Sciopero di 8 ore dei lavoratori della Mercurio e della Salerno Trasporti, le due cooperative che hanno in sub-appalto il servizio di consegna pacchi della Sda dell'Aquila.
Questa mattina i dipendenti delle due società hanno tenuto un sit-in davanti la sede dell'azienda, in via Saragat, nel nucleo industriale di Pile.
All'origine della mobilitazione ci sono diverse motivazioni. La principale è la condotta antisindacale che, secondo i lavoratori, una delle due coooperative, la Salerno Trasporti, grosso gruppo che in Italia gestisce diverse commesse nel settore della logistica, sta mettendo in atto.
"Fino a un mese fa" spiega Guglielmo Musso, delegato nazionale del sindacato Si Cobas "a questi lavoratori non era applicato nemmeno il contratto nazionale e non venivano pagati gli straordinari. Grazie a una lotta sindacale, siamo riusciti a far firmare alla Salerno (la Mercurio lo aveva già fato, ndr) un accordo che applicasse il contratto. I lavoratori stanno pagando, erò, a caro prezzo l'essersi affidati al sindacato perché a quattro di loro, assunti a tempo determinato, è stato detto che non sarà rinnovato il contratto. Questa mattina, per sostituire i dipendenti in sciopero, l'azienda ha chiamato lavoratori giornalieri senza nemmeno un contrattoi".
Per i Cobas non è una questione economica ma politica: "Il lavoro c'è" afferma Musso "è evidente che qui vogliono dare un segnale ai lavoratori: 'Se ti organizzi e chiedi i tuoi diritti, rischi il posto'. Addirittura ci è giunta voce, e speriamo che sia smentita, che l'azienda avrebbe detto che sarebbe pronta a chiudere il magazzino dell'Aquila e a spacchettarlo tra Avezzano e Pescara. Sarebbe un fatto gravissimo e un'ulteriore colpo inferto a una città già martoriata come L'Aquila".
Nello stabilimento della Sda dell'Aquila, tra amministrativi, facchini e corrieri-autisti, lavorano una quarantina di persone.
Sda è il servizio di corriere espresso di proprietà di Poste Italiane ed è uno dei servizi di consegna di pacchi più utilizzati in Italia anche da molti servizi di e-commerce (Amazon in primo luogo): ha circa 1.500 dipendenti diretti e 7.000 dipendenti indiretti, gestiti da cooperative e società in appalto.
A volte queste catene di appalti e subappalti sono molte lunghe.
All'Aquila, per sempio, la Sda ha appaltato la gestione della filiale alla cooperative Logistic Evolution, che a sua volta ha subappaltato il lavoro ad altre due cooperative: due di autisti (la Salerno Trasporti e la Mercurio) e una di facchini (My Coop).
Secondo i Cobas, questa frammentazione è studiata appositamente per dividere i lavoratori e impedire loro di alzare la testa e rivendicare i propri diritti rispetto a mansioni e condizioni di lavoro ai limiti, se non oltre, lo sfruttamento.
In questo senso, infatti, la logistica, un servizio in grande espansione vista la crescita esponenziale degli aquisti on-line, è uno specchio perfetto dei processi di frantumazione che attraversano il mondo del lavoro.
I corrieri espresso sono costretti a fare turni massacranti, in cui devono effettuare un numero di consegne - spalmate su un raggio di competenza che, per ciascun corriere, può arrivare a centinaia di chilometri e decine di comuni - assolutamente non sostenibile se si rispettano le indicazioni di orario e di riposo del contratto nazionale.
“I capi ci dicono: scarica questo, porta quello, muoviti. Facciamo tutto di corsa” dicono i lavoratori. I tempi di consegna sono così compressi che spesso i corrieri sono costretti a sfrecciare sul'autostrada a 170 km orari - a bordo di furgoni tutt'altro che sicuri - e non hanno nemmeno il tempo di pranzare. E oltre alle consegne, poi, ci sono le rese serali. I corrieri devono raggruppare i pacchi raccolti in città, che devono essere smistati secondo la destinazione e caricati sui camion. Tutto questo lavoro aggiuntivo, però, non è calcolato nella retribuzione finale, che si aggira sui 1200 euro al mese. Cifra nella quale le cooperative (a volte finte cooperative) fanno rientrare tutto, anche la tredicesima.
I corrieri possono arrivare anche a caricare sul proprio furgone anche 100 pacchi al giorno. E se un furgone è troppo "leggero", perché magari non raggiunge questa soglia, quel corriere rimane in magazzino e i suoi pacchi smistati su altri furgoni.
“Se c’è un pacco da 45 o 50 chili, tocca a noi sollevarlo" raccontano i lavoratori "Torni a casa esausto. Se ci succede qualcosa, se ad esempio non riusciamo a consegnare un pacco o magari abbiamo un incidente o veniamo rapinati, ne rispondiamo noi, l'azienda si rivale su di noi. E se ti opponi i capi ti dicono: se non ci stai te ne vai”.