Venerdì, 13 Dicembre 2019 22:50

L'Aquila, i sindacati lanciano l'allarme su casa famiglia e residenza psichiatrica Asl: "Locali inadeguati, carenza e uso improprio del personale"

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Locali non appropriati a ospitare persone con problemi psicosociali, carenza e uso improprio del personale.

Cgil, Cisl, Uil e Fsi (Federazione sindacati indipendenti) lanciano l'allarme sulle condizioni in cui versano la casa famiglia della Asl dell’Aquila e la residenza psichiatrica del Dsm (Dipartimento di salute mentale), entrambe ospitate all’interno del Rotilio Center.

Ieri i rappresentanti delle sigle sindacali – Anthony Pasqualone e Roberto Durastante per la Fp Cgil; Michele Tosches, Maurizio Festone e Massimo Aio per la Cisl Fp; Antonio Ginnetti per la Uil Fp e Salvatore Placidi per la Fsi – hanno voluto tenere una conferenza stampa per tenere i riflettori accesi ribadendo quanto era già emerso nel corso di un incontro svoltosi in prefettura il 13 novembre scorso alla presenza di Pierpaolo Falchi, rappresentante della Direzione generale della Asl, e di Giuseppe Bucciarelli, direttore del dipartimento Sanità della Regione Abruzzo.

“Nel corso quella riunione” hanno sottolineano i sindacati “avevamo evidenziato una serie di criticità, rispetto alle quali avevamo chiesto delle risposte puntuali da parte dell’azienda sanitaria. A oggi questi riscontri non sono ancora arrivati. Da tempo, del resto, ripetiamo che con la nuova dirigenza non riusciamo ad avere un’interlocuzione, su questo come su altri temi”.

In particolare, i sindacati denunciano l’inadeguatezza dello stabile in cui, lo scorso anno, la Asl decise di trasferire, accorpandole, le due case famiglia che avevano sede a Pianola e a S. Demetrio.

Il Rotilio Center di via Carducci, a Pettino, è un edificio a uso prevalentemente direzionale, che ospita sedi di assicurazioni, studi legali e altri uffici.

Nello stesso immobile, peraltro, la Asl ha ricollocato anche la residenza psichiatrica del Dipartimento di salute mentale che aveva sede in via Amiternum.

La casa famiglia si trova al 5° e 6° piano mentre il reparto destinato ai malati psichiatrici al 2° e al 3°.

Gli appartamenti, dicono però i sindacati, non sono assolutamente adatti a ospitare una struttura come la casa famiglia, malgrado i lavori fatti fare dalla Asl. Tra le altre cose, mancano spazi funzionali a far svolgere ai residenti le attività laboratoriali e servizi igienici a norma, idonei per persone non autosufficienti.

Altra emergenza è la carenza di personale: a fronte di una pianta organica di 21 unità, oggi gli operatori socio-sanitari effettivamente in servizio sono solo 15.  Una situazione che costringe i lavoratori ad avere carichi massacranti (qualcuno è arrivato a fare anche 18 notti in un mese) e a non poter assistere in maniera ottimale i degenti.

Fino allo scorso giugno il servizio era stato esternalizzato a una cooperativa ma poi la Asl, per tagliare i costi, ha deciso di non rinnovare l’incarico, puntando a colmare i buchi “sfruttando" gli infermieri della residenza psichiatrica.

Ma questo, osservano i sindacati, sta causando un uso improprio del personale: “Basti pensare che per somministrare i farmaci ai residenti della casa famiglia, ogni giorno devono salire gli infermieri della residenza psichiatrica dal 2° e 3° piano, perché è una mansione che gli operatori socio-sanitari non possono svolgere. Perché il reparto non rimanga scoperto, tuttavia, i lavoratori della casa famiglia devono a loro volta rimpiazzare i loro colleghi”.

Ultima modifica il Venerdì, 13 Dicembre 2019 22:58

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