Non fossero bastate le polemiche per l'aumento degli emolumenti ai manager delle aziende sanitarie abruzzesi e per la decisione di reintrodurre i rimborsi spese per le trasferte istituzionali del presidente e degli assessori della Giunta regionale - in sostanza, i politici abruzzesi potranno andare in trasferta quando vorranno, senza delibere preventive di Giunta, vedendosi rimborsati l'alloggio in albergo (fino ad un 4 stelle) e i trasporti - è stata firmata ieri una convenzione tra Regione Abruzzo e l'Università degli studi di Teramo per "favorire la formazione del personale regionale" attraverso l'iscrizione ai corsi di laurea attivi "con agevolazioni di carattere economico".
Ora, non si comprende il motivo per cui la fiscalità pubblica dovrebbe pagare gli studi al personale della Regione; ciò che lascia interdetti, però, è che possono usufruire della convenzione non solo "i dipendenti della Regione in servizio o in quiescenza" ma anche "coniugi e conviventi nonché i figli".
In sostanza, i dipendenti di Regione Abruzzo - che pure hanno un lavoro ben retribuito - potranno beneficiare di agevolazioni per far studiare i figli all'Università. E questo, con la giustificazione di "garantire una crescita professionale del lavoratore, della capacità innovativa e di iniziativa nell'ambito della pubblica amministrazione": ci domandiamo, si riesce mandando i figli all'Università di Teramo con una agevolazione economica?
Tra l'altro, parliamo di un taglio sulle tasse universitarie del 30% del contributo annuale, "a condizione che per gli anni successivi al primo lo studente consegua almeno 36 crediti formativi se a tempo pieno e 18 nel caso di studente a tempo parziale".
Si tratta davvero di un beneficio incomprensibile, eticamente e moralmente inaccettabile: le tasse universitarie vengono calcolate in base all'ISEE della famiglia dello studente iscritto, e così dovrebbe essere anche per i dipendenti regionali. Piuttosto, le convenzioni che Regione Abruzzo dovrebbe impegnarsi a sottoscrivere dovrebbero servire a tagliare le tasse ai figli delle famiglie a basso reddito, assicurando le stesse possibilità d'accesso alla formazione universitaria per tutti.