"Nel 2018 sono crollati gli investimenti delle imprese private in Abruzzo, sulla scorta dell'andamento nazionale. Un dato legato sia all'esaurirsi della spinta degli incentivi che al netto peggioramento delle attese di domanda".
E' quanto emerge dal report su Congiuntura e previsioni elaborato dal Centro studi di Confindustria su investimenti e prestiti bancari, diffuso da Confindustria L'Aquila Abruzzo Interno.
"A queste difficili condizioni si è aggiunto un vincolo stringente sui volumi di credito disponibili - spiegano Riccardo Podda, presidente Confindustria L'Aquila Abruzzo Interno e Mimmo Carducci, consigliere con delega a credito e finanziamenti europei - le imprese abruzzesi stanno chiedendo più credito alle banche, per finanziare i progetti produttivi. Tuttavia, dal lato dell'offerta si è avuto un irrigidimento, da metà 2018, a riflesso del rialzo dei rendimenti sovrani, che ha accresciuto il costo della raccolta bancaria e svalutato i portafogli di titoli. Gli istituti stanno scaricando tali oneri in minori volumi, maggiore richiesta di garanzie, costi addizionali, non sui tassi di interesse. Ne consegue che le aziende sono tornate a subire un calo dei prestiti da inizio 2019 e hanno meno risorse per investire".
Il report del Centro studi ha elaborato anche i dati di Bankitalia sulla qualità del credito. "Nel 2018 i prestiti bancari hanno subito un notevole rallentamento - affermano Podda e Carducci - la domanda dei finanzamenti, da parte delle imprese, si è lievemente indebolita nel secondo semestre del 2018, soprattutto per il comparto degli investimenti produttivi. Si è registrato anche un peggioramento, in termini di riduzione delle quantità offerte e di aumento dei costi accessori. Le banche, per erogare finanziamenti alle aziende, chiedono maggiori garanzie e costi addizionali, con conseguenze negative per l'accesso al credito, soprattutto per le piccole e medie imprese".
In Abruzzo, nel 2018, risultavano presenti 40 banche di cui 8 con sede amministrativa all'interno del territorio regionale. Il numero di sportelli bancari è sceso a 548 unità, 39 in meno rispetto all'anno precedente: un processo che ha riguardato soprattutto le banche locali, oggetto di fusioni e riorganizzazioni territoriali.