La fruibilità del centro, in questa fase ibrida della ricostruzione, in cui L’Aquila non è più zona rossa ma manca più di qualcosa perché sia pienamente città, è un problema per chi deve organizzarne la gestione. Le esigenze plurime da conciliare e fortemente diversificate, che si incrociano con un’attività eccezionale per un capoluogo come quella di una ricostruzione post sismica, sono emerse in tutta la loro fisiologica incompatibilità nell’incontro che l’Assessora comunale Carla Mannetti ha tenuto oggi presso la sede di ANCE L’Aquila con i rappresentanti dei costruttori edili, insieme al responsabile tecnico per l’ordinamento della ricostruzione, Silvio Rotilio.
Il Presidente ANCE Adolfo Cicchetti, pur dicendosi fermamente contrario ad una regolamentazione degli ingressi dei mezzi in cantiere perché inconciliabile con l’imprevedibilità e con i ritmi del lavoro materiale, si è dichiarato disponibile a trovare un punto di incontro ragionevole per coordinare la fine delle attività di ricostruzione con l’inizio della rinascita del centro. “Una missione a cui tutti dobbiamo senso di responsabilità, nell’interesse dei cittadini oltre che delle singole categorie” ha detto il Presidente, ricordando che comunque quella edilizia resta un’attività di natura fortemente invasiva e difficilmente attenuabile e che nessuno può ancora pensare oggi di essere in un regime di normalità".
Le imprese sono abituate ad autoregolamentarsi per quanto possibile, ha aggiunto Cicchetti; i rappresentanti di ANCE L’Aquila hanno portato alcuni esempi: "il protocollo con la ASL per la riduzione dell’emissione di polveri; il coordinamento delle gru la cui interferenza sembrava inizialmente ingestibile; la convivenza con i locali notturni che poteva costituire un grosso rischio per la sicurezza dei cittadini. E non ultime le chiusure imposte per i numerosi eventi che si svolgono in centro. Giornate in cui le maestranze, pur non potendo operare, vengono comunque pagate dalle imprese senza possibilità di usufruire di cassa integrazione".
Non mancano i problemi per le imprese, "come la mancanza di spazi di deposito o di manovra, i vicoli ingombri di auto che impediscono il flusso dei mezzi pesanti, la necessità di chiudere strade per il rifornimento di materiali, come la gettata di cemento della betoniera, che richiede tempi molto lunghi. Senza contare che un prolungamento dei tempi di cantiere incide sul pagamento di occupazione del suolo pubblico per i ponteggi, già molto oneroso".
"Le imprese purtroppo sono solo gli utilizzatori finali di un sistema di pianificazione cantieristica che forse andrebbe messo a punto una volta per tutte", è l’appello lanciato dall’ANCE. "Siamo disponibili a trattare" ha assicurato il presidente Cicchetti, mettendo a disposizione tecnici ANCE per uno studio sulla cantierizzazione e la sicurezza. Cicchetti si attiverà anche per una campagna di sensibilizzazione rivolta agli associati.
L’Assessora Carla Mannetti, ribadendo che il Comune ha intenzione di conciliare le esigenze di tutti e portando la voce e i disagi dei commercianti, ha determinato la costituzione immediata di un tavolo tecnico di lavoro che si riunirà il prossimo 25 giugno, per giungere in tempi brevi alla redazione di un piano di coordinamento complessivo. A tal proposito ha informato di aver già redatto una cartografia che sintetizza l’attuale situazione del centro riguardo ai cantieri in attività, quelli in apertura e in chiusura, i negozi attivi, i parcheggi esistenti e la mobilità del traffico.
L’obiettivo è quello di fornire dati integrati e aggiornati per la redazione di pianificazione su micro-zone di tutte le attività. "Un lavoro in passato sottovalutato e necessario – ha sottolineato l'assessore – che dovrà produrre uno strumento adattabile alla flessibilità delle attività edili, alle nuove aperture di cantieri e negozi, in grado di programmare prontamente viabilità alternative su piccole zone, che vengano incontro alle esigenze di residenti, commercianti e imprese. Non è un lavoro semplice e abbiamo bisogno di una collaborazione ampia e soprattutto di conciliante realismo da parte di tutti quelli che operano in centro. Sapevamo tutti di affrontare una sfida difficile, me compresa. Paghiamo oggi, con il reinsediamento in centro che incrocia la coda della ricostruzione, la mancanza di una valutazione precauzionale. Ma il problema delle interferenze abbiamo intenzione, se non di risolverlo, ipotesi forse ingenua, almeno di renderlo accettabile e soprattutto non limitante per la rinascita. Il resto deve farlo la capacità di tolleranza e convivenza".