"La delibera, così come è stata scritta, inaugura una stagione di deregolamentazione, che non terrà più conto del valore storico culturale dei borghi: gli interessi individuali lederanno gli interessi collettivi, che senza vincoli di garanzia e tutela verranno meno, così come verrà meno l’immagine unitaria del singolo borgo, che verrà lasciato all’improvvisazione di pochi singoli, senza un criterio organico né un principio guida generale".
E' una bocciatura senza mezzi termini quella che le associazioni Italia Nostra, Archeoclub, Legambiente Beni Culturali, Pro Natura, Zero Rifiuti e FrAzioni FraIntese fanno della delibera approvata dal consiglio comunale dell'Aquila che introduce nuove norme tecniche d'attuazione, in variante al piano regolatore generale, per la ricostruzione dei centri storici dei borghi e delle frazioni.
Le associazioni sollevano alcune considerazioni, nel merito e nel metodo, nella forma e nella sostanza ed auspicano l’inizio di un confronto con l’amministrazione, le associazioni e la città tutta, aprendo una fase di pianificazione partecipata rigorosa ed autentica, così come previsto dalla delibera 38/2017:
"1. La delibera 42/2019 così come viene presentata al consiglio comunale non possiede più l’impianto e la ratio con cui fu sottoposta all’attenzione degli enti preposti a rilasciare il parere, in Conferenza dei Servizi; pertanto, essendo stata stravolta nella forma e nella sostanza rispetto all’impianto che aveva avuto i pareri favorevoli ed essendo stata anche emendata nella medesima commissione, riporta vizio di forma e sostanza rispetto alla procedura amministrativa, risultando potenzialmente illegittima e prospettando quindi uno scenario futuro estremamente caotico: la delibera sposta le lancette dell’orologio a tre anni fa, quando le pratiche di demolizione e ricostruzione venivano rallentate e bloccate in commissione pareri, poiché non rispondenti al vincolo indiretto che grava tutti i centri storici;
2. Scavalcando di fatto il vincolo indiretto, si apre una pericolosa frattura fra ricostruzione e Soprintendenza che è espressione della funzione di garanzia che lo Stato esprime per tutti i cittadini, nel rispetto degli obiettivi e delle finalità del Codice dei Beni Culturali;
3. La delibera, così, sottrae qualunque forma di garanzia a tutela e valorizzazione del tessuto storico delle frazioni, disgregando, di fatto, i tessuti storici in quanto unicum storico-culturale, testimonianza di memoria e di civiltà, indispensabili per la ricomposizione delle identità locali e quindi della ricostruzione sociale dei borghi e delle periferie. Un passo indietro culturale di anni.
4. I tessuti storici, e gli edifici che li compongono, fanno parte inoltre di un paesaggio culturale, unico ed irripetibile, che si compone della rete dei borghi che nei secoli, ed ancora oggi, concorre a dare forma e carattere al territorio aquilano e alla città stessa: dato di realtà imprescindibile che ci impone maggiore chiarezza, conoscenza e competenza nel trattare la pianificazione;
5. Proprio per questo, torniamo a ribadire l’urgenza di un nuovo PRG: questa ennesima variante al PRG vigente è l’ennesima riprova della sua obsolescenza e dunque della sua incapacità di garantire un governo della città e del territorio adeguato ai tempi e alla società aquilana contemporanea; da questo stato di cose deriva il degrado diffuso e la mancanza di efficacia dell’azione amministrativa;
6. La delibera, così come è stata scritta, inaugura una stagione di deregolamentazione, che non terrà più conto del valore storico culturale dei borghi: gli interessi individuali lederanno gli interessi collettivi, che senza vincoli di garanzia e tutela verranno meno, così come verrà meno l’immagine unitaria del singolo borgo, che verrà lasciato all’improvvisazione di pochi singoli, senza un criterio organico né un principio guida generale".
E’ fondamentale aggiungere che, "nella redazione di piani e progetti di ricostruzione, restauro e conservazione restano criteri inseparabili dai requisiti di sicurezza antisismica: non esistono gli uni senza gli altri. Sarebbe come chiedere di scegliere fra lavoro e salute. No - l'affondo delle associazioni - non vogliamo scegliere fra sicurezza e bellezza, ma pretendere entrambi, ovvero borghi autentici ed edifici sicuri. Occorre inserire funzioni di garanzia, chiare e nette, per le architetture che caratterizzano quel borgo: tipologia edilizia, architettonica e funzionale; impianto urbano; elementi architettonici e tecniche costruttive, etc".
Nei nostri borghi - concludono i firmatari del documento - "permangono elementi e strutture che nel loro impaginato architettonico e nel loro impianto urbano caratterizzano e rendono unico ed immediatamente riconoscibile quel borgo da un altro, permangono testimonianze che hanno valore di memoria storica e pertanto sono testimonianza di civiltà, che deve essere tutelata e valorizzata, così come previsto dalla Costituzione Italiana e dal Codice dei Beni Culturali".