Venerdì, 14 Marzo 2014 03:03

L'Aquila. Demolizioni a S. Pietro, Soprintendenza: "Tutto regolare"

di 

Sembra farsi più chiaro il quadro sulle presunte “demolizioni selvagge” avvenute nelle scorse settimane nella zona di S. Pietro, in pieno centro storico.

Della vicenda avevano parlato Il Messaggero e Abruzzo Web: stando alle cronache, nell'area del quarto di S. Pietro ricompresa tra via Rustici, via Coppito, via degli Albanesi e viale Duca degli Abruzzi (il quadrilatero segnato in rosso nella mappa), sarebbero stati fatti abbattimenti selvaggi e demolizioni indiscriminate.

NewsTown è andata a controllare. Effettivamente c'è un intero aggregato - composto da un edificio moderno, risalente presumibilmente agli anni Sessanta/Settanta, e da un gruppo di abitazioni più antiche, tutte, comunque, non coperte da vincolo – che è stato letteralmente raso al suolo.

Sono stati in molti a chiedersi come sia stato possibile che il Comune abbia dato il via libera agli abbattimenti. Lo stesso Cialente, dopo aver affermato di volerci vedere più chiaro, ha annunciato che avrebbe portato le carte in procura.

Com'è noto, da quando, su proposta della Soprintendenza, sull'intero centro storico dell'Aquila è stato posto un vincolo paesaggistico, sulle istanze di demolizione e abbattimento a decidere è una commissione permanente formata in massima parte da tecnici ed esperti delle stesse Soprintendenze.

Il vincolo, applicato alla parte di città compresa tra le mura medievali, contiene una serie di previsioni non particolarmente stringenti, ma che consentono al Ministero, attraverso la Direzione dei Beni culturali, di svolgere una funzione di controllo sull’intero patrimonio edilizio cittadino - anche quello minore e non vincolato - affinché, per effetto delle demolizioni, il tessuto urbanistico e quello storico architettonico della città non vengano stravolti da interventi incongrui.

Da quando esiste il vincolo (fine 2012), la commissione ha drasticamente ridotto il numero di demolizioni, proprio al fine preservare il più possibile il patrimonio edilizio del centro.

Come mai, allora, l'aggregato in questione, di cui facevano parte anche edifici di pregio, è stato abbattuto? Dalla Soprintendenza fanno sapere che le demolizioni  sarebbero avvenute perché chieste e disposte quando era ancora in vigore la vecchia normativa, quella risalente alla fase commissariale, in base alla quale il vincolo paesaggistico sul centro storico non esisteva ancora.

Tutto apparentemente regolare, insomma. Ma l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, intervistato da NewsTown, sembra pensarla diversamente: "Tutto ciò è successo perché la demolizione era associata a un'emissione di contributi, per la quale gli uffici hanno rilasciato il massimo consentito per demolizione e ricostruzione. Falle all'interno della normativa permettono questi episodi. In quel caso, la situazione è la seguente: c'era un palazzetto di pregio, che però il terremoto aveva colpito in maniera feroce; c'era un grande condominio senza particolari pregi, già oggetto di un'ordinanza di demolizione. Tutt'intorno, una serie di abitazioni collegate. Il problema è che a volte, durante l'esame dei progetti, qualcuno, per accelerare i tempi, mette la freccia e sorpassa. Dobbiamo verificare se il tutto collima con l'esame dei progetti. E' quel che  faremo".

 

L'area compresa tra via Rustici, via Coppito, via della Mezzaluna e via degli Albanesi, nel quarto di San Pietro, a ovest del centro storico [clicca sull'immagine per ingrandire, foto Google Maps]:

area2

 

Ultima modifica il Venerdì, 14 Marzo 2014 18:11

Articoli correlati (da tag)

Chiudi