Sabato, 27 Luglio 2019 17:24

Sanità: avanti sul Dea di II° livello Chieti-Pescara, L'Aquila-Teramo indietro. Univaq esprime "forte dissenso" per la possibile difformità: "Aree interne sarebbero penalizzate"

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Ed ora, la preoccupazione forte delle aree interne abruzzesi rispetto al piano di riordino della rete ospedaliera discusso in Commissione dall'assessore alla Sanità Nicoletta Verì, fino ad ora malcelato, si è reso, finalmente, manifesto. 

Sebbene l'assessore abbia inteso ribadire che in Commissione non si è parlato tanto del nuovo piano quanto delle risposte che verranno fornite al tavolo di monitoraggio, in programma martedì 30 luglio, in merito ad alcuni punti a proposito dei quali il governo aveva chiesto alla Regione un approfondimento, da quello che ha affermato Verì verrebbe fuori un progetto di riordino che non conterrebbe quasi nulla di quello che il centrodestra aveva promesso in campagna elettorale, specialmente sui Dea di II livello e sugli ospedali minori. In particolare, ed è ciò che preoccupa, una possibile difformità di trattamento nell'iter programmatico ed istitutito dei Dei di secondo livello di Chieti-Pescara, un bel passo avanti, e L'Aquila-Teramo. 

Il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, a quanto si è potuto apprendere piuttosto arrabbiato per quanto sta accadendo, in queste ore ha inteso lanciare un messaggio piuttosto chiaro: "L'iter per la funzionalizzazione dei presìdi ospedalieri volto alla costituzione dei due hub Dea di secondo livello abruzzesi deve procedere in maniera celere e in sincronia". Biondi, primo cittadino del capoluogo e presidente del Comitato ristretto dei sindaci della Asl della provincia dell'Aquila, ha chiesto l'ultima versione del piano di riordino della rete ospedaliera regionale "per farne oggetto di un confronto con gli interlocutori della provincia aquilana deputati ad assolvere alle funzioni propositive, consultive e valutative rispetto alla programmazione sanitaria"; parole che suonano preoccupanti, segno di un mancato coinvolgimento che non lascia intendere niente di buono se si pensa che Biondi è vicinissimo al governatore Marco Marsilio. "La necessità di un Dea di secondo livello L'Aquila-Teramo è confermata dai numeri relativi alla mobilità attiva e passiva – ha inteso ribadire Biondi – Proviene dal Lazio oltre la metà dei pazienti ricoverati da fuori regione, mentre gli abruzzesi optano per le Marche per le cure al di fuori del territorio regionale. Cifre che testimoniano come già oggi le strutture sanitarie delle aree interne siano un punto di riferimento per una terra in cui vivono 5.8 milioni di persone".

Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Giorgio De Matteis: "Mi auguro vivamente che la bozza di proposta sul riordino della rete ospedaliera, presentata pochi giorni fa, venga rivista adeguatamente ed in maniera sostanziale dalla Regione Abruzzo. A partire della fondamentale questione sul Dea di II livello. Va bene l'assetto funzionale Chieti-Pescara, se questo va di pari passo con quello L'Aquila-Teramo. La commissione regionale dedicata a valutarne la fattibilità si sbrighi a concludere questa fase per permettere ai due Dea di procedere all'unisono, superando le ridicole remore su tempi e spazi del disgraziato periodo Paolucci-D'Alfonso", l'affondo. 

Insomma, la preoccupazione è palese. A manifestarla esplicitamente è l'Università degli Studi dell'Aquila: la Rettrice Paola Inverardi ed il Rettore eletto Edoardo Alesse hanno inteso ricordare che l'Ateneo è una delle due sedi abruzzesi che eroga formazione medica e sanitaria e collabora in regime convenzionale con la Regione per la gestione della sanità, esprimendo "un forte dissenso rispetto alla sopradetta ipotesi che penalizzerebbe ulteriormente le aree interne ancora impegnate a fronteggiare gli eventi catastrofici verificatisi nell'ultimo decennio".

L'Ateneo aquilano, che eroga numerosi corsi di studio di area sanitaria, triennale, specialistica e a ciclo unico, come Medicina e Chirurgia, Odontoiatria, Infermieristica "da sempre concorre in termini quantitativi e qualitativi alla gestione della sanità abruzzese ed ha, negli anni, investito una quota rilevante di risorse proprie sia per il reclutamento di nuovi ed eccellenti operatori della sanità che per la progressione in carriera di professionisti con elevato profilo già presenti in ruolo", hanno aggiunto Inverardi e Alesse. "Tutto ciò a vantaggio dell'assistenza nelle aree interne che gravitano nelle due ASL, ASL 1 Avezzano-Sulmona-L'Aquila e ASL 4 Teramo con le quali l'Università dell'Aquila opera in regime di convenzione. Questo importante impegno economico dell'Ateneo, volto a migliorare le performance assistenziali, oltre che quelle di didattica e ricerca, potrebbe essere fortemente penalizzato da scelte della governance regionale non ponderate e condivise con i principali attori territoriali".

Pertanto il vertice dell'Ateneo aquilano, a tutela dei propri interessi istituzionali e di quelli dell'intera area interna, si è associato alla richiesta che l'iter istitutivo dei due presidi di secondo livello di Chieti Pescara e L'Aquila –Teramo avvenga in parallelo e proceda quanto più rapidamente possibile, nel rispetto di un generale principio di uguaglianza dei territori e delle loro necessità.

Durissimo il commento dell'ex consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci (PD). "Il bluff delle elezioni regionali è finito", l'affondo. "Il governo attuale, che ha vinto sulle contraddizioni territoriali tra costa ed entroterra e sul necessario riequilibrio territoriale, ha mostrato il suo volto e lo ha fatto su uno dei temi fondamentali del regionalismo italiano: la sanità. Basta guardare gli allegati al documento di ridefinizione della rete ospedaliera ai sensi del DM70/2015 per comprendere che il presidente Marsilio vuole spostare il baricentro della sua politica non già su un rilancio delle aree interne, ma su un ulteriore potenziamento delle zone costiere".

Per fare un DEA di II livello occorrono 75.000 accessi appropriati al Pronto Soccorso: l’Aquila ne ha poco più di 45.000. Deve essere sede di discipline complesse e quindi servirebbe cardiochirurgia che ha sede a Teramo. "Ma il punto è che - ha spiegato Pietrucci - con la suddivisione delle specializzazioni, sostanzialmente il Dea di secondo livello L’Aquila – Teramo già esiste. Si tratta di costruire, nelle sedi deputate e coinvolgendo i rappresentanti istituzionali di riferimento (perché non tornare a convocare il comitato allargato dei sindaci?), un dibattito serio in cui si possa rilanciare un ruolo di primo piano per le aree interne, per arrivare a una strategia complessiva che non penalizzi nessuno, ma salvaguardi e migliori le eccellenze dell’ospedale e dell’Università dell’Aquila. Con Teramo si possono studiare forme di compensazione per la nostra città, possiamo metterle a punto e proporle assieme ai medici, alle associazioni, ai rappresentanti politici, ai sindacati, agli operatori dei due territori di riferimento. Quando si è trattato di combattere non c’è stato colore politico di appartenenza, ma solamente l’obiettivo di creare un adeguato sviluppo delle aree interne. Non chiedo che si ripeta lo scontro che mi ha visto protagonista con l’allora governatore D’Alfonso, ma mi aspetto che i tanti eletti della provincia dell’Aquila possano far valere le ragioni del territorio che li ha scelti come rappresentanti".

Ultima modifica il Sabato, 27 Luglio 2019 17:55

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