Sabato, 12 Ottobre 2019 21:34

Verdequa a un anno dalla chiusura: approvato il progetto definitivo per i lavori, ora gara per la nuova gestione. Ma la Cgil teme tempi lunghi e lancia l'allarme Naspi

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Un anno senza Verdeaqua.

Era il 10 ottobre 2018 quando, a causa di un'esalazione di cloro sprigionatasi durante un'ordinaria operazione di sanificazione dell'acqua, i vigili del fuoco chiusero la piscina. Sembrava fosse solo un incidente al quale si poteva porre rimedio e invece fu l'inizio della fine. Il giorno dopo, infatti, l'11 ottobre, arrivò la sentenza del Consiglio di Stato con cui veniva dichiarata illegittima la proroga di 25 anni che il Comune dell'Aquila aveva concesso alla cooperativa Verdeaqua per la gestione dell'intero complesso (composto, oltre che alla piscina, dalla pista di pattinaggio e dai campi sportivi).

A seguito del pronunciamento dei giudici, la cooperativa decise autonomamente, pur non avendo ricevuto alcun avviso di sfratto, di cessare l'attività.

Da allora l'impianto è chiuso e inutilizzabile.

In questi 12 mesi sono successe molte cose.

Dopo una fase di stallo durata diverso tempo, il Comune, nel gennaio scorso, ha affidato a un tecnico, l'ingegner Antonello Bottone, l'incarico di redigere uno studio di fattibilità contenente tutti gli interventi necessari a ripristinare l'agibilità della struttura, che risultava deficitaria, carente e non a norma in molte parti, sia strutturali che di impiantistica.

Sulla base di quella relazione, è stato stilato dagli uffici comunali il progetto definitivo che prevede lavori per 598 mila euro. Qualche giorno fa, il 7 ottobre, è arrivato il via libera della giunta per cui ora potrà essere finalmente pubblicato il sospirato bando di gara per l'assegnazione della nuova gestione.

L'amministrazione ha infatti deciso che il soggetto che si aggiudicherà la gara avrà in gestione la struttura per 20 anni ma dovrà accollarsi anche una serie di oneri, tra cui, appunto, l'esecuzione dei lavori e il pagamento della parte residuale (circa 2 milioni di euro) del mutuo che il vecchio gestore aveva acceso con il Credito Sportivo mediante fideiussione comunale. Oltre a ciò è prevista anche la riassunzione dei lavoratori licenziati dalla Verdeaqua, in virtù dell’applicazione della clausola sociale. Una misura chiesta e ottenuta dai sindacati per garantire la continuità occupazionale.

La Cgil, però, è preoccupata. Teme che, date le condizioni poste dal bando, la gara possa andare deserta oppure che, anche qualora si manifestassero soggetti interessati, tra probabili ricorsi e tempi d'esecuzione dei lavori, possa passare almeno un altro anno prima che il complesso possa tornare fruibile.

Un eventuale slittamento, dice il sindacato, metterebbe in seria difficoltà i 18 ex dipendenti a tempo indeterminato della Verdeaqua che attualmente percepiscono la Naspi, l'indennità di disoccupazione mensile.

Quest'ultima, infatti, per legge può durare al massimo 24 mesi. Considerando che ne sono passati già 7 da quando i lavoratori sono stati licenziati, se i tempi per la riapertura dovessero allungarsi troppo, c'è il rischio che l'indennità possa anche finire.

Bisogna pensare, afferma la Cgil, "che in questo momento la Naspi è, per questi lavoratori (tra i quali ci sono anche 6 disabili, ndc) l’unico sostegno al reddito in quanto il vecchio gestore non ha ancora corrisposto né le mensilità pregresse né il trattamento di fine rapporto. Restare senza la Naspi, che tra l'altro viene decurtata ogni mese del 3%" osserva il sindacato "signicherebbe restare senza alcun sostegno al reddito. Per la città e per la popolazione, invece, un ulteriore slittamento dei tempi ridurrebbe ulteriormente la speranza di vedere riaperta un luogo di aggregazione e una struttura essenziale alla diffusione della cultura e del valore sociale della pratica sportiva".

Ultima modifica il Sabato, 12 Ottobre 2019 21:56

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