"Un incontro urgente con l’amministrazione comunale, aperto a tutte le rappresentanze del mondo della piccola e media impresa, del commercio e dell’artigianato, per discutere una consistente riduzione delle aliquote Tares, la tassa sui rifiuti".
A sollecitare il sindaco Massimo Cialente, è il presidente della Cna aquilana, Giorgio Stringini, che si è detto "fortemente impressionato dalla levata di scudi che, da più parti, si è levata in città contro l’aumento della tassa. Un aumento che colpisce in modo particolarmente pesante soprattutto gli esercizi più piccoli, tanto che si tratti di attività con il posto fisso che di ambulanti".
Una vera e propria stangata: "la tassazione locale - sottolinea Stringini - non può non tener conto dello stato di enorme sofferenza in cui versano le imprese, a cominciare da quelle di dimensioni più ridotte".
Parole che arrivano a qualche ora dalla pesante denuncia del direttore regionale di Confcommercio, Celso Cioni, che aveva minacciato azioni eclatanti: "Neanche lo Sceriffo di Nottingham avrebbe mai pensato di dimezzare la Tares alle banche e triplicarle o quadruplicarle ai ristoratori e ai fiorai, alle pizzerie al taglio, ai bar, alle pescherie, ai negozi alimentari e non, ai parrucchieri, agli albergatori, agli impianti sportivi, insomma a chi lavora, alle piccole imprese che già soffrono per la terribile crisi dei consumi e per le conseguenze del sisma". Una presa di posizione durissima, che ha scatenato la reazione dell'assessore al bilancio, Lelio De Santis: "Il Direttore di Confcommercio ha superato ogni limite di critica legittima e giustificata, attaccando il Sindaco, Massimo Cialente, e minacciando di 'occupare il Comune e di mettere a ferro e fuoco la città' per l’applicazione della nuova Tares, al posto della Tarsu, che avrebbe penalizzato diverse categorie di commercianti".
De Santis si è detto disponibile ad accogliere le richieste delle categorie commerciali in difficoltà, "se ci saranno margini e discrezionalità di azione da parte del Comune per l’anno 2014. La passione e la determinazione che Cioni profonde nella sua attività sono note ed apprezzate - ha sottolineato - ma la pur giusta pretesta deve tener conto delle norme nazionali, a cui le decisioni comunali devono conformarsi".
Stando alla normativa, spiega l'assessore, "le tariffe risultano distinte in due categorie, utenze domestiche ed utenze non domestiche. Per le utenze domestiche, concernenti l’abitazione di residenza o di domicilio provvisorio post-sisma del contribuente, l’importo del tributo risulta parametrato alla superficie dell’immobile dichiarata ed al numero dei relativi occupanti, come risultanti dall’anagrafe comunale. Per le utenze non domestiche, l’importo del tributo risulta invece commisurato alla quantità ed alla qualità dei rifiuti prodotti per unità di superficie, nonché all’uso e alla tipologia dell’attività svolta e ciò in ossequio al principio, che ha ispirato la norma, 'chi più inquina più paga'".
Rispetto a tali disposizioni nazionali, dunque, il margine di manovra in capo agli Enti Locali, che con il gettito Tares debbono comunque assicurare l’integrale copertura dei costi del servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti, sarebbe molto assottigliato.
La polemica di questi giorni ruota proprio intorno al recepimento della legge nazionale che il gruppo consiliare de L'Aquila che vogliamo, già qualche settimana fa, aveva spiegato fosse quanto meno discutibile: "Dal punto di vista normativo, il Comune dell'Aquila ha recepito solo alcuni aspetti, quelli relativi alla tariffazione, tralasciando alcuni aspetti importantissimi riguardanti modalità, qualità ed efficienza del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti".
L'atteggiamento percepito dal cittadino, sottolinea il gruppo consiliare, potrebbe essere che l'Amministrazione è più preoccupata ad incassare che a prestare il servizio in modo moderno e rispondente alle direttive nazionali ed europee. Inoltre, "dal punto di vista amministrativo-contabile si ravvisano disparità difficili da spiegare. Per gli adeguamenti di transizione da Tarsu a Tares non sembra affatto rispettato il criterio indicato dalla Comunità Europea che chi più inquina più paga, ma nemmeno il principio che chi più può, più paga".
"Qual è il criterio adottato se le banche non solo non subiscono aumento con la Tares ma addirittura beneficiano di uno sconto di quasi il 50%?". Al contrario, sottolinea Lcv, "musei, attività artigianali, botteghe, barbieri ed estetisti, impianti sportivi, campeggi, bar, ristoranti, subiscono aumenti considerevoli e fino al 300%".
Anche per le abitazioni l'aumento colpisce in modo violento le famiglie con rincari ben maggiori del 100%. Insomma, riduzioni anche sensibili per alcuni e rincari sproporzionati per altri indipendentemente dalla fruizione, dalla qualità del servizio e dalla capacità contributiva. A far di calcolo, una famiglia di 4 persone che vive una abitazione di 80mq vedrebbe schizzare i costi da 152,72euro a 348,22. Al contrario, una banca in 200mq passerebbe da 1.144,92euro a 430euro. Evidentemente, l'incontro sollecitato dal presidente della Cna aquilana è più che urgente.