“Che botta però a Parigi eh, mi tengo la mia opinione per me, e me lo tengo nel cuore. Non è la questione credere o non credere, se ti è piaciuta o non ti è piaciuta. Con loro che uccidono i nostri figli noi uccidiamo i loro figli, con loro che uccidono le nostre donne noi uccidiamo le loro donne…”.
"In Siria ci sono vari gruppi e non bisogna unirsi al gruppo sbagliato. I migliori sono al Nusra e Fateh al Islam che sono appoggiati da stati come Qatar e Arabia Saudita. Ci sono altri gruppi che non si sanno comportare, al Nusra invece è l'esercito dell'Islam, è un'organizzazione buona'', è quanto si sente in un'altra conversazione intercettata tra gli indagati.
Così parlavano, in alcune conversazioni intercettate dagli investigatori, alcuni degli fermati dai carabinieri del R.O.S. e dai finanzieri del G.I.C.O. dell'Aquila nell'ambito dell'operazione antiterrorismo "Zir-Money Transfer", che ha portato all'arresto di 10 persone (8 di origine tunisa e 2 italiani) e al sequestro di beni immobili e di somme di denaro superiori al milione di euro. Gli indagati sono, in totale, 17, dislocati tra Abruzzo, Lombardia, Piemonte e Marche
L'operazione è stata coordinata e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed Antiterrorismo dell'Aquila. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip del tribunale dell'Aquila Giuseppe Romano Gargarella.
I dettagli dell'operazione sono stati illustrati questa mattina in conferenza stampa dal procuratore Antimafia della DDA dell'Aquila Michele Renzo, dal comandante dei Ros Pasquale Angelosanto e dal comandante regionale della Guardia di Finanza Abruzzo Gianluigi D'Alfonso.
Le indagini, partite nel 2015, hanno smascherato una rete criminale che faceva capo a un uomo di mezza età di nazionalità tunisina, Jamaleddine B. Brahim Kharroubi, 57 anni, residente a Torino con dimora ad Alba Adriatica, in provincia di Teramo.
L'uomo, titolare di alcune aziende operanti soprattutto nel settore dell'edilizia, usava la sua attività imprenditoriale per creare fondi neri - principalmente tramite il meccanismo della sovraffatturazione degli stipendi dei dipendenti - che poi, con un intricato sistema di passaggi di denaro attraverso altre società residenti anche all'estero (Germania, Belgio e Inghilterra), ma anche grazie a un mini esercito di spalloni, arrivavano in Turchia, dove a fare da collettore c'era un'azienda specializzata nel commercio di tappeti.
I soldi servivano a finanziare attività riconducibili a organizzazioni islamiche radicali come Al-Nusra (gruppo armato jihadista salafita attivo dal 2012 nel contesto della guerra civile siriana), o a imam radicali dimoranti in Italia, tra cui l'imam della moschea Dar Assalam di Martinsicuro, nel Teramano, già condannato in via definitiva per associazione con finalità di terrorismo internazionale, quello di Aversa, anch'egli arrestato e condannato per terrorismo, nonché quelli di Latina, Bari, Torino e Milano.
Il punto d'arrivo della catena di trasferimenti era la città di Ganziatep, centro situato nel sud della Turchia, a una settantina di chilometri dal confine siriano, famoso per essere uno dei principali luoghi di transito e reclutamento dei foreign fighters.
Tutto ciò avveniva grazie a una commercialista piemontese che era al libro paga del capo dell'organizzazione e che conosceva tutti i segreti per far transitare il denaro da una società all'altra e da uno stato all'altro.
In carcere, oltre a Jameleddine B. Brahim Kharroubi, è finito Atef Argoubi, 40enne residente a Castorano (Ascoli Piceno). Ai domiciliari, invece, il 41enne Sabeur Ben Kalifa Jebril e il 40enne Sofiene Ben Khalifa Jebril, entrambi nati in Tunisia ma residenti a Torino, i connazionali 36enni Sahbi Kharroubi e Akram Ben Mohamed Kharroubi, e la 29enne Wissal Doss, tutti residenti ad Alba Adriatica (Teramo). Sono donne e sono ai domiciliari le persone di nazionalità italiana: la 52enne Nicoletta Piombino, nata a Corato (Bari) ma residente a Torino, moglie del principale indagato, e la 43enne Cristina Roina, quest’ultima commercialista di una delle società controllate da Brahim Kharroubi.
Le accuse nei confronti degli arrestati e degli indagati è di autoriciclaggio e reati tributari con finalità di terrorismo.
LE REAZIONI
Marsilio: "Mai abbassare la guardia"
"Un sincero ringraziamento alle forze dell’ordine e alla magistratura che hanno sgominato una banda di terroristi radicata nel territorio abruzzese. Una scoperta inquietante che ci ricorda come non si debba mai abbassare la guardia per garantire la sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini".
Questa la dichiarazione del Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
Fina (Pd): "Stato ha dimostrato di avere qualità anticorpi notevole"
"Sono molto colpito dalle notizie di oggi, e desidero rivolgere a nome del mio partito un ringraziamento alla magistratura e alle forze dell'ordine che hanno condotto e portato a termine la delicata e complessa indagine che ha visto arresti in Abruzzo per reati connessi al terrorismo. La dimostrazione della qualità degli anticorpi dello stato democratico è stata notevole, e il mio ringraziamento si estende a tutti coloro che per lo Stato e la comunità lavorano tutti i giorni per vigilare, prevenire e reprimere le attività criminali".
Ad affermarlo è il segretario regionale del Pd Abruzzo Michele Fina.
Biondi: "Il nostro Abruzzo è in mani attente e competenti"
"Il nostro Abruzzo è in mani attente e competenti. Sono grato a chi, quotidianamente, non risparmia il suo impegno per la tutela della comunità".
Lo dichiara il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, alla luce delle indagini condotte dai Carabinieri del Ros e finanzieri del Gico dell'Aquila che ha portato all'arresto di dieci persone per reati tributari e di autoriciclaggio, con finalità di terrorismo nell'ambito di un'operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia dell'Aquila. "Ringrazio la magistratura che ha coordinato questa brillante operazione, l'Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza, solidi punti di riferimento della nostra comunità, sempre in prima linea. La nostra terra non può essere usata come punto di snodo dell'illegalità", ha concluso il sindaco.