Manca poco più di un anno alla scadenza dei contratti dei 75 dipendenti a tempo determinato di Comune dell'Aquila, Usra e Usrc (quelli rimasti dei 106 assunti con concorso subito dopo il terremoto) ma ancora non è stato avviato nessun iter per la loro stabilizzazione.
Per questo la Fp Cgil e le Rsu, all'indomani dell'annuncio, da parte del Comune, dell'assunzione di altri 12 operai a tempo indeterminato, sono tornati a chiedere che si riattivi un confronto tra enti locali, Regione e Governo per trovare una soluzione definitiva anche a coloro che ormai sono diventati i "precari storici", visto il perdurare da dieci anni della loro condizione di instabilità.
"Ben venga, naturalmente, l'assunzione a tempo indeterminato di altri 12 operai, dopo i 9 stabilizzati due anni fa" afferma il segretario della Fp Cgil della provincia dell'Aquila Anthony Pasqualone "Ma non si dimentichino tutti gli altri lavoratori assunti a tempo determinato dopo il terremoto. Faccio presente che negli anni abbiamo perso il 30% di questa forza lavoro perché chi ha potuto è andato a lavorare altrove, ovunque potesse avere condizioni di lavoro più stabili. Questa precarietà non si riflette solo sulla vita dei lavoratori ma anche sui servizi offerti dagli uffici, perché sono tutti lavoratori che portano avanti settori essenziali".
"Bisogna fare in fretta" dicono le Rsu dell'Usra, rappresentate da Valentina Valleriani "Il 31 dicembre 2020 sembra lontano ma è dietro l'angolo".
All'Ufficio speciale della ricostruzione, dei 25 dipendenti a tempo determinato ne sono rimasti 13 e siccome le graduatorie si sono nel frattempo esaurite, chi va via viene rimpiazzato da lavoratori assunti attraverso le agenzie interinali. E parliamo di un ufficio di importanza strategica, che ha in mano, insieme al Comune, tutta quanta la ricostruzione privata.
E' un esodo che non ha risparmiato nemmeno Comune dell'Aquila e Usrc. Chi può va via non appena trova condizioni di lavoro più favorevoli, ossia contratti a tempo indeterminato. Al Comune dell'Aquila, dei 56 lavoratori assunti dopo il terremoto ne sono rimasti 42; all'Usrc il numero è sceso da 25 a 20.
Tra i precari del Comune, non ci sono solo tecnici si occupano direttamente di ricostruzione ma impiegati senza i quali settori vitali come diritto allo studio, anagrafe, tributi locali, gestione Progetto Case, sociale, semplicemente, si bloccherebbero.
"Sono competenze e prefessionalità acquisite" dice Diego Del Vecchio, delle Rsu Cgil del Comune dell'Aquila "Questa amministrazione sta dando segnali forti sulla lotta al precariato. Speriamo continui su questa strada, noi non abbasseremo la guardia".
Oggi, in effetti, è in programma una riunione di giunta al termine della quale dovrebbe essere partorita una delibera di indirizzo, che ovviamente non risolverà il problema ma ribadirà la volontà dell'amministrazione di stabilizzare i lavoratori.
Le buone intenzioni ovviamente non basteranno. Il principale elemento ostativo alla stabilizzazione dei precari, infatti, non è tanto di ordine normativo - in base alla legge Madia, i lavoratori di cui parliamo hanno tutti i requisiti per essere assunti a tempo indeterminato - quanto economico.
Al momento questi lavoratori vengono pagati non con i soldi del bilancio comunale ma grazie a una contabilità speciale chiamata Fondo per l'assistenza tecnica. Oggi il Comune dell'Aquila non ha in bilancio le risorse per farsi carico della stabilizzazione di tutti i lavoratori. Nè le hanno, ovviamente, i piccoli comuni del Cratere, per conto dei quali lavorano i dipendenti dell'Usrc.
Secondo il sindacato e le Rsu, nei prossimi anni, tra dipendenti che andranno in pensione e altri che andranno via anticipatamente approfittando di quota 100, rimarranno vacanti, in seno agli organici comunali - già, peraltro, sottodimensionati - molte posizioni. Vuoti che potrebbero essere colmati proprio assumendo in pianta stabile i lavoratori attualmente precari.