Prenderà il via domani, 27 agosto, a Castel di Sangro (via di Sangro ore 10) l'iniziativa "Backstage", promossa dalla Filcams Cgil della provincia dell’Aquila con l'obiettivo di "mettere al centro dell’attenzione il settore del turismo e le lavoratrici e lavoratori che operano presso alberghi, ristoranti, bar e campeggi.
"Backstage" proseguirà, sempre nella stessa giornata, a Pescasseroli alle ore 16,30, il 29 agosto, alle ore 10,00 presso i Prati Del Lago a Scanno e nel pomeriggio, sempre a Scanno ore 16,00 presso Piazza Santa Maria Della Valle.
"Intendiamo accendere i riflettori sulla condizione lavorativa dei moltissimi lavoratori del settore turismo - spiega in una nota Luigi Antonetti, segretario Filcams Cgil L'Aquila - ogni giorno alle prese con datori di lavoro che i diritti non sanno nemmeno cosa sono, creando al proprio interno delle competizioni tra lavoratori e calpestando cosi la loro dignità di lavoratore. Vogliamo ricordare che se ai lavoratori non viene garantito un trattamento in linea con quelle che sono le norme contrattuali, con una giusta e corretta retribuzione e il rispetto delle norme per la salute e sicurezza, non si può pretendere dagli stessi la qualità del servizio offerta ai turisti".
"Ciò nonostante - sottlinea Antonetti - spesso nel nostro territorio veniamo a conoscenza di lavoratori che, sulla base di "patti", sono costretti ad accettare un salario fisso, rinunciando a ferie, permessi e altri istituti contrattuali, pur di avere la possibilità di poter lavorare. Appare quindi urgente rimettere al centro il lavoro e la qualità del lavoro, eliminando quella competizione fatta sulla base della riduzione dei diritti e sullo sfruttamento delle persone. Chi vuole lavorare non deve dover competere con gli altri, ma deve poter usare la propria intelligenza per fare al meglio il proprio lavor"o.
"Vogliamo dire alle persone che entrano in un albergo o che vanno al ristorante, di prendere in considerazione ciò che succede ai lavoratori, le loro condizioni di lavoro. Se il lavoro non ha diritti - conclude Antonetti - non è lavoro e non c’è dignità".