dal presidente della Provincia Angelo Caruso, ha incontrato uomini e donne della Protezione civile per ringraziarli dell'impegno profuso dieci anni fa.
Il percorso si è snodato silenzioso lungo via XX settembre, con sosta in corrispondenza dell'area antistante la Casa dello Studente per un momento di raccoglimento carico di dolore, per poi proseguire in direzione della Villa Comunale; all'altezza di via Campo di Fossa la mamma di Vassilis Koufolias, giovane studente greco morto nel crollo di una palazzina che ha fatto altre 26 vittime, come ogni anno si è fermata a chiamarlo urlando il suo nome. Dunque, il corteo ha attraversato il perimetro viale Crispi, via Iacobucci e viale Rendina, percorrendo Corso Federico II fino ad arrivare in Piazza Duomo dove sono stati letti i nomi delle vittime.
"Di promesse ne abbiamo avute tante. Ci sono attese che vanno ora riempite di fatti. Abbiamo avuto in questa terra, nel corso dei secoli, terremoti devastanti. Ma qui la gente è tenace e non si rassegna", ha detto il cardinale e arcivescovo metropolita dell'Aquila Giuseppe Petrocchi accogliendo il premier Conte, che ha ascoltato in silenzio, sul sagrato della chiesa delle "Anime Sante" in piazza Duomo, al termine del corteo della memoria.
Alle 3:32, i 309 rintocchi della campana della Chiesa di Santa Maria di Suffragio.
Conte: "Stanziati 11 miliardi per piano nazionale di messa in sicurezza del territorio"
“Abbiamo il dovere di non dimenticare e di essere protesi al rilancio di questo territorio” ha detto il premier Conte. “Oggi qui ci sono tante persone che rivivono una grande sofferenza. Ho incontrato i volontari della Protezione civile, con i quali abbiamo ricordato i tanti gesti eroici compiuti in quei giorni, la solidarietà, la dedizione professionale”.
Il presidente del Consiglio ha ricordato che il governo "ha appena varato un piano nazionale contro i rischi del dissesto idrogeologico, dove abbiamo stanziato 3 miliardi per il 2019 e 11 per il prossimo triennio. Sono soldi che abbiamo già distribuito alle regioni perché intervenire dopo è sempre peggio che intervenire in maniera preventiva”.
Conte ha detto che per accelerare la ricostruzione pubblica, il vero tallone d’Achille non solo dell’Aquila ma di tutti i Comuni del Cratere, "sono state scritte alcune norme contenute nel decreto sblocca cantieri approvato due settimane fa”.
Da Marsilio a Zingaretti, la politica nazionale si stringe intorno alla città
Oltre a Conte, alla fiacolata hanno partecipato molte autorità, dal presidente della Regione Marco Marsilio al sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi; dal presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri al segretario nazionale del Pd, nonché presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti; dall'ex vice presidente della Regione Giovanni Lolli all'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, passando per la deputata Stefania Pezzopane, il deputato Luigi D'Eramo, l'ex sindaco del capoluogo Massimo Cialente, l'attuale vice sindaco Raffaele Daniele, l'ex consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, il presidente della Provincia dell'Aquila Antonio Caruso, il sottosegretario con delega alla ricostruzione dei Beni culturali Gianluca Vacca. Non è voluto mancare nemmeno Walter Veltroni.
Presenti, inoltre, una nutrita delegazione di sindaci abruzzesi - tra gli altri, il primo cittadino di Pescara Marco Alessandrini e il sindaco di Teramo Gianguido D'Alberto - di assessori regionali, in particolare gli aquilani Emanuele Imprudente e Guido Quintino Liris, consiglieri regionali, tra cui l'ex sottosegretario e vice presidente del Csm Giovanni Legnini oltre ai membri della Giunta comunale dell'Aquila e del Consiglio, 'guidati' dal presidente Roberto Tinari.
Zingaretti: "L'Aquila ci ha insegnato tanto"
“Sono qui prima di tutto come persona che visse quelle ore drammatiche, anche se ovviamente non da aquilano o da abruzzese” ha detto Nicola Zingaretti.
“Una tragedia che poi abbiamo rivissuto nella nostra terra. Quando ci fu il terremoto dell’Aquila ero presidente della provincia di Roma, che è gemellata con quella dell’Aquila. Ma i legami tra l’Abruzzo e il Lazio, prima ancora che nella dimensione pubblica, esistono in quella intima, privata. La cosa importante non è solo ricordare le vittime ma avere coerenza di comportamento negli altri giorni dell’anno, non commettere quegli errori che invece si sono fatti nella storia d’Italia, non facendo attenzione a come e dove si costruiva. Qui vedo ormai una città cantiere. Dopo il terremoto dell’Aquila lo Stato è cambiato, come cambiò dopo il terremoto dell'Irpinia. L'Aquila ci ha insegnato molto, è stato un modello che ci ha permesso di evitare tanti errori che furono fatti in passato. Penso, per esempio, alla rimozione delle macerie”.
Lolli: “Per ridare vita alla città serve il lavoro”
“Sono rimasto allarmato dalla versione data dalla stampa nazionale della situazione aquilana” ha affermato Giovanni Lolli.
“Descrivere L’Aquila come un posto abbandonato e pieno di macerie non corrisponde alla verità. Bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno e guardare a tutti i risultati, seppur parziali, che sono stati raggiunti e che non avremmo mai centrato senza la sforte spinta dal basso che hanno dato tutti i cittadini. Il vero cruccio, non l’unico ma il più importante, è che nel centro storico, che è il più grande d’Italia se rapportato all’estensione del comune, ancora non è tornata la vita. Si potrà dire davvero che L’Aquila si è ripresa solo quando il centro rifiorirà non solo il giovedì o il sabato sera ma quando riprenderanno tutte le attività ordinarie. E poi c’è il problema del lavoro. Il terremoto ha devastato il tessuto imprenditoriale e produttivo. Ho visto i dati sull’occupazione degli ultimi dieci anni, L’Aquila è la città che ha perso più posti di lavoro. Il nostro vero problema è ridare la vita a questa città e la vita c’è quando c’è il lavoro”.
Letta: “Ritrovare l’armonia dei primi mesi”
“Abbiamo vissuto con gli aquilani questi dieci anni con una partecipazione sincera, vera, cercando di fare il nostro dovere, forse non sempre riuscendoci ma con la consapevolezza di doverlo fare con un supplemento di amore", ha affermato Gianni Letta.
“Io non ho mai dimenticato di essere abruzzese, ogni anno sono tornato quasi in pellegrinaggio per vedere i progressi della ricostruzione, come questa città rinasceva. E oggi possiamo dire che sta rinascendo. Dobbiamo ancora fare tanto ma lo faremo e penso che questa tappa così significativa dei dieci anni possa rappresentare uno stimolo nuovo per ritrovare l’armonia con la quale lavorammo nei primi mesi e che poi si è appannata. Ci sono state tante polemiche e forse anche quelle hanno contribuito a causare i ritardi. Ritrovare quello spirito può servire a ridare la spinta necessaria a completare la ricostruzione e a far sì che L’Aquila possa tornare viva, vitale e aperta, e che possa avere un futuro degno della sua storia e aperto alle sfide del progresso”.
La scritta sul Ponte Belvedere
"Per L'Aquila e per chi ci ha lasciato". E' la scritta luminosa sistemata dagli ultrà dell'Aquila Calcio, i Red Blue Eagles, sul Ponte Belvedere. Sotto di essa, un grande lenzuolo bianco con un disegno raffigurante i principali monumenti della città, dalla chiesa di S. Maria di Collemaggio a S. Bernardino.
Alla vista della scritta, Vincenzo Vittorini, membro del comitato dei familiari delle vittime, ha fermato il corteo e chiesto un applauso in segno di ringraziamento ai Red blue Eagles.
Il colloquio tra Vittorini (comitato parenti vittime) e Conte
“Ho parlato con il presidente Conte a nome del coordinamento nazionale che riunisce tutte le associazioni dei familiari delle vittime delle stragi in cui la mano dell’uomo la fa da padrone".
A dirlo è Vincenzo Vittorini, membro deo comitato dei familiari delle vittime del terremoto. "Questo coordinamento ha stilato un documento che è già stato presentato al ministro della Giustizia Bonafede a S. Giuliano di Puglia. Qualcosa si è iniziato a vedere perché la misura sulla sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, annunciata dal ministro per l’anno prossimo, era una delle cose che chiedevamo. Penso che anche Conte abbia letto quel documento, che contiene cose che dovrebbero far parte dell’agenda di qualsiasi governo, come la messa in sicurezza del territorio dal punto di vista antisismico e la mitigazione del rischio idrogeologico. Vorremmo anche che si chiedesse verità e giustizia con la stessa forza con cui la si chiede all’Egitto anche quando si ha a che fare con problematiche che si abbattono sul territorio italiano”.
6 aprile: il programma religioso a cura dell'Arcidiocesi dell'Aquila
ore 00:30 - Chiesa Santa Maria del Suffragio (Piazza Duomo): Celebrazione Eucaristica presieduta dal cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita dell'Aquila e concelebrata da alcuni vescovi e dai sacerdoti dell'Arcidiocesi, in suffragio delle vittime del sisma con lettura dei nomi durante la preghiera eucaristica - liturgia animata dalla Corale Lorenzo Perosi;
ore 01:45/03:25 - Chiesa Santa Maria del Suffragio: veglia di preghiera 'Aspettando le 3:32', animata dalla Congregazione Salus Populi Aquilana;
ore 3:32 - Piazza Duomo: ascolto dei 309 tocchi della campana della Chiesa di Santa Maria del Suffragio in ricordo delle vittime del sisma del 2009;
ore 7:30 - Chiesa/Tenda Sant'Antonio in Pile (piazzale Sant'Antonio): collegamento in diretta radiofonica nazionale con Radio Maria; Santo Rosario Meditato animato dal gruppo di preghiera mariano; Santa Messa in suffragio delle vittime del sisma - liturgia animata dalla corale Sant'Antonio;
ore 10:00 - Chiesa Santa Maria del Suffragio: Santa Messa in suffragio delle vittime del sisma - liturgia animata dal Complesso vocale Giuseppe Vallaperti;
ore 11:00 - Chiesa Santa Maria del Suffragio: Santa Messa in suffragio delle vittime del sisma, celebrata da monsignor. Giuseppe Molinari, arcivescovo emerito dell'Aquila - liturgia animata dalla corale Gran Sasso;
ore 17:00 - Chiesa/Tenda Santa Maria del Soccorso (cimitero monumentale): Santa Messa in suffragio delle vittime del sisma;
ore 18:00 - Chiesa Santa Maria del Suffragio: Santa Messa in suffragio degli universitari deceduti la notte del 6 aprile - liturgia animata dalla parrocchia universitaria.