Rinasce la chiesa di Santa Maria del Soccorso, meglio nota come "chiesa del cimitero", uno dei rari esempi di architettura religiosa tardo-quattrocentesca presenti all'Aquila.
Duramente colpita dal terremoto - che ne aveva fatto crollare alcune porzioni, come la volta della prima campata, provocando crepe e danni diffusi, soprattutto alle murature - la chiesa, e l'annesso convento degli Olivetani, sono stati restaurati grazie a un intervento condiviso tra Segretariato regionale ai beni culturali e Soprintendenza unica per L'Aquila e i Comuni del Cratere.
I lavori, durati tre anni e mezzo, sono costati circa 3 milioni di euro e sono stati eseguiti da una ditta locale (Rosa edilizia).
"Non smettiamo di guardare avanti" ha affermato la responsabile della Soprintendenza unica Alessandra Vittorini, intervenuta alla cerimonia di inaugurazione insieme al Segretario regionale Mibac Stefano D'Amico, al sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi e all'arcivescovo Giuseppe Petrocchi. "Il 2019 sarà un anno importante, quella di Santa Maria del Soccorso è la prima di cinque restituzioni che contiamo di completare nei prossimi mesi, insieme a quelle di S. Filippo, S. Pietro a Coppito, S. Silvestro e Palazzo Ardinghelli. Nel frattempo prosegue anche il recupero del patrimonio diffuso del centro storico, che ormai è oltre il 90%. Sono pagine importanti della storia dell'Aquila che vengono illuminate da una nuova luce, un nuovo sguardo e una nuova attenzione. Soprattutto questa chiesa dovrà smettere di essere considerata solo come la chiesa del cimitero perché ben prima che arrivasse il cimitero era ed è ancora una testimonianza di una presenza monastica e anche artistica importante".
La presenza del cimitero, in effetti, ha sempre messo in ombra la storia e la bellezza della chiesa e del convento, che invece, come ha sottolineato la storia dell'arte Biancamaria Colasacco, che ha diretto i lavori insieme all'architetto Franco De Vitis, sono "uno scrigno di pregevolezze, a iniziare dal monumento funerario di Jacopo di Notar Nanni, il più grande mecenate della storia dell'Aquila, dal sepolcro di Luigi Petricca Pica e dall'altare del Soccorso di Andrea dell'Aquila, sul quale Ferdinando Bologna ha scritto pagine illuminanti. E poi c'è la facciata, che parla da sola e che grazie al restauro ha recuperato tutte le sue qualità artistiche, architettoniche e oserei dire pittoriche. Per me è stato prezioso il lavoro fatto nel 2000 sulla facciata di Collemaggio, esperienza che ho cercato di riportare qui".
Altro elemento di pregio della chiesa è il portale, nella cui lunetta compaiono opere di Paolo di Montereale (La Vergine e il Bambino tra due figure di Santi: uno, vescovo, raffigura il Cardinale Agnifili, l'altro, nelle sembianze di San Giacomo Apostolo, allude a Jacopo di Notar Nanni), e che riprende tipologicamente, spiega sempre Biancamaria Colasacco "uno dei portali laterali di Collemaggio. Questa chiesa rappresenta un ponte di passaggio tra fine Trecento e un Rinascimento umbratile che però vuole affermarsi con forza".
"E' una chiesa forse poco conosciuta ma molto preziosa" ha affermato Stefano D'Amico "testimonianza delle relazioni forti, culturali, artistiche e economiche, che ci sono state in passato tra L'Aquila e il mondo toscano, soprattutto attraverso la presenza dei frati olivetani".
Il restauro, ha spiegato l'architetto Franco De Vitis, "oltre a restituire la bellezza della chiesa, ha consentito anche di effettuare lavori di miglioramento antisismico, di adeguare l'impiantistica, eliminare le superfetazioni in muratura e lavorare architettonicamente sulla riproposizione di tipologie distributive alterate con il tempo".
Per saperne di più: www.santamariadelsoccorso.altervista.org