Venerdì, 27 Settembre 2019 23:53

Sanità, Cgil: "Da tavolo monitoraggio giudizio impietoso". Verì minimizza

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"La sanità abruzzese non gode di ottima salute: il 12 % dei cittadini di questa regione rinuncia alle cure per ragioni economiche ed in tanti sono costretti a pagare un conto salatissimo per curarsi nelle strutture private a causa dei lunghi tempi delle liste di attesa. Se questa è la situazione con la quale sono costretti a convivere gli abruzzesi, sembra che la loro condizione sia destinata a peggiorare stante l'immobilismo della Regione Abruzzo, con una programmazione regionale carente che rischia di bloccare gli investimenti e la necessaria riorganizzazione del sistema sanitario. A dimostrazione di ciò vi sono le osservazioni fatte dal Tavolo di monitoraggio che, nella riunione del 30 luglio, ha espresso sulla regione un giudizio impietoso. Nonostante questo, da allora non sono stati compiuti passi in avanti".

E' quanto rileva la Cgil Abruzzo dopo aver analizzato il verbale del Tavolo di monitoraggio.

Il sindacato sottolinea, inoltre, come, ad oggi, non siano arrivate risposte circa le richieste di Cgil, Cisl e Uil, supportate dalla raccolta di oltre 17mila firme per l'eliminazione del superticket, il potenziamento della medicina territoriale (al contrario sono stati sottratti 2 milioni di euro per gli investimenti), l'abbattimento delle liste di attesa (il piano regionale approvato a maggio stenta a decollare) e la medicina di genere.

Al Tavolo Tecnico di verifica degli adempimenti regionali partecipano, tra gli altri, rappresentanti del Ministero della Salute, di quello dell'Economia e dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Le criticità maggiori, in base a quanto rilevato, riguardano: programmazione dell'assistenza territoriale, rete ospedaliera, assunzioni di personale nelle Asl.

"Per quanto riguarda la programmazione dell'assistenza territoriale - afferma la Cgil - ad oggi tale documento non viene ancora presentato ufficialmente nonostante vi sia una forte necessità di potenziamento della sanità sul territorio e la necessità di incrementare le strutture residenziali per anziani non autosufficienti, creare le case della salute, aumentare le cure a domicilio. L'inadeguata della rete territoriale porta anche la conseguenza che in Abruzzo il tasso di ospedalizzazione della popolazione ultrasettantacinquenne è decisamente alto rispetto alla media nazionale e ciò è una delle cause del sovraffollamento di molti reparti ospedalieri, a partire ovviamente dalle geriatrie".

"Anche sul documento relativo alla rete ospedaliera - prosegue il sindacato - il Tavolo Tecnico è ancora in attesa di ricevere documentazione idonea richiesta. L'Abruzzo ha il diritto-dovere di ottenere due Dea di secondo livello, ma ad oggi l'indecisionismo politico sta causando ritardi inaccettabili".

C'è poi il problema delle assunzioni.

Le carenze di personale sanitario nelle Asl, afferma la Cgil, "stanno pregiudicando la qualità dei servizi e le recenti delibere di assunzioni per un totale di 1.157 unità oltre ad essere insufficienti a coprire le carenze attuali (ben superiori alle 2.000 unità senza considerare le centinaia di uscite per pensionamenti che avremo nei prossimi mesi) sono subordinate alla definizione della rete ospedaliera e territoriale, dunque si rischia che resti tutto bloccato ancora per molti mesi. Solo nel corso del 2018, tra pensionamenti e nuove assunzioni - dice ancora il sindacato - abbiamo avuto una riduzione di 315 unità di lavoratori a tempo indeterminato che sono stati compensati parzialmente da lavoratori precari. E' necessario procedere alla stabilizzazione dei lavoratori che ne hanno diritto e partire con urgenza con un grande piano di assunzioni".

"Negli anni passati - osserva la Cgil - è esplosa la spesa farmaceutica, quella per beni e servizi e quella per prestazioni da privato, è necessario che finalmente si metta mano immediatamente alla razionalizzazione di tali spese, ma ad oggi non si registrano azioni positive in merito.
Basti pensare che nel 2018 il costo della farmaceutica è stato pari a 287,9 milioni di euro: tale voce ha registrato un incremento di circa 36,6 milioni rispetto al Consuntivo 2017 e di 24,7 milioni rispetto al Programmatico 2018".

"Analogamente - rileva ancora il sindacato - la spesa per altri beni e servizi nel 2018 è risultata in aumento rispetto al Consuntivo 2017 per 7,3 milioni di euro e di ben 27,8 milioni rispetto al Programmatico 2018. Il Tavolo Nazionale ha già rappresentato che la mancanza di governance nella gestione degli acquisti di beni e servizi sta avendo notevoli ripercussioni nella spesa, ma non risulta si stia lavorando in tale direzione".

"Giudizio analogo - prosegue la Cgil - viene espresso con riferimento ai rapporti con gli erogatori privati, per cui, tra l'altro, si censurano le scelte operate dalla Giunta Regionale con le recenti delibere approvate nel giugno scorso. In particolare si contesta la possibilità per gli operatori privati di variare la destinazione del singolo posto letto rispetto alla patologia per la quale esso è stato accreditato. Per i Ministeri avallare il libero interscambio dei posti letto vorrebbe dire vanificare il fine della programmazione dei ricoveri e consentire alla struttura accreditata di prescindere dalle prestazioni e dalle attività concordate (per specifica tipologia e quantità) con la Asl. Infine i Ministeri chiedono alla regione di modificare le regole per le quali oggi molte strutture chiedono il riconoscimento dell'extrabudget".

"Sbagliata, infine - va avanti il sindacato - la scelta di procedere alla costruzione di nuovi ospedali attraverso la tecnica del project financing. Nonostante nelle regioni dove questo strumento di finanziamento è stato già utilizzato per la costruzione di ospedali si siano verificati veri disastri economici e spreco di danaro pubblico, sembra che in Abruzzo la politica sia sorda a tali allarmi. Ci sono anche sezioni regionali della Corte dei Conti che si sono chiaramente espresse sulla inopportunità di utilizzare la finanza di progetto nella realizzazione di nuovi ospedali. Il tutto, tra l'altro, viene disposto senza che vi sia alcun dibattito pubblico favorito dalle stesse isitituzioni proponenti e senza che si conoscano dati e numeri, come riconvertire le attuali aree ospedaliere, insomma senza alcuna trasparenza".

"La sanità è una di quelle materie già fortemente delegate alle regioni e ci sono forze politiche che spingono per una ulteriore autonomia regionale. Allora preoccupiamoci di gestire meglio questa responsabilità anziché chiederne altre, e per fare ciò è necessario un cambio di passo  urgente, il malcontento dei cittadini è forte e la nostra regione - conclude la Cgil Abruzzo - rischia un ulteriore arretramento rispetto alle regioni del nord che hanno saputo compiere le scelte giuste".

M5S: "Centrodestra rischia di far chiudere Penne e Popoli"

"Regione bocciata dal Ministero della Salute, troppi ritardi. Infatti, in nove mesi, del riordino della sanità in Abruzzo, promesso e sbandierato dal centro destra, non c'è traccia. La notizia, che apprendiamo dalla stampa, mette nero su bianco il fallimento totale della gestione della sanità abruzzese. Centro sinistra e centro destra si alternano alla guida di Regione Abruzzo ma per i cittadini abruzzesi è sempre la stessa   minestra. Una minestra amara che vede la sanità completamente allo sbando e con ritardi non più tollerabili neanche dagli uffici tecnici del Ministero".

Il commento arriva dal Vice Presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari che incalza "l'operato dell'assessore Nicoletta Verì è stato bocciato. I ritardi nella stesura del piano sanitario hanno un peso grandissimo sulla quotidianità degli  abruzzesi, basta pensare a quelle deroghe al decreto Lorenzin, che il M5S ha faticosamente ottenuto, sugli ospedale di Popoli e Penne. Deroghe che potrebbero scadere prima che arrivi il riordino della Regione e che quindi annullerebbero la possibilità di salvare quegli ospedali delle aree interne che sono fondamentali per il servizio sanitario abruzzese. Non è più tempo di aspettare, la Giunta si impegna solo su questioni di partito lasciando allo sbando gli abruzzesi".

La replica dell'assessora Verì

"La ridefinizione della rete ospedaliera regionale non era in discussione nella seduta del 30 luglio scorso del tavolo di monitoraggio: la Regione, il 28 luglio, ha inviato le proposte di riclassificazione dei presidi ospedalieri di Penne, Popoli, Castel di Sangro, Atessa, Ortona e Guardiagrele. Per questo motivo, delle nostre istanze non c'è traccia nei verbali della riunione, che è cosa ben diversa dal non averle presentate. Se ne discuterà, come previsto, nel prossimo Tavolo a fine novembre".

Lo sottolinea l'assessore alla Salute, Nicoletta Verì, facendo chiarezza su alcuni passaggi del verbale dell'ultimo Tavolo di Monitoraggio.

"Il 26 luglio, invece, è stata ritrasmessa la richiesta di deroga alla chiusura del Punto nascita dell'ospedale di Sulmona - continua la Verì - che, come riportato a pagina 61 del verbale stesso, dovrà essere valutata in una prossima riunione del percorso nascita nazionale. Anche su questo punto, quindi, non c'è alcuna chiusura da parte del Tavolo".

L'assessore spiega che le proposte complessive di riordino della rete territoriale e della rete ospedaliera, saranno trasmesse nelle prossime settimane ai Ministeri affiancanti.

"Nel frattempo - aggiunge - abbiamo approvato, così come raccomandato nel verbale dal Tavolo, i piani triennali del fabbisogno di personale delle 4 Asl abruzzesi: 1755 nuove assunzioni di personale, che andranno non solo a risolvere le attuali criticità legate agli organici carenti, ma saranno fondamentali per l'avvio della nuova organizzazione dell'assistenza. Naturalmente, a parità di spesa, i manager delle Asl potranno apportare modifiche allo strumento programmatorio, sulla base degli assetti futuri che si delineeranno".

Sulla spesa farmaceutica e sull'abbattimento delle liste d'attesa, il Tavolo ha preso atto dei provvedimenti in tal senso adottati dalla Regione, non sollevando particolari criticità. Ed è stata certificata l'adempienza anche per molti altri obiettivi, sia di salute che economico-finanziari. "Permangono ancora delle criticità riguardo gli erogatori privati - rimarca ancora l'assessore - sulle quali è necessario un ulteriore approfondimento con il Tavolo: va però ribadito, una volta di più, che qualunque meccanismo inserito nei contratti (come l'oscillabilità) non comporta alcun aumento del budget assegnato ai privati, né tantomeno la possibilità per essi di fatturare prestazioni extra. E anche sui controlli da parte delle Asl, non è stata allentata alcuna prerogativa nei nuovi schemi di contratto. In ogni caso, per il rispetto del ruolo istituzionale assegnato dalla normativa al Tavolo e ai Ministeri affiancanti, siamo pronti a confrontarci su ogni aspetto sollevato nel verbale".

Ultima modifica il Sabato, 28 Settembre 2019 00:10

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