La Confesercenti del Centro Abruzzo chiede al Presidente della Regione, Marsilio, la revoca immediata della DPGR n. 82 del 9 settembre 2020, avente per oggetto “Nuove disposizioni recanti misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da virus COVID-19 – Misure restrittive temporanee per i Comuni di Bugnara, Lucoli, Civita d’Antino, Pettorano sul Gizio e Sulmona”.
L’Ordinanza non risolve il problema dei focolai sviluppatisi nei vari centri, non fa giustizia di chi rispetta i protocolli sanitari e danneggia profondamente il tessuto imprenditoriale in quanto le aziende, soprattutto del settore alimentare, enogastronomico e dell’accoglienza che hanno da poco riaperto le proprie attività dopo il lunghissimo lockdown dei mesi precedenti.
Per la Confesercenti del Centro Abruzzo, la sicurezza collettiva dei cittadini non può passare per la chiusura alle ore 20 degli esercizi pubblici di una città che aggraverebbe la situazione con la migrazione verso le località limitrofe non interessate dalla Determinazione del Presidente della Regione Abruzzo. Circola sui social, infatti, la battuta spiritosa: “Dove pensi di andare a quest’ora, sono le 20! A Sulmona c’è il coprifuoco. Andiamo a cena a Pacentro e poi a ballare a Pratola”. Al di là dell’effetto esilarante, vi è, comunque, qualcosa di vero che preoccupa non poco i bar, la pizzerie, i pub, i ristoranti, eccetera. Gli imprenditori che operano nei comuni interessati dalla Determina 82/2020, oltre al danno subiscono anche la beffa di un provvedimento dannoso e inutile per la lotta al Coronavirus.
Per l’Associazione di categoria, piuttosto si rendono necessari maggiori controlli delle forze dell’ordine che debbono gestire le regole del distanziamento sociale e, comunque, tutto quanto previsto dai Decreti del Governo centrale.
L’emergenza del Covid-19 ha colpito tutti da vicino e richiede una stretta collaborazione tra le Istituzioni che, oltre a far rispettare in maniera puntuale le diverse disposizioni sulla lotta alla diffusione del contagio, sono chiamate a dare risposte concrete e immediate alle imprese e ai cittadini.
Le piccole e medie attività commerciali, artigianali e turistiche del territorio stanno vivendo la peggiore crisi della loro storia ed è per questo che non vanno accentuate le difficoltà oggettive con Ordinanze che sono anche carenti dal punto di vista amministrativo in quanto non indicano i Codici ATECO delle attività che dovrebbero chiudere in anticipo.
La Confesercenti del Centro Abruzzo ritiene che per far ripartire queste piccole attività occorre superare l’Ordinanza del Presidente della Regione Abruzzo 82/2020 e assumere misure straordinarie utili a contrastare la crisi di he sta mettendo a dura prova l’imprenditoria locale.
"La Confesercenti del Centro Abruzzo ribadisce la necessità e l’urgenza della revoca immediata".
Critica anche la Filcams Cgil L'Aquila
Critiche sono arrivate anche dalla Filcams Cgil L'Aquila.
"Esprimiamo molte perplessità e un giudizio negativo, rispetto all’ordinanza disposta dal Presidente dalla Regione Abruzzo Marsilio" afferma il segretario provinciale Luigi Antonetti.
"In modo particolare riteniamo l’ordinanza di cui sopra, poco chiara, se non confusionaria, rispetto alla chiusura anticipata alle ore 20:00 degli esercizi commerciali, dei negozi, alimentari e bar, poco chiara perche non si capisce se alle ore 20:00 tutti fuori o tutti dentro? Ma ci chiediamo a cosa mai possa fa riferimento l’ultimo passaggio ”etc” ?? che comunque rischia seriamente di essere dannosa all’economia, di per se già ridotta ai minimi termini in modo particolare se pensiamo alla Valle Peligna, la maggior parte delle attività sono riferite a Bar , Ristoranti, Pub e piccoli negozi alimentari ed artigiani . A tal proposito facciamo presente che a Sulmona ci sono aziende che fanno parte della Grande Distribuzione Organizzata, l’ordinanza del 09/09/2020 riguarda anche tali settori?".
"Riteniamo tali misure restrittive negative, visto che è rivolta a soli 3 Comuni in Valle Peligna a maggior ragione se pensiamo che glistessi hanno già un’alta percentuale di casi positivi, ciò significa rendere vulnerabili tutti gli altri paesi limitrofi, che cosi facendo rischieranno seriamente di essere invasi da persone che intendono usufruire dei servizi limitati nei loro paesi, creando non pochi assembramenti e molto probabilmente una maggiore espansione epidemiologica da virus COVID-19".
"Pertanto riteniamo tali misure restrittive non efficaci a garantire la sicurezza dei lavoratori che operano nei settori del commercio in generale e nelle attività di ristorazione, di conseguenza non saranno ulteriormente garantite le misure di sicuerezza nei confronti della società civile".
Fedele (M5S): "Inserire subito codici Ateco"
Anche il consigliere regionale dei Cinque Stelle Giorgio Fedele parla di "ordinanza poco chiara: siamo già stati abituati a documenti scritti male da questa Giunta regionale, che rischia di creare enorme confusione prima e, in seguito, di dover nuovamente mettere mano alle delibere per aggiustare il tiro. Le restrizioni di specie previste dal Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio sono contenute in un documento scritto probabilmente di fretta, tanto da non specificare, tra le altre cose, quali siano nel dettaglio le attività commerciali che devono essere sottoposte alla chiusura anticipata prevista per le ore 20:00".
Sarebbe stato sufficiente fare riferimento ai Codici Ateco che identificano in maniera non fraintendibile le singole attività, così come fatto a livello nazionale dal Governo nell'affrontare le fasi più acute dell'emergenza Covid. "La problematica, oltre che dagli stessi negozianti, ci è stata sollevata anche da alcuni commercialisti e consulenti del lavoro che non riescono a dare indicazioni chiare ai loro assistiti in quanto non contenute nel documento prodotto da Regione Abruzzo. In un momento così difficile che riporta un intero territorio all’incubo del lockdown sarebbe stato quantomeno opportuno fare attenzione e scrivere bene l’ordinanza. Si continua invece a lasciare spazio a interpretazioni e quindi, per esempio, un ristoratore la cui attività va ben oltre l’orario delle 20, non sa se tra i bar e alimentari è ricompresa anche la sua, visto che nel punto successivo all’orario di chiusura è previsto l’obbligo di tenuta del registro accesso clienti proprio per i ristoratori. Stessa questione riguarda altri esercizi come le pasticcerie, le gelaterie ecc. La confusione può portare a comportamenti scorretti tali da mettere i commercianti a rischio sanzioni o peggio esporre i cittadini al contagio. Si inseriscano i codici Ateco all’interno della delibera e si mettano in condizione tutti gli esercenti di seguire i corretti comportamenti in modo da sedare in pochissimo tempo la nascita di nuovi eventuali focolai e tornare quanto prima al normale svolgimento dei servizi”.