Il 5 agosto del 1941 Carlo Confalonieri salì sul Gran Sasso con un nutrito gruppo di pellegrini e, a ricordo di quell’ascensione, gli fu dedicata una cima, sino ad allora senza nome, che fu chiamata “Picco Confalonieri”. Oggi, 78 anni dopo, la Giunta comunale, accogliendo la richiesta arrivata dall'associazione sportiva "I Corridori del cielo", ha deliberato l'intitolazione ufficiale di quella cima a Confalonieri, arcivescovo dell'Aquila dal 1941 al 1950 e primo cardinale ad aprire la Porta Santa nella prima Perdonanza moderna, nel 1983.
La cerimonia religiosa si svolgerà il prossimo 5 agosto alle 11.30 alla chiesa della Madonna della Neve di Campo Imperatore. Prima della messa, che sarà celebrata da Don Tracanna, ci sarà un'escursione a Picco Confalanieri con una tappa al rifugio Duca degli Abruzzi dove sarà affissa una targa in suo ricordo (l'appuntamento è alle 7.45 sotto la base della funivia).
Carlo Confalonieri prese le redini della Diocesi nel 1941, diventando una parte importante della resistenza disarmata durante la guerra e l'occupazione dei tedeschi. Si spese in prima persona per difendere antifascisti, ebrei e prigionieri di guerra alleati. Ottenne dai tedeschi il permesso di benedire le salme dei Nove Martiri quando ancora la notizia dell'avvenuta fucilazione era tenuta segreta e lo stesso Confalonieri evitò di renderla pubblica per non suscitare la reazione della città. Dopo l'armistizio dell'8 settembre del 1943, in assenza di autorità civili, svolse un ruolo di supplenza, sventando la distruzione di alcune infrastrutture cittadine progettate dai tedeschi in ritirata. Per i meriti acquisiti nel decennio in cui resse la Diocesi aquilana, fu insignito della cittadinanza onoraria e del titolo onorifico di Defensor civitatis.
A promuovere l'intitolazione ufficiale della cima del Gran Sasso a Confalonieri, il capogruppo in Consiglio comunale di "Benevenuto Presente" con delega alla montagna, Daniele D'Angelo che stamattina ha presentato liniziativa alla stampa insieme a Don Claudio Tracanna, allo storico Walter Cavalieri, e al presidente dell'associazione "I Corridori del cielo" Paolo Boccabella.
"Nel '43, con l'inizio dell'occupazione tedesca dell'Aquila, con una grande responsabilità della Chiesa, Confalonieri stese un'ampissima rete di protezione ecclesiastica in favore di antifascisti, ebrei, di prigionieri di guerra alleati i quali, grazie a lui, venivano smistati nei vari conventi e monasteri aquilani come San Giuliano e Santa Chiara. Il 16 ottobre del 43 dopo il rastrellamento del ghetto di Roma, Confalonieri ordinò che gli ebrei romani sfuggiti a quella retata venissero ospititati nei monasteri del reatino - ha ricordato Cavalieri - Il braccio operativo dell'arcivescovo era Amalia Agnelli, titolare della storica cartoleria lungo il corso, la quale ospitava questi rifugiati e li comunicava in Diocesi con un linguaggio cifrato parlando di "libri".
Il prossimo 13 agosto, alla chiesa della Madonna della Neve di Campo Imperatore il Cardinale Petrocchi celebrerà una messa in suo ricordo.