La notizia è del 27 febbraio. Il Consiglio provinciale dell'Aquila approva - all'unanimità - la mozione presentata dal consigliere Pierpaolo Pietrucci, "che impegna il presidente, Antonio Del Corvo, ad attivarsi presso il ministero dello Sviluppo economico per favorire il reperimento di nuove commesse a beneficio dei call center della provincia dell'Aquila".
"L’obiettivo - sottolinea Pietrucci - è scongiurare la perdita di rilevanti quote di mercato dagli stessi, conquistate negli anni, evitando così il possibile depauperamento del complesso sistema virtuoso creatosi e che sino ad oggi ha originato positive ed importanti ricadute a livello occupazionale e sociale a favore dei lavoratori e dell'intero comprensorio interessato. Basti pensare a titolo esemplicativo, secondo i dati forniti dal Slc Cgil, che solo nel territorio del Comune dell’Aquila, sono più 2.500 le persone impiegate nei call center, 6 mila in tutta la provincia".
Una buona notizia. Sembrerebbe. Se non fosse che l'approvazione della mozione ha scatenato in questi giorni un vespaio di polemiche nel centrosinistra aquilano. Anche perché la stessa proposta - presentata dal consigliere Stefano Palumbo - era stata discussa e poi accantonata dal Consiglio comunale dell'Aquila non più tardi di un mese fa.
A criticare la mozione Venanzio Cretarola, coordinatore provinciale del Centro democratico - che in Consiglio comunale sostiene la maggioranza Cialente - e imprenditore nel settore dei call center (è attualmente Presidente del Consorzio LavorAbile che a L’Aquila gestisce il Contact Center nazionale integrato INPS-INAIL, ndr). "Il Consiglio provinciale dell’Aquila - ha sottolineato Cretarola - ha approvato una mozione che ‘apparentemente’ punta ad aiutare i call center aquilani. Si tratta della stessa mozione che il Consiglio comunale dell’Aquila ha discusso, e opportunamente accantonato su nostra iniziativa, un mese fa. In entrambi i casi pur con finalità apprezzabili, in realtà li si penalizza. La mozione è formulata in maniera inaccettabile, anche sotto il profilo della legittimità, ed ha un effetto addirittura controproducente, somigliando troppo ad una sorta di ‘raccomandazione’ per l’affidamento alle aziende aquilane anche di commesse di lavoro pubblico. È singolare che sia stata approvata all’unanimità, quindi anche da partiti che invece in Consiglio comunale l’hanno contestata fermamente".
Secondo Cretarola, "ciò che si continua ad ignorare invece è la necessità di contestare decisamente l’emendamento che proprio il Partito democratico ha fatto inserire nella Legge di Stabilità 2014, che addirittura mette fuori mercato per 3 anni tutti i call center aquilani, in maniera secondo noi illegittima. Il Comma 22 dell’articolo 1 prevede incentivi per 3 anni (riduzione del 10 per cento del costo lavoro) esclusivamente a favore dei call center che hanno effettuato stabilizzazioni nel 2008, con evidenti profili di illegittimità sia in base alle norme nazionali che ai regolamenti europei in materia di concorrenza". Poi, la proposta: "Il Centro democratico propone, in attesa o in alternativa alla modifica della Legge di stabilità, di chiedere di integrare i criteri di gestione dei 100 milioni per lo Sviluppo nell’area del sisma prevedendo una finalizzazione specifica per i settori ad alta intensità di personale, non solo i call center".
Una critica che non è affatto piaciuta ai democrat aquilani. "In riferimento al commento di Venanzio Cretarola sulla delibera sui call center approvata all'unanimità dal Consiglio provinciale, non possiamo che rilevare l'antico vizio di fare polemiche sterili su iniziative propositive, vizio che si affaccia aggravandosi specialmente a ridosso delle campagne elettorali", hanno affermato - in una nota - il segretario del Partito Democratico dell'Aquila, Stefano Albano, e il consigliere comunale Stefano Palumbo. "L'obiettivo della delibera - spiegano - è dare ossigeno ad un settore che nel nostro territorio vede impiegate migliaia di persone, spesso giovani, e questo ne costituisce una motivazione di sostegno ulteriore. A Cretarola, che non sappiamo se parli da coordinatore di partito o da imprenditore direttamente chiamato in causa, diciamo che la medesima proposta verrà presentata in Consiglio comunale, per avere ancora maggiore legittimazione e, una volta che sarà cambiata la maggioranza dopo le elezioni, anche in Consiglio regionale”.
Qualche ora dopo, la risposta di Cretarola. "Non capisco perché, invece di rispondere nel merito rispetto ai problemi da me indicati, vi limitate a parlare di 'polemiche sterili e strumentali' fatte a 'ridosso di campagne elettorali', senza toccare nessuno degli aspetti tecnici da me sollevati. Io non farò lo stesso". Cretarola ricorda che l’emendamento presentato da Ermanno Giorgi (consigliere comunale del Centro Democratico) alla mozione Palumbo "mirava a chiarirne l’incongruenza e la pericolosità, suggerendo proposte realmente ed immediatamente percorribili finalizzate al medesimo scopo, non limitandosi a 'raccomandare' i Call Center aquilani. Proponeva invece un diverso utilizzo di una parte del finanziamento di 100 milioni per lo sviluppo, non solo per i Call Center e non esclusivamente per le aziende attualmente esistenti (cosa notoriamente impercorribile in caso di fondi pubblici)".
"Proprio al fine di evitare 'campagne elettorali' - continua Cretarola - il Centro Democratico (al contrario dei proponenti la Mozione che la propagandano da mesi senza alcun confronto con la maggioranza politica di cui facciamo parte) ha sottoposto preventivamente alla sua attenzione, e a quella dei consiglieri di maggioranza, la nostra proposta, in un primo momento accolta. Salvo poi cambiare legittimamente idea, ma con un esito non brillante in quanto la mozione, identica a quella approvata in Provincia, è stata giustamente ritirata su proposta del Sindaco.
Le risposte che invece mi aspettavo, sul merito dei problemi, sono ad esempio:
- Ritenete veramente possibile che il Sindaco ed il Presidente della Provincia debbano e possano attivarsi nei confronti di qualche Ministero per “invitarli” a far giungere commesse di lavoro ai Call Center aquilani? Mi spiego meglio: le commesse private vengono semplicemente se costiamo di meno degli altri. Le commesse pubbliche derivano da gare appunto ad evidenza pubblica. Come pensate che qualora vincessimo una gara pubblica, o solo vi partecipassimo, non ci sarebbero “sospetti” di favoritismo (per non dire altro) scaturiti dall’iniziativa da voi proposta?
- Siete d’accordo con il Comma 22 dell’art. 1 della Legge di Stabilità (proposto con fierezza da un esponente del vostro partito) che concede – a mio avviso del tutto illegittimamente - tre anni di sovvenzione pubblica solo ad alcuni Call Center (quelli che nel 2008 utilizzavano illegittimamente il lavoro a progetto per attività Inbound)?
- Avete chiesto ai lavoratori e agli imprenditori del settore che - come giustamente ricordate, occupa a L’Aquila migliaia di persone - quale sarà l’effetto inevitabile di questa norma, e cioè quello di mettere fuori mercato tutti i Call Center aquilani?
- Siete d’accordo ad intraprendere una immediata e forte iniziativa politica per chiedere la modifica della norma? Siete d’accordo ad appoggiare la nostra proposta di utilizzare una piccola parte del finanziamento per lo sviluppo del cratere del sisma al fine almeno di compensare l’evidente penalizzazione delle aziende aquilane provocata dalla norma?".
Cretarola propone dunque un incontro pubblico, "magari sollecitando la partecipazione di tutti i lavoratori dei Call Center aquilani, nel quale ognuno sarà in grado di mostrare la bontà delle proprie proposte e di raccontare cosa ha fatto finora per il Lavoro a L’Aquila". Con una stoccata finale: "Ve lo sta proponendo l’autore del capitolo su 'Sviluppo e Lavoro' del programma elettorale della coalizione per le ultime elezioni comunali (lo sapevate, vero?), capitolo purtroppo ancora del tutto inattuato".