“Non sarebbero più garantite le prestazioni salvavita perché i percorsi alternativi sono impraticabili”.
La direzione della Asl 1, Avezzano-Sulmona-L’Aquila, per bocca della dr.ssa Simonetta Santini, direttore generale facente funzione, dice 'no' alla paventata chiusura del traforo del Gran Sasso.
“Gli interventi d’urgenza, dall’ospedale di L’Aquila a quello di Teramo” - afferma Santini - “sarebbero a forte rischio poiché i ritardi nel trasporto del paziente metterebbero a repentaglio la vita del malato o, più realisticamente, potrebbero causarne il decesso durante il tragitto”.
L'azienda sanitaria, per affrontare specifiche emergenze, ha una convenzione con la Asl di Teramo per la cardiochirurgia e per la chirurgia toracica, branche di cui il San Salvatore è privo. Identica problematica, in senso inverso, vale per l’ospedale di Teramo che, non disponendo della radiologia interventistica e della Tin (terapia intensiva neonatale) deve rivolgersi al presidio del capoluogo regionale. “Cosa accadrebbe su entrambi i fronti, con le ambulanze impossibilitate a transitare sull’autostrada e a trasferire velocemente i pazienti nei tempi compatibili per salvare la vita dei malati?”.
Oltre a questo importante, prioritario aspetto, “l’interruzione della viabilità penalizzerebbe ulteriormente i residenti delle zone interne, già gravati da costi assai esosi nella fruizione di alcune prestazioni sanitarie”.
Da ultimo va considerato un ulteriore disagio, in termini di percorrenza, tempi e spese, per gli operatori sanitari del versante teramano e aquilano che ogni giorno si spostano da una parte all’altra per raggiungere i rispettivi ospedali “e, in generale - conclude la Santini - per tutti i cittadini che devono raggiungere posti di lavoro nelle aree delle due province”.
In giornata, le Asl di Teramo e L’Aquila - insieme con l’assessorato regionale alla sanità - avranno ulteriori contatti sul problema dopo quelli dei giorni scorsi.