Giovedì, 12 Settembre 2019 16:45

L'Aquila, servizio di pre-interscuola attivato in 14 dei 17 plessi. E manca la mensa

di 

"Dal 10 settembre è possibile presentare le domande di iscrizione al servizio di pre ed interscuola, relativamente all'anno scolastico 2019/2020, da parte dei genitori degli alunni delle scuole primarie. I moduli per la presentazione delle domande sono reperibili sul sito internet istituzionale dell'Ente, a questo indirizzo, ovvero presso lo Sportello Unificato, sito al piano terra della sede municipale di viale Aldo Moro n. 30, aperto al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.30, ed il martedì ed il mercoledì anche nel pomeriggio, dalle ore 15.30 alle ore 17.30".

Lo rende noto l'Assessore alle Politiche Educative del Comune dell'Aquila, Francesco Cristiano Bignotti, che prosegue precisando che "i genitori che intendono usufruire della riduzione delle tariffe annuali previste, sono tenuti come consuetudine a presentare la certificazione ISEE in corso di validità del nucleo familiare del bambino, unitamente alla domanda di iscrizione al servizio, debitamente compilata".

"Sia pur alla luce della minore disponibilità di personale impiegabile per tali finalità in virtù delle vigenti restrizioni di legge - aggiunge l'assessore - sin dall'avvio del nuovo anno scolastico è risultato possibile attivare il servizio di pre e di interscuola in 14 dei 17 plessi in cui lo stesso è stato assicurato nel tempo, fermo restando che alla relativa attivazione nei tre plessi residui si provvederà a breve, all'esito del reperimento delle ulteriori professionalità necessarie in tal senso".

Una soluzione ragionevole, forse, "ma che non ci convince" la denuncia di Miriam Anna Del Biondo, segretaria generale FLC Cgil e Luigi Antonetti, segretario generale FILCAMS Cgil. "Alcuni giorni fa l’assessore rassicurava l’utenza circa le preoccupazioni sollevate riguardo a possibili disservizi nell’erogazione di pre-scuola ed interscuola nelle scuole cittadine; affermava che si stavano cercando soluzioni ad un problema tecnico legato all’impossibilità di sostituire insegnanti non più in servizio. La soluzione è stata trovata: alcuni plessi cittadini sono al momento sforniti del servizio poiché le unità di insegnanti a disposizione non coprono il fabbisogno. La misura adottata ha previsto l’esclusione di quei plessi dove il numero delle iscrizioni non è elevato. Lo ribadiamo: la soluzione non ci convince".

La prima obiezione riguarda i tempi: "non si può pensare di trovare soluzioni a problemi tecnici, di cui si è già a conoscenza da tempo, all’inizio di settembre. E se anche fosse una sola la famiglia coinvolta, avrebbe comunque diritto all’erogazione del servizio che paga. Perché, forse è necessario ricordarlo, la scuola pubblica è un servizio che, spesso, va ad agire proprio a sostegno di quelle fasce della popolazione che non possono pensare ad soluzioni più onerose. Soprattutto, non possono farlo a meno di una settimana dall’inizio delle attività didattiche".

A maggior ragione se al problema del pre-scuola ed interscuola, numericamente più limitato, si aggiunge quello ancor più sentito e diffuso della mancata partenza della mensa, almeno per la prima settimana del nuovo anno scolastico. "Sappiamo dai lavoratori e dalle lavoratrici della società appaltatrice, che, ci teniamo a sottolineare, non ha responsabilità alcuna nel ritardo dell’erogazione del servizio, che il disservizio non dovrebbe superare la settimana e che potrebbe dipendere da una mancata tempestiva comunicazione del numero dei pasti da parte delle scuole cittadine", hanno spiegato Del Biondo e Antonetti. "La stessa rassicurazione circa i tempi l’abbiamo avuta da una nostra interlocuzione con il Comune che, però, è stato vago circa la natura del problema. Al di là delle ragioni che hanno determinato il ritardo, ci sentiamo di esprimere contrarietà per il mancato perfezionamento di tutte le attività necessarie ad un sereno inizio di anno scolastico che crea disagio alle scuole, costrette a proporre, per il tempo necessario, un orario solo antimeridiano e alle famiglie che dovranno inventarsi soluzioni estemporanee ed acrobatiche per la loro organizzazione".

Per il ruolo che agiamo - hanno aggiunto i rappresentanti sindacali - "sappiamo bene che il disservizio nell’erogazione dei pasti lascia a casa, sempre per il tempo necessario che ci auguriamo davvero sia limitato ad una settimana, gli operatori e le operatrici della società appaltatrice, anche questo con notevoli difficoltà per le famiglie che su quel lavoro contano per il proprio sostentamento. Ma forse questo triste scenario che, comunque, riguarda il benessere dei cittadini e delle cittadine e la qualità della vita del nostro territorio, per il Comune dell’Aquila non rappresenta una priorità". 

Ultima modifica il Venerdì, 13 Settembre 2019 00:53

Articoli correlati (da tag)

Chiudi