"Bisogna fare presto, occorre aiutare queste persone perché questo dramma finisca. Basta, i politici si sveglino, martedì non c'era nessuno e questo è intollerabile".
È il grido di dolore di Francesco Barone, professore all'Università dell'Aquila che da vent’anni porta avanti progetti umanitari in Africa. Nei giorni scorsi Barone ha raggiunto Lampedusa e due giorni fa ha partecipato ai funerali delle 13 vittime del naufragio avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 ottobre.
"La situazione è straziante - afferma Barone - Ho partecipato alla commemorazione delle tredici bare, dodici donne e una bambina, ho vissuto un dolore immenso insieme a tutti i superstiti".
Barone incontrerà oggi il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, al quale consegnerà il drammatico appello alla comunità internazionale che nel gennaio scorso gli aveva consegnato il premio Nobel per la Pace 2018 Denis Mukwege per denunciare la catastrofe umanitaria in atto in Congo, con centinaia di migliaia di donne violentate, oltre quattro milioni di sfollati e sei milioni di morti.
"Ho incontrato molte associazioni e tanti volontari, ascolto racconti di dolore in Libia ma non solo - aggiunge Barone - . Fanno viaggi sperando in condizioni di vita migliori, provengono da Asia e Siria, luoghi di guerra".
"Le condizioni qui a Lampedusa non sono quelle che si vedono in tv. I dolori e le emozioni sono molto più forti. Ti lasciano senza fiato, senza respiro", racconta il professore.
"Cosa dirò al sindaco? Mi farò raccontare la reale situazione, gli chiederò se le istituzioni lo aiutano a fronteggiare questa emergenza", conclude Barone.