E’ scontro sull’edilizia sanitaria regionale.
Di fatto, l’esecutivo di centrodestra ha messo uno stop ai progetti di finanza, assumendo la decisione di rivedere completamente il programma di investimenti che era stato abbozzato dalla Giunta di centrosinistra.
E scatenando così l’ira dell’ex assessore alla Sanità Silvio Paolucci: "Si corre il rischio di fare propaganda per i prossimi quattro anni, e rimandare gli investimenti sine die”, l’affondo; “da febbraio ad oggi, la maggioranza di centrodestra non ha prodotto un solo atto, una sola corrispondenza con il Ministero, pur avendo confermato sia la consistenza delle risorse ereditate dal centrosinistra, sia la possibilità di averne in aggiunta. Ancora più grave è la totale non conoscenza degli atti in essere”.
Paolucci ha ribadito che il governo D’Alfonso aveva lasciato in eredità una programmazione “in grado di coprire le criticità riscontrate”; in particolare, si intendeva intervenire con i fondi ex art. 20 – 143 milioni di euro – per gli ospedali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, 94 milioni di fondi per il terremoto destinati a Teramo e Penne, e la programmazione del project financing, già avviato, per il nosocomio di Chieti, con la possibilità di avvalersi dello strumento del progetto di finanza anche per il San Salvatore dell’Aquila.
L’assessore alla sanità Nicoletta Verì ha tenuto a chiarire, però, che i 143 milioni destinati alla costruzione dei nuovi ospedali “non sono stati affatto trasferiti alla Regione, perché i ministeri non si sono ancora espressi sull'accordo di programma trasmesso a Roma, oltre un anno fa, dall'ex assessore Paolucci. E senza la firma di quel documento non è possibile programmare o avviare alcun progetto", ha ribadito Verì. Che ha aggiunto: "Quei 143 milioni sono stati solo assegnati alla Regione Abruzzo, ma non ancora deliberati o tantomeno erogati. Va poi ulteriormente chiarito che, in ogni caso, l'accordo presentato a suo tempo (e per fortuna non approvato), deve essere aggiornato alla luce dei nuovi finanziamenti per l'adeguamento sismico delle strutture".
L'assessore Verì si dice consapevole delle carenze infrastrutturali in cui versano molti ospedali abruzzesi ed è proprio per questo che l'attuale giunta regionale “ha avviato una profonda riflessione per elaborare un programma serio di investimenti, basato su priorità che saranno individuate insieme alle Asl. E' evidente, infatti, che con 143 milioni di euro non è possibile costruire 4 nuovi ospedali, ognuno dal costo medio di circa 80 milioni. Ricordo ancora una volta - la stoccata - che i progetti per i nuovi nosocomi di Lanciano, Vasto, Avezzano e Sulmona non sono della giunta Paolucci-D'Alfonso ma risalgono all'amministrazione di Gianni Chiodi, quando ero presidente della Commissione consiliare Sanità. Dunque, chiedo all'ex assessore Paolucci cosa ha fatto concretamente la precedente giunta per far partire i cantieri dei nuovi ospedali abruzzesi".
Per l'assessore quelle scelte sono tutte in astratto, auspicabili e condivisibili certo, ma non più rispondenti alle modifiche normative intervenute: "E' necessaria una verifica approfondita - ha ribadito - sia per analizzare la compatibilità con i piani di fabbisogno di personale e sia soprattutto per la loro sostenibilità finanziaria, perché prevedevano una compartecipazione del privato intorno ai 150 milioni di euro, da rimborsare come canoni negli anni della successiva concessione".
Il costo corrispondente ad una anticipazione di quel genere, per una durata media di 25 anni, ammonterebbe a non meno di 20 milioni annui a carico del bilancio delle Asl interessate; “il tutto – ha tenuto a specificare l’assessore - senza la prova di reali economie di gestione derivanti dalla realizzazione dei nuovi ospedali. Anzi, verrebbero erose quote consistenti della spesa corrente (quella cioè destinata all'assistenza sanitaria) per saldare i canoni al privato. E lo sa benissimo anche l'ex assessore Paolucci che il 2 febbraio 2018 attestò che i canoni sarebbero stati garantiti dal bilancio regionale. Questo governo regionale, invece, punta a individuare nuove fonti di finanziamento che siano sostenibili per le casse delle Asl e non vadano a sottrarre risorse all'assistenza ai cittadini. Questo è il nostro obiettivo e gli abruzzesi possono stare certi che lo centreremo".
D’altra parte, Paolucci ha sottolineato come il governo regionale sia sostanzialmente “fermo sulla programmazione, dal piano sanitario alla rete ospedaliera fino ai nuovi ospedali, un’irresponsabile calma piatta. Ritengo che l'assessore sia imbrigliata dai ‘suoi’, più propensi a fare campagna elettorale perenne che governare. Quindi mentre tagliano per decine di milioni di euro, come si scrive sul Programma Operativo (75 di cui circa 40 netti), annunciano ma non approvano alcun piano, non fanno investimenti e galleggiano con le dichiarazioni. Eppure produrre non costerebbe loro nulla, anzi. Quando il centrosinistra ha iniziato a governare avevamo un bilancio da riportare in equilibrio e una sanità commissariata dal 2008, un piano privo di progetti opportuni e di coperture (fu bocciata la copertura che la destra propose circa le sdemanializzazioni): abbiamo lavorato per essere in grado di intervenire, recuperando tutte le economie possibili e creandone di scala, in modo da poter calibrare i tempi degli interventi. Cambiare percorso oggi avrebbe dei costi sociali elevatissimi”.
Significherebbe far ripartire daccapo procedure lunghe e complesse con gli uffici ministeriali - ha incalzato Paolucci - quando si parla di nuove risorse bisogna precisare che occorrono diversi accordi per vedersele assegnate: "cosa hanno fatto in questi mesi per ottenerle? Quali interlocuzioni hanno messo in campo? Zero! Nulla! Una presa In giro. E anche quando sarà conclusa la procedura nuova, bisognerà andare a parlare ai tavoli delle Regioni per difendere la trincea, perché ognuno vorrà risorse in più; prima che si definisca ciò tutto saremo arrivati alla nuova legislatura e a nuove promesse di campagna elettorale. Insomma l'Abruzzo dell'edilizia sanitaria si ferma per un governo regionale non solo lento, ma tanto pigro da non essersi neanche letto i provvedimenti già esistenti".
Tra l’altro, rischia di aprirsi una pesante vertenza sull’ospedale di Chieti: l’associazione temporanea di imprese costituita da Maltauro e Nocivelli infatti, che ha presentato oramai cinque anni fa la proposta di finanza curando la progettazione ed ottenendo, dalla giunta D’Alfonso, la dichiarazione di pubblica utilità legata alla copertura della quota pubblica e recepita dall’azienda sanitaria teatina, potrebbe chiedere un maxi risarcimento se la volontà di fermare il progetto di finanza fosse confermata. “Si sono tutti interessati a mettere all'indice lo strumento del project - la presa di posizione di Paolucci - omettendo di ricordare, però, che il punto vero è la criticità della struttura e lo sgombero già avvenuto di oltre 100 posti letto dopo la perizia del Tribunale. In questi 12 mesi il centrodestra al governo non ha fatto nulla, non c'è neanche la capacità di ricostruire tutti gli incartamenti della programmazione che hanno portato a questo punto e tutti tacciono. Una parte delle coperture erano a valere rispetto al risanamento portato avanti e che per parte avremmo dedicato agli investimenti, come si fa nelle istituzioni sane del Paese. Ma da febbraio 2019 a oggi non c'è atto di indirizzo né traccia di lavoro, malgrado al passaggio delle consegne avessimo dato anche piena disponibilità a illustrare lo stato dell'arte".