Sabato, 20 Aprile 2019 16:22

Amiternum, un poligono di tiro a 50 metri dall'area archeologica

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"Sono da poco passate le idi di marzo e ad Amiternum si sono aperti i giochi ludici. Si badi bene, non giochi gladiatori e non nel catino dell’Anfiteatro ma giochi moderni, tiro con la pistola nel nuovo poligono a poco più di cinquanta metri dalla recinzione dell’area archeologica".

A denunciarlo sono Italia Nostra ed Archeoclub. Che spiegano: "Ai piedi di Colle San Mauro, nella vecchia cava (che si andava pian piano rinaturalizzando) è stato spianato tutto, riportato terreno e realizzato un poligono di tiro con annesso parcheggio per auto. Si spara persino con pistola a tiro dinamico, cioè a ripetizione, mentre i turisti dovrebbero poter seguire le visite guidate all’interno dell’Anfiteatro dove, quando si sta sottovento, sembra si senta persino l’odore della polvere da sparo e i visitatori, naturalmente, abbandonano in fretta l’area".

Italia Nostra ed Archeoclub pongono alcune, elementari domande. La prima: "nel 2012 si è istituito il Parco archeologico intitolato al grande fotografo Thomas Ashby che, all’inizio del ‘900, venne a fotografare i resti di Amiternum: si vuole per caso cambiare il parco archeologico in parco giochi? E allora bene ha fatto chi in questi giorni ha coperto con un drappo nero il cippo con la targa che intitola il Parco al grande fotografo, quasi per nascondergli i danni che si vanno perpetrando".

La seconda domanda riguarda i vincoli apposti sull’area: "a cosa servono i vincoli del Piano Paesistico Regionale e quelli derivanti dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio? Il piano Paesistico Regionale vigente indica la cava come detrattore ambientale da recuperare, mentre con la realizzazione del poligono di tiro si è compromesso quello che la natura aveva riconquistato con gli anni. Sull’area vige anche un vincolo del MiBAC, come riportato nel Sistema informativo del Ministero. Si tratta del Decreto 31-07-1985 la cui declaratoria è precisa e illuminante nel definire quali valori dell’area si vogliono tutelare e testualmente recita: “… considerato che la incontrollata tendenza ad attività di tipo antropico quali la cava di inerti,… adiacente alle rovine di Amiternum, nonché alcuni insediamenti abitativi (di cui alcuni di carattere abusivo) iniziano a turbare l'equilibrio ambientale del complesso; ritenuta l’opportunità di garantire migliori condizioni di tutela che valgano ad impedire modificazioni dell'aspetto esteriore del territorio del complesso paesistico delle zone circostanti le rovine di Amiternum e le pendici del monte Rua che comporterebbero, nell'attuale situazione descritta dal precedente "considerato", la irreparabile compromissione delle caratteristiche di pregio paesistico individuate; (….) sono vietati (…) modificazioni dell'assetto del territorio, nonché' opere edilizie e lavori, fatta eccezione per i lavori di restauro, risanamento conservativo nonché per quelli che non modificano l'aspetto esteriore dei luoghi...”. Appare chiarissimo il testo e sarebbe utile ora conoscere come la Soprintendenza interpreta la norma e come ha inteso garantire quanto previsto dal dispositivo di vincolo, che espressamente vuole limitare pressioni antropiche e ulteriori manomissioni del territorio. Non recupere la cava di inerti e modificarne la conformazione eliminando la rinaturalizzazione non è per caso una irreparabile compromissione? Autorizzare un poligono di tiro con parcheggio a pochi passi dall’Anfiteatro non aumenta la pressione antropica? Un chiarimento è d’obbligo".

Intanto comincia la bella stagione e sembra che l’area archeologica di Amiternum, al contrario degli altri anni, rimarrà aperta solo di mattina. Con buona pace del turismo culturale. "Si rammenta che senza alcuna operazione di promozione e valorizzazione, 8000 persone in media firmano annualmente il registro dei visitatori. Le stesse persone mangiano e a volte dormono in zona. Creare disturbi all’area e chiudere il pomeriggio non potrà che far diminuire i visitatori in una zona che ancora soffre per il terremoto del 2009".

Un’ultima ma non meno importante annotazione: "il Colle San Mauro, pur essendo in Comune di Pizzoli, è isola amministrativa del Comune dell’Aquila e, per la precisione, tutti i terreni sono di uso civico dei naturali di San Vittorino come riportato dalla perizia dell’ing. Lorito del 1940. Quindi anche il poligono di tiro dovrebbe essere stato costruito su terreno di uso civico. Se così fosse, anche per questo motivo l’opera non avrebbe potuto essere realizzata".

Pertanto, le associazioni chiedono ai diversi Enti di intervenire, ognuno per le sue competenze, per rimuovere le eventuali illegittimità. E più in particolare: 

  • "agli organi del MiBAC di intervenire per far ripristinare lo stato dei luoghi in base ai vincoli sopra richiamati e, nell’immediato, a sospendere l’eventuale autorizzazione concessa;
  • all’Ecc.mo Commissario Regionale per il riordino degli Usi Civici e al Comune dell’Aquila di provvedere, ai sensi dell’art. 75 del R.D. n. 332/1928, la costituzione della Speciale Rappresentanza della Frazione, così come prevista dall'art. 64 del citato R.D., che tuteli i diritti dei cives di San Vittorino poiché, da quanto premesso, risulterebbe evidente una manifesta contestazione della natura demaniale civica del sito;
  • inoltre in sede cautelare, considerato che il poligono è già stato realizzato ed è funzionante su parte delle ex particelle 213, 224 ed altre del fg 56 del Comune di Pizzoli, isola amministrativa del Comune dell’Aquila, si chiede al Commissario di disporre provvedimento conservativo ai sensi dell’art. 74 del medesimo R.D. 332/1928, finalizzato a impedire l’abusivo utilizzo dei terreni demaniali de quo, adottando ogni necessaria misura atta ad evitare ulteriori danni sui terreni del demanio di uso civico del cives di San Vittorino e prevenire situazioni nelle quali potrebbero ravvisarsi gli estremi del danno ambientale".
Ultima modifica il Sabato, 20 Aprile 2019 22:25

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