Venerdì, 13 Settembre 2019 01:32

Festival degli Incontri, la versione del direttore artistico Silvia Barbagallo

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“Biondi è poco informato, sia su questa vicenda che sulla mia carriera e la mia storia professionale. Anziché screditarmi, pensi a sbloccare i fondi, senza i quali non possiamo pagare le persone che hanno lavorato e continuano a lavorare alla produzione del festival”.

Silvia Barbagallo, direttore artistico del Festival degli Incontri, risponde così all’attacco sferratole dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi ieri in conferenza stampa.

Ai microfoni di NewsTown, precisa che il programma del festival era stato approvato a luglio da un comitato di saggi istituito attraverso un'intesa firmata da Mibac e Comune (dunque sottoscritta anche da Biondi); annuncia di non voler fare nessun passo indietro rispetto ai contenuti; e racconta anche di conoscere molto bene L’Aquila, per essere venuta a lavorare qui più volte dopo il terremoto, in progetti e attività culturali che hanno portato in città anche scrittori del calibro di David Grossman.

Ha letto le dichiarazioni di Biondi? Cosa risponde?

La ricostruzione fatta dal sindaco Biondi è alquanto imprecisa. Io sono stata nominata direttore artistico del festival ad aprile, dopo aver partecipato a un bando. All’inizio il festival si doveva fare a luglio, un’impresa impossibile. Di solito per organizzare un evento come questo si parte un anno prima, se si vuole farlo con tutti i crismi. Questo per dire che il festival nasce già con un affanno iniziale. Comunque, vista l’impossibilità di farlo a luglio, avevamo chiesto al Comune di darci altre date. Presto, però, abbiamo scoperto che nei giorni che ci erano stati indicati, sempre dal personale del Comune, c’era sempre qualche altro evento: il festival jazz, la Notte dei ricercatori, successivamente il Festival della montagna e infine anche il Festival della Partecipazione. Alla fine gli organizzatori di quest'ultimo sono stati gentilissimi e l'hanno spostato.

Il sindaco ha detto che in questi mesi non si è mai fatta vedere all’Aquila e che due giorni fa le ha telefonato ma lei aveva il telefono staccato e non l’ha richiamato.

All’Aquila sono stata diverse volte, ho partecipato a diverse riunioni proprio nella sede del Comune, non ultima quella di fine luglio in cui è stato approvato il programma del festival. A quell’incontro era previsto che partecipasse anche il sindaco ma siccome aveva un impegno personale era dovuto andare via anche se al suo posto poi aveva mandato un delegato. Comunque quel giorno c’era anche la dottoressa Alessandra Macrì (il segretario generale del Comune dell'Aquila, ndr). Quanto alla telefonata, non è vero che avevo il telefono staccato. Era semplicemente occupato. Una cosa normale visto che ricevo ogni giorno tantissime telefonate, anche da numeri che non conosco. E sinceramente non so che numero abbia il sindaco.  

Biondi dice anche che le richieste di utilizzo del suolo pubblico sono arrivate solo ieri mattina.

Al Comune ho mandato diverse mail, comprese quelle in cui chiedevo le specifiche relative all’utilizzo dei luoghi, alle quali non ho mai ricevuto risposta. Tra l’altro il sindaco fa anche confusione sui ruoli e le procedure, visto che le richieste per l’uso degli spazi pubblici le fa l’ente che organizza il festival, non il direttore artistico. Detto ciò, le specifiche sono state chieste più volte, anche quelle sugli spazi della Curia, ma informazioni dettagliate non ci sono mai state date. Ci è stato solo detto che la Curia non avrebbe gradito ospitare spettacoli che avessero un certo orientamento politico. Quanto ai contenuti del festival, il sindaco in conferenza stampa ha omesso di riportare un particolare molto importante.

Quale?

Il Mibac e il Comune, d’intesa, avevano stretto un accordo che prevedeva l’istituzione di un comitato di 5 saggi, formato da rappresentanti dei due enti, un soggetto pensato a posta perché il direttore artistico potesse avere un interlocutore. Il programma del festival è stato approvato dal comitato, di cui fanno parte due rappresentanti del Comune, a fine luglio. Non so perché il sindaco dica di non averlo mai ricevuto, mi pare che questo sia però un problema interno al Comune, non mio. Tra l’altro dopo il sì del comitato, ho ricevuto anche l’approvazione della Direzione generale dello spettacolo del ministero. Non capisco come mai il sindaco si svegli proprio oggi (ieri, ndc) dicendo che il programma non va bene e che va cambiato.

A questo punto il festival si farà?

Io sono stata ingaggiata secondo regole chiare e trasparenti e di certo non farò un passo indietro sui contenuti. Continuerò a difenderli perché questo è il mio mestiere, così come Biondi fa il suo mestiere, che non è quello di direttore artistico. Piuttosto, provveda a sbloccare i fondi che sono ancora bloccati, una situazione che non consente di pagare le persone che stanno lavorando da mesi a questo progetto e di mandare avanti la produzione del festival.

Il sindaco ha detto che lei fa parte di un certo mondo vicino alla sinistra.

La scelta di un direttore artistico è sempre contestabile. Un direttore artistico ha una sua personalità, se si fa una scelta poi si avrà un programma conseguente a quella scelta. Non si può pensare di cambiare il dna di una persona che lavora in questo campo da tanti anni. Soprattutto non si può pensare di mettere in dubbio la mia professionalità come ha fatto oggi (ieri, ndc) il sindaco in una conferenza stampa pubblica, dicendo cose ai limiti del consentito per screditarmi. Per me parla la mia storia, che è lunga 20 anni.

Biondi ha dato a lei e Annalisa De Simone delle sciacalle e delle marchettare. Querelerà?

Non lo so, dovrò fare delle riflessioni profonde. A me sta a cuore che questo progetto, che è stato pensato, curato e sul quale c’è stato un investimento emotivo forte, si faccia nell’interesse degli aquilani. Tra l’altro Biondi è anche male informato visto che L’Aquila è una realtà che conosco bene. Qui ho lavorato in molte occasioni, sia nel 2009 che negli anni successivi. Insieme a un’associazione, L’Aquila Fenice, composta anche da molti aquilani, l’anno del terremoto organizzammo attività culturali per adulti e anche per ragazzi nelle tendopoli, quando ancora c’erano i campi. Successivamente, man mano che la città si ricostruiva, abbiamo portato avanti altri progetti e organizzato altri eventi, siamo andati nelle scuole e in altri luoghi adibiti a centri culturali. Abbiamo portato all’Aquila giornalisti e scrittori, uno su tutti David Grossman. Sono stata tanti anni in contatto con L’Aquila e tutta l’attività che ho svolto l’ho svolta sempre a titolo gratuito.

Come mai, pur avendo a disposizione un budget così ampio, non avete promosso campagne pubblicitarie o di informazione per far conoscere il festival? Prima che scoppiasse questo caso, quasi nessuno all’Aquila sapeva che esistesse.

Per una ragione molto semplice: se i fondi sono bloccati, come facciamo a pagare tutte queste cose? Come facciamo a pagare i fornitori, l’ufficio stampa, la comunicazione social? Sono tutte attività che vanno contrattualizzate, o vogliamo andare contro la legge e far lavorare la gente senza compenso? Abbiamo tutta la parte grafica, creativa e di immagine pronta da fine luglio ma non ci sono i soldi per pagare chi ci ha lavorato. E’ stato fatto il sito, il piano di comunicazione, ma non sbloccando i fondi, Biondi non ci ha messo in condizione di poter chiudere la produzione. Il sindaco può anche fare conferenze stampa da solo ma non è in grado di raccontare seriamente questa storia.

Ultima modifica il Venerdì, 13 Settembre 2019 10:08

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