Mercoledì, 13 Novembre 2019 16:33

L'Aquila, un patrimonio immobiliare pubblico ingestibile: il Comune ha 586 appartamenti 'equivalenti' e 5628 alloggi Case e Map, di cui 1/3 sono liberi o inagibili

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Si è riunita la Commissione consiliare speciale d’indagine istituita dal Consiglio comunale per occuparsi dell’utilizzo dei fondi assegnati relativi al così detto 4% e per analizzare l’evoluzione del patrimonio immobiliare acquisito dall’ente dal 2009 ad oggi.

E proprio per fare una prima analisi dei dati di sintesi relativi ai 4449 alloggi del progetto Case, ai 1179 map e alle abitazioni dell’acquisto equivalente, il presidente Luciano Bontempo ha convocato stamane i consiglieri commissari alla presenza dell’assessore Fausta Bergamotto e del dirigente Tiziano Amorosi.

Partiamo da una considerazione: stiamo parlando di un patrimonio immobiliare ingentissimo, pari a quello delle Ater per l'intera regione Abruzzo e, in rapporto ai cittadini residenti, più rilevante di qualsiasi altra città in Italia. Se aggiungete che ad occuparsene è il Comune dell’Aquila, che non ha specifiche competenze interne e sconta l’inadeguatezza numerica del personale chiamato ad occuparsi delle molteplici attività richieste dai processi di ricostruzione, è evidente come la situazione sia assolutamente fuori controllo e stia ingenerando, tra l’altro, milioni e milioni di debiti per l’Ente.

E’ emerso chiaramente stamane.

I numeri non mentono: a dieci anni dal terremoto, risultano occupati 2941 alloggi del progetto Case su 4449, poco più del 66%; di questi, 1754 sono ancora abitati dagli sfollati del sisma 2009: 7 alloggi, invece, sono andati ad agenti della polizia penitenziaria a valle di apposita convenzione e altrettanti ad associazioni del territorio, 31 all’esercito, 310 alle fragilità sociali, 21 alle giovani coppie, 103 agli sfollati abruzzesi del sisma 2016, 13 alle famiglie di Amatrice e dintorni e così via. Risultano, inoltre, 144 alloggi – un numero piuttosto importante – assegnati con apposita ordinanza sindacale.

A lasciare interdetti, però, sono altri numeri: 838 alloggi risultano inagibili, quasi il 20%; sono completamente vuote le piastre di Arischia, Collebrincioni e Coppito 2: ci sono 148 unità sigillate a Cese di Preturo, 162 a Sassa stazione, 73 a Bazzano, 54 a Pagliare di Sassa e così via. Inoltre, 668 alloggi sono liberi, il 15% del totale (103 a Paganica 2, 71 a Bazzano, 64 a Roio 2, 62 a Tempera e altri sparsi sulle 185 piastre).

Considerato che le spese si suddividono per piastra e, dunque, per alloggio, è evidente come le spese per le unità abitative lasciate vuote siano a carico del bilancio comunale, quindi dei contribuenti aquilani che già stanno pagando milioni di euro per le transazioni con le banche dovute ai mancati pagamenti delle utenze da parte degli assegnatari.

Soldi, tanti soldi, che potrebbero essere destinati ad altro.

Non solo. Ci sono 296 alloggi del progetto Case e 35 map che non è chiaro a che titolo siano stati assegnati: unità immobiliari fantasma, in sostanza.

E’ chiaro che si dovrebbe iniziare a razionalizzare la dislocazione degli inquilini, ‘riempiendo’ le piastre parzialmente abitate e liberando, così, quelle che hanno soltanto pochi appartamenti aperti, iniziando a ‘tombare’ alcune piastre staccando le utenze; è altrettanto chiaro che si dovrebbe iniziare a ragionare di abbattere le piastre che, dentro il disegno della città del futuro, non potranno essere urbanisticamente ‘ricucite’.

Ad oggi, però, si naviga a vista; per il momento, la volontà dell’amministrazione è di assegnare più alloggi possibile, passando magari da altre convenzioni con le forze armate, da bandi destinati alle associazioni e così via. Ciò che è emerso è che tre piastre di Roio dovrebbe confluire nella nascente Fondazione che il Comune dell’Aquila sta avviando con Università e GSSI per il così detto ‘collegio di merito’.

Passando ai map, ad oggi ne risultano occupati 869 su 1179, poco meno del 74%; di questi, 606 sono ancora abitati dagli sfollati del terremoto 2009. 156 moduli provvisori risultano inagibili e 154 liberi. A fare di calcolo, tra case e map risultano vuoti – non assegnati o inagibili – 1816 unità abitative su 5628, circa un terzo.

Chiudiamo con le abitazioni a patrimonio a seguito di acquisto equivalente esercitato dai cittadini che ne avevano diritto: complessivamente, parliamo di 586 appartamenti – dal centro alla periferia – di cui 311 acquisiti a mezzo rogito e 275 ancora da acquisire. Di nuovo, si tratta di un numero di abitazioni ingentissimo e non c’è ancora un’idea chiara di cosa farne: metterle sul mercato significherebbe assestare un colpo mortale al mercato immobiliare aquilano, già sofferente, facendo precipitare i valori delle abitazioni dei privati.

Stamane, è stato svelato che 65 di queste unità abitative – 31 in centro storico, 34 in periferia – dovrebbero confluire nel ‘collegio di merito’ richiamato e che cuberà, stando alle previsioni, 18mila metri quadrati. E’ l’unica nota di progettualità emersa dalla Commissione.

L’assessore Bergamotto ha chiarito che Comune, Univaq e GSSI dovrebbero dar vita alla fondazione entro la fine dell’anno: come detto, l’Ente gestirà il patrimonio immobiliare – i 65 appartamenti dell’alloggio equivalente oltre alle 3 piastre del progetto Case di Roio – realizzando un ‘collegio di merito’ che premierà con l’assegnazione di un alloggio i migliori studenti dei due atenei. Esistono pochi esperimenti di questo tipo in Italia, e soltanto al Nord: è chiaro che il ‘collegio’ potrebbe rappresentare uno stimolo ulteriore per studenti e studentesse che volessero venire a studiare a L’Aquila.

Ultima modifica il Mercoledì, 13 Novembre 2019 17:52

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