Lunedì, 08 Aprile 2019 14:29

Palazzo a rischio sul corso, tunnel per il passaggio pedonale. Biondi intima al Consorzio la messa in sicurezza. Asse Centrale: "Nei nostri confronti accuse diffamatorie"

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“Il Comune dell’Aquila non è altro che un esecutore delle disposizioni che arriveranno dai Vigili del Fuoco". Come noto, c’è un contenzioso tra il Consorzio 'Filomusi Guelfi' e la Asse centrale scarl: "i tecnici dell’aggregato sul corso stretto sostengono che, nell’esecuzione dei lavori per la realizzazione dei sottoservizi, non siano state adottate le misure precauzionali per evitare che ci fosse un cedimento del terreno. Questo cedimento, a detta del Consorzio, avrebbe comportato la rotazione di un angolare. Per questo, è stato richiesto un sopralluogo dei Vigili del Fuoco che, in autonomia, hanno proceduto notificando, poi, questo rischio eventuale al Comune. Il pomeriggio del 5 aprile, dunque, abbiamo richiesto un ulteriore sopralluogo: il presidente del Consorzio, però, non ha concesso di accedere all’aggregato in modo bonario pretendendo una richiesta formale. Già stamane, un gruppo costituito da tecnici del Comune, della Protezione civile e dei Vigili del Fuoco procederà al sopralluogo: è evidente che se sarà confermato il rischio per la pubblica incolumità, non potrò far altro che firmare un’ordinanza di chiusura del tratto di corso stretto, secondo le prescrizioni che ci verranno comunicate. Non c’è alternativa”.

Parole del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi che, stamane, aveva confermato a newstown l’allarme per la staticità dell’aggregato cantierizzato all'altezza del civico 135 di corso Vittorio Emanuele, nel cuore del centro storico, “col danneggiamento dei piani fondali – stando alla relazione dei tecnici del Consorzio ‘Filomusi Guelfi’ – provocati dal passaggio dei sottoservizi” [qui, l'approfondimento]. Nei mesi scorsi è stato eseguito un accertamento tecnico preventivo finalizzato a definire le cause del cedimento; parallelamente, è stato messo a punto un monitoraggio dell’edificio per valutare l’evoluzione del danneggiamento; l’ultimo rapporto per il controllo del quadro fessurativo descriverebbe un “comportamento non stazionario di alcune lesioni, le cui ampiezze appaiono tali da compromettere, appunto, la staticità del fabbricato”. In sostanza, l’edificio non sarebbe in sicurezza.

“Prenderemo i provvedimenti conseguenti nel momento stesso in cui avremo l’esito del sopralluogo”, aveva confermato Biondi a margine della conferenza stampa sul piano urbano della mobilità sostenibile. Ebbene, a quanto si apprende non si renderà necessaria la chiusura del corso stretto: verrà realizzato, piuttosto, un tunnel per il transito pedonale che eviterà di spezzare a metà la città. “E’ vero, il contenzioso si trascina dal 2016 ma, fino ad ora, era una questione privata tra il Consorzio e la Asse centrale scarl. Ora, però, non si può certo sottovalutare il rischio dichiarato”, aveva ribadito il sindaco dell'Aquila. 

Biondi ha confermato, intanto, di aver già intimato al Consorzio “di procedere alla messa in sicurezza”. Ci vorrà tempo, però.

Lo scontro tra il Consorzio e Asse Centrale Scarl, tra diffide e perizie

Il contenzioso tra il Consorzio 'Filomusi Guelfi' e la Asse centrale scarl, che sta realizzando il primo stralcio dei sottoservizi, va avanti dalla fine del 2016.

All'epoca, i tecnici di due aggregati sul corso stretto, il Consorzio 'Filomusi Guelfi' appunto e il Consorzio 'Cavalieri di Malta', evidenziarono problematiche ed interferenze serie a seguito della realizzazione del tunnel dei sottoservizi. In particolare, sul primo aggregato - sul quale i lavori strutturali sono ancora in corso - venne denunciato un aggravamento delle condizioni generali; sull'altro invece - sul quale le opere di riparazione strutturale prospicienti corso Vittorio Emanuele erano concluse per la parte strutturale - erano comparse lesioni sia alle strutture verticali che alle strutture orizzontali del piano terra, segno evidente - questo sostenevano i tecnici - di uno "scivolamento del piano fondale".

In Commissione territorio, nel marzo 2017, vennero discusse le relazioni tecniche che, in sostanza, evidenziavano come la realizzazione dei sottoservizi avesse interessato il sito stradale fino al filo delle murature perimetrali dei fabbricati, "con esposizione delle fondazioni e, in alcuni casi, generando vuoti al di sotto del piano di appoggio delle fondazioni stesse; l'intervento - unito all'utilizzo di messi cingolati di grandi dimensioni - avrebbe eliminato la componente fondamentale nella portanza del terreno, fornita dal contributo stabilizzante del terreno laterale". Nei casi peggiori, si sarebbe verificato persino "il distacco di zolle di terreno di grandi dimensioni, provocando lo smottamento del terreno anche sotto il piano d'appoggio delle fondazioni". Tali situazioni, sarebbero state tamponate "chiudendo le buche con materiali approssimati, posti in opera senza la dovuta costipazione"; a fine della posa, insomma, gli scavi sarebbero stati reinterrati senza una idonea costipazione per strati, tramite i cingoli dei mezzi pesanti "che si è mostrata efficace soltanto per un modesto spessore".

Tuttavia, Asse Centrale scarl ha sempre respinto le accuse. E continua a farlo.

Il 20 marzo scorso, il Consorzio 'Filomusi Guelfi' ha inviato una diffida alla società chiedendo, in sostanza, che assumesse la responsabilità della messa in sicurezza dell'edificio; in risposta, Asse Centrale si è detta totalmente estranea alla vicenda. D'altra parte, le relazioni provvisorie e definitiva dell'accertamento tecnico preventivo disposto evidenziano che non c'è stata alcuna "evidente imperizia" e, tantomeno, "lavorazioni non conformi o lavori errati". Una valutazione confermata dal consulente tecnico d'ufficio.

In sostanza, le criticità dell'edifico non sono imputabili alle lavorazioni per i sottoservizi bensì ad un "imprevisto geologico incontrato in corso d'opera", fisiologico in un centro storico antropizzato e non evitabile con l'adozione degli usuali e commisurati provvedimenti.

A farla semplice: se pure le lesioni si sono verificate al passaggio del tunnel intelligente, il Ctu ha chiarito che i cedimenti non sono dipesi da imperizia, lavorazioni non conformi o errati bensì da un imprevisto geologico non evitabile. Per questo, la diffida è stata ritenuta irricevibile da Asse Centrale scarl.

La nota di Asse Centrale Scarl

"L'accostamento in maniera diretta della vincenda del palazzo transennato nel corso stretto ai lavori dei sottoservizi, che è tornato a occupare la cronaca del sisma in questi giorni è, oltre che indimostrato e strumentale, diffamatorio per Asse Centrale Scarl".

Ad affermarlo, in una nota, è il coordinatore generale di commessa della Asse Centrale Scarl Gianni Frattale.

"Il consorzio" si legge "è costretto a ricordare che esiste un procedimento giudiziario in corso che accerterà le effettive cause al di là delle mere e inverosimili ipotesi di qualche persona interessata".

"Esistono, inoltre, e sono consultabili, le chiarissime conclusioni raggiunte dal perito nominato dal Tribunale dell'Aquila in fase di accertamento tecnico preventivo che ha escluso in radice errori e omissioni nell'esecuzione di quanto progettato dalla stazione appaltante. Così come avvenuto in tutto il corso e in tutte le strade del centro storico interessate dai lavori, senza alcuna conseguenza per le centinaia di edifici adiacenti".

"Il silenzio correttamente osservato da due anni dall’Asse Centrale evidentemente non premia, rispetto alla scorrettezza di chi vorrebbe appigliarsi a pretesti estranei per giustificare un problema che ha evidentemente altre cause che sono in corso di definizione".

"Per questo, a tutela della propria immagine e della bontà dei lavori eseguiti il consorzio Asse Centrale Scarl si riserva ogni azione nelle naturali sedi giudiziarie nei confronti di chiunque sostenga tesi diverse da quelle che emergono dagli atti giudiziari".

Ultima modifica il Martedì, 09 Aprile 2019 17:51

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