Venerdì, 29 Novembre 2019 23:19

Caos parcheggi e strade dissestate al polo Univaq/San Salvatore

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Strade dissestate e crivellate di buche; segnaletica insufficiente; attraversamenti pedonali mal segnalati; illuminazione pubblica carente; strutture incompiute abbandonate da anni.

E poi auto. Auto dappertutto. Parcheggiate in sosta selvaggia sui marciapiedi (dove impediscono il passaggio a pedoni, passeggini e portatori di handicap), in doppia e tripla fila, sulle aiuole, ai bordi delle rotatorie.

E’ così che da anni si presenta il comprensorio dell’ospedale San Salvatore e del polo scientifico dell’Università dell’Aquila, a Coppito.

Un’area di importanza strategica per la città, frequentata giornalmente da decine di migliaia di persone (studenti, lavoratori, utenti del nosocomio regionale).

Un luogo che potrebbe e dovrebbe ambire a diventare una moderna cittadella della sanità e della formazione e che invece versa in condizioni disastrose, soffocato da un abnorme afflusso di auto e dotato di servizi - in primis trasporto pubblico e parcheggi - insufficienti.

Una situazione diventata ormai insostenibile, tanto che università, asl e comune dell’Aquila hanno istituito, tramite protocollo d’intesa, un tavolo tecnico che ha lavorato per quasi un anno per elencare tutte le criticità e fornire possibili soluzioni per migliorare la viabilità sia pedonale che veicolare.

Le proposte sono state recepite dall’assessora alla Mobilità Carla Mannetti e dovrebbero essere convogliate all’interno del nuovo Pums, il Piano per la mobilità sostenibile la cui stesura, fa sapere la stessa Mannetti, è quasi terminata: “La prossima settimana faremo le ultime riunioni, a seguito delle quali procederemo all’elaborazione delle cartografie finali. A quel punto il Piano sarà pronto per essere presentato alla città. Ci piacerebbe chiudere prima della fine dell’anno, al più tardi slitteremo all’inizio dell’anno nuovo”.

Caos parcheggi al San Salvatore

Come detto, la lista delle problematiche che affliggono l’area dove sorgono il San Salvatore e il polo Univaq che comprende quasi tutti i dipartimenti scientifici (Mesva, Disim, Discab, Dsfc) è molto lunga.

La prima e forse la più urgente da risolvere è quella dei parcheggi.

Chi ogni giorno o anche occasionalmente si reca in ospedale sa che raggiungere un reparto o un ambulatorio è diventato un incubo: trovare uno spazio libero è un vero e proprio miraggio.

auto sosta ospedale 3

I posti disponibili sono troppo pochi rispetto all’utenza e da questo punto di vista la disposizione e la pianta dell’ospedale, dotato di infiniti punti di accesso, non aiutano.

In piazzale Catalano, vicino al padiglione del G8 montato nel 2009, il caos ha raggiunto livelli tali che una fermata dell’autobus, dotata di panchine e pensiline, non può essere utilizzata perché gli autisti non hanno spazio per fare manovra, per via delle auto. E così chi è costretto a raggiungere il nosocomio con i mezzi pubblici deve scendere per forza nell’unica fermata disponibile, quella su via Vetoio, che però è molto più lontana.

auto sosta ospedale

In assenza di un numero sufficiente di parcheggi, la gente lascia l’auto dove può, sulle aiuole e ai lati delle strade dove, teoricamente, sarebbe in vigore il divieto di sosta.

L’avverbio però è d’obbligo perché la segnaletica non è rispettata da nessuno e anche i vigili urbani, se allertati, possono fare ben poco, perché quel tratto viabilità non è di competenza del Comune ma della Asl.

Quest’ultima, in passato, è intervenuta picchettando alcuni punti con paletti e altre barriere anti sosta ma servirebbero più controlli. Anche se non si può certo pensare di risolvere il problema con raffiche di multe.   

auto sosta ospedale 2

Raggiungere l’università tra slalom in mezzo al traffico e strade dissestate

La situazione non è migliore se ci si sposta verso l’università.

Gli studenti e i professori che non trovano posto nei parcheggi interni, adiacenti agli edifici di Coppito 0, 1 e 2, sono costretti a parcheggiare all’esterno, su pezzi di sterrato che però con la pioggia diventano distese di fango, o nei parcheggi antistanti i bar, i supermercati e le altre attività commerciali della zona.

Dietro Coppito 1 e 2, ci sono poi due incompiute della cui sorte non si sa nulla: si tratta di Casale Marinangeli, che dovrebbe diventare uno studentato dell’Adsu (ma chissà quando partiranno i lavori) e la sede dell’ex Crab (Consorzio di ricerche applicate alle biotecnologie), un ente strumentale della Regione (foto sotto).

ex crab 2
Per chi non ha l’auto ed è obbligato a usare i mezzi pubblici, raggiungere a piedi le aule dalle  due fermate di via Vetoio può trasformarsi in un percorso pieno di insidie e ostacoli: non ci sono attraversamenti pedonali sicuri e ben segnalati, mancano le strisce pedonali e l’illuminazione notturna è inadeguata.

In prossimità delle piazzole di carico e scarico dell’Ama, vicino alle quali ci sono anche gli accessi al centro commerciale e all’edificio dove ha sede l’Inail, si creano, nelle ore di punta, ingorghi e imbottigliamenti.

auto sosta ospedale 4
Anche lo stato di manutenzione delle strade lascia a desiderare: via Vetoio ma anche via Natali (il viale d’accesso all’ospedale, dove peraltro passano le ambulanze) sono piene di buche e i rattoppi con cui vengono riparate, d’inverno, saltano non appena piove o nevica un po’ di più. Il manto stradale non è mai stato rifatto anche perché non si sa chi deve intervenire, se il Comune, la Asl o l’Università.

buche via vetoio

Altra nota dolente è l’assenza di una segnaletica chiara che indichi dove sono gli ingressi dell’università e dei vari dipartimenti: se non si è pratici o si viene da fuori città, orientarsi non è molto semplice.  

Percorsi pedonali e nuove strade

Nei pressi dell’ospedale, all’inizio di via Ficara, c’è una stradina, un sentiero erboso che dopo aver costeggiato tutta l’area del lago del Vetoio, scollina verso la statale 17 e il fiume Aterno.

Sentiero Vetoio

Il tavolo tecnico inter-istituzionale di università, Comune e asl ha proposto di realizzare un percorso ciclo-pedonale, sfruttando il progetto, già finanziato nel Masterplan, della ciclabile della Valle dell’Aterno (la Capitignano-Montereale/Molina).

Sulla stessa area, però, insiste anche un altro progetto, quello della cosiddetta “variante del Vetoio” depositato da Anas, contro il quale erano insorte diverse associazioni ambientaliste.

Il progetto risale ormai a qualche anno fa e anche non se ne è più parlato dal Comune fanno sapere che l’Anas non vi ha affatto rinunciato. Un nuovo incontro tra la società e l’assessora Mannetti per studiarne la fattibilità ci sarà venerdì prossimo.

Ultima modifica il Sabato, 30 Novembre 2019 22:26

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