Venerdì, 10 Maggio 2019 16:49

Ricostruzione, Palumbo: "Delibere di Giunta rischiano di produrre altri ritardi"

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Dati alla mano, la ricostruzione privata del Comune dell’Aquila sta rallentando pericolosamente. E le delibere approvate dalla Giunta per superare l’impasse, la 144 e la 145, approvate nei giorni scorsi, non faranno altro che portare confusione in un processo articolato, producendo ulteriori ritardi. E’ l’affondo del capogruppo Pd in Consiglio comunale Stefano Palumbo che ha tenuto una conferenza stampa per analizzare i correttivi introdotti dal sindaco Pierluigi Biondi e dall’assessore alla ricostruzione privata Vittorio Fabrizi: “Alla risoluzione dei problemi si preferisce il clamore mediatico – la stoccata – col pericoloso tentativo, tra l’altro, di rimuovere i principi di trasparenza che avevano contraddistinto gli atti della passata amministrazione introducendo criteri discrezionali poco chiari”.

Partiamo dalla delibera 144 che, di fatto, stabilisce i nuovi criteri operativi. Come era stato impostato il processo fino ad ora? Palumbo, e accanto a lui era seduto l’ex assessore alla ricostruzione della Giunta Cialente, Pietro Di Stefano, ha spiegato come “i criteri operativi adottati dalla passata amministrazione prevedessero la classificazione delle frazioni a seconda del livello del danno: da gravissimo (D5) - e parliamo delle tredici frazioni prioritarie - a grave (D4), medio (D3) e fino a moderato (D2). Banalmente, il concetto era di avviare le frazioni più danneggiate con un maggior numero di famiglie sfollate dalle abitazioni danneggiate. D’altra parte, il principio che sottende alle norme della ricostruzione è semplice: riportare a casa le famiglie il prima possibile. Dunque, ogni frazione era stata suddivisa in comparti, così da intervenire per blocchi di aggregati secondo un criterio preciso: i comparti che partivano prima erano quelli col maggior numero di prime abitazioni e di attività commerciali”.

Ebbene, la delibera approvata dalla Giunta – ha voluto sottolineare Palumbo – “cancella l’ordine di priorità di ricostruzione delle frazioni e, così, i comparti: d’ora in avanti, si procederà prioritariamente con l’istruttoria delle pratiche che riguardano aggregati con abitazioni principali, senza preoccuparsi del fatto che potrebbero ritrovarsi in mezzo ad altri che, non avendo prime case, partiranno più in là negli anni. Una fattispecie piuttosto diffusa nelle frazioni. Se prima, impropriamente, si parlava di ricostruzione a macchia di leopardo, oggi, a ragione, si deve parlare di ricostruzione a coriandolo”, ha ribadito il capogruppo dem in Consiglio comunale.

Non solo.

Viene introdotto anche il concetto di progetto unitario, di più aggregati vicini che si mettono insieme per avviare una ricostruzione condivisa per intendersi: “in questi casi, è la Giunta a valutare le proposte dei privati e, se approvate, a trasmetterle all’Usra imponendo una deroga rispetto al nuovo cronoprogramma, che cronoprogramma più non è, in realtà, essendo stato completamente disarticolato. Mi sembra che il nuovo strumento introdotto vada incontro ad alcune proposte fatte nei mesi scorsi, si pensi al così detto progetto ‘Popletum’ su Coppito. Così, si avrà una deregulation totale: dai comparti ai mini comparti che nasceranno spontaneamente qua e là, senza criterio, demandando la programmazione alla capacità di iniziativa privata. Con l’aggravante che viene lasciato alla Giunta, all’organo politico e non all’apparato tecnico, la discrezionalità sulla valutazione dei progetti unitari”.

Che poi – aggiunge Palumbo – a leggere i dati non si giustifica in alcun modo una delibera del genere: “ad oggi, nelle 13 frazioni prioritarie è stato istruito l’86% delle schede parametriche parte prima. Va detto che, in realtà, bisognava aver raggiunto da tempo il 100% se è vero che l’allora dirigente Vittorio Fabrizi aveva firmato una determina imponendo la data del 30 settembre 2018 come termine ultimo per la consegna delle schede parametriche parte seconda: ed invece, sulle sp2 siamo al 30%. Tuttavia, sebbene vi siano dei ritardi è chiaro come lo stato d’avanzamento delle frazioni prioritarie sia ad uno stadio avanzato e definito. D’altra parte, nelle frazioni meno danneggiate – quelle classificate D3 e D2 – le percentuali scendono drasticamente al 19% di schede parametriche parte prima istruite nelle frazioni con danno medio e addirittura al 5% in quelle con danno moderato. I dati, però, vanno letti e compresi: in realtà, nelle frazioni D3 e D2 parliamo, in totale, di 400 pratiche sp1 ancora da istruire. Mi domando: serviva mettere in discussione l’intero impianto della ricostruzione per 400 pratiche? Non sarebbe bastato imporre all’Usra di provvedere speditamente a queste istruttorie? Lo ribadisco: stiamo parlando di una delibera che ha soltanto l’obiettivo dell’annuncio mediatico ma introduce confusione in un processo articolato, e produrrà ulteriori ritardi”.

In realtà, non si affronta il vero problema che, guarda caso, è in capo al Comune dell’Aquila. Di nuovo, Palumbo fa ricorso ai dati oggettivi. Il capogruppo del Pd ha voluto mettere a paragone gli elenchi di contributi istruiti dall’amministrazione Biondi – dal 22esimo elenco dell’agosto 2017 al 39esimo dell’aprile 2019 – con quelli pubblicati dalla Giunta Cialente da quando è stato introdotto il doppio elenco, quello con le pratiche che hanno il titolo edilizio e quello con le pratiche che non hanno il titolo edilizio e che, dunque, non possono diventare subito cantiere. “Ebbene, in 7 mesi – dall’elenco numero 17 dell’ottobre 2016 all’elenco numero 21 del maggio 2017 – la passata amministrazione aveva impegnato 196 milioni e 493mila euro per 413 pratiche con titolo edilizio, immediatamente cantierabili; negli ultimi 20 mesi di amministrazione Biondi, invece, sono stati impegnati poco più di 174 milioni”.

Più chiaro di così.

Il rallentamento della ricostruzione è nei fatti. “E’ questo il problema da affrontare”, le parole di Palumbo; “lascia a bocca aperta la delibera approvata dalla Giunta proprio perché fallisce completamente l’obiettivo nell’analisi delle criticità: mi stupisce davvero che sia il frutto del lavoro di Vittorio Fabrizi che, da assessore, di fatto sta rinnegando le determine assunte da dirigente”.

Il capoguppo dem è altrettanto critico nel merito dell’altra delibera, la numero 145, che modifica il disciplinare sui commissariamenti degli aggregati che era stato approvato dalla precedente amministrazione con delibera 336 del 16 giugno 2017. “Il provvedimento definiva il processo con 16 capitoli, dalla composizione dell’albo dei commissari alle modalità di conferimento degli incarichi, a rotazione e con sorteggio pubblico. Due anni dopo, invece di applicarlo, inspiegabilmente la Giunta ha deciso di modificarlo, cancellando l’estrazione pubblica. A voler pensare male, viene da chiedersi se sarà l’esecutivo – come per la valutazione dei progetti unitari – a decidere quale commissario debba essere incaricato e per quale aggregato. Viene meno, così, il principio della trasparenza. Tra l’altro, avevamo introdotto anche delle fasce d’affidamento per competenza e professionalità: chi era nella fascia più alta poteva partecipare a procedure di commissariamenti senza un limite, poi c’era una fascia sotto i 10 milioni d’importo complessivo dei lavori, una fascia sotto i 5 milioni, una sotto il milione e così via. E’ stato cancellato: basterà avere una laurea in discipline tecniche, economiche o giuridiche oppure essere stato amministratore di condominio per almeno 5 anni”.

“Non si capisce davvero cosa abbiano fatto in questi due anni di inerzia totale, come testimoniano i dati, e non si capisce l’utilità di queste delibere che, lo ribadisco, introducono criteri discrezionali che non potete rinvenire in nessuno degli atti prodotti dalla precedente amministrazione. Abbiamo assunto alcune scelte politiche che potevano anche non piacere, ma l’abbiamo sempre fatto sulla base di criteri oggettivi. Ora, sta accadendo altro”, il grido d’allarme di Palumbo.

Ultima modifica il Venerdì, 10 Maggio 2019 23:25

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