Il gip del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone, consultato il parere della Procura della Repubblica di Avellino, che coordina l’inchiesta, e dell’ingegnere Placido Migliorino, Dirigente dell’Ufficio Ispettivo Territoriale di Roma del Mit, ha respinto l'ultima istanza presentata da Autostrade per l'Italia che chiedeva la revoca dei provvedimenti di sequestro finora disposti sulla A14 e una variazione delle modalità di cantierizzazione, con il posizionamento dei dispositivi di sicurezza provvisori Abesca H120-W5, con capacità di contenimento corrispondente a un H4, a 1,80 metri dalle barriere sequestrate, in modo da poter allestire due corsie di transito “ridotte” per senso di marcia sui viadotti oggetto di dissequestro.
In particolare, il gip ha ritenuto la richiesta di dissequestro inammissibile, in mancanza di documenti ed elementi tecnici idonei a far ritenere definitivo il venir meno della condizione di insicurezza e pericolo per la circolazione stradale; tra l'altro, le numerose ordinanze di rigetto del gip, scaturite a valle delle continue e pressanti richieste di dissequestro da parte di Aspi, non sono state mai impugnate dalle competenti sedi degli indagati, dando un chiaro ed implicito riconoscimento della situazione di insicurezza presente sui viadotti.
Per ciò che attiene il viadotto “Cerrano”, che sta creando notevoli disagi alla viabilità in Abruzzo con conseguenze pesanti anche dal punto di vista economico oltre che della vivibilità delle città attraversate dal traffico dei Tir con peso superiore ai 35 quintali cui è interdetto il transito sul ponte, la colpa - ribadisce il gip - non può che ricadere su Autostrade per l’Italia, che con il suo “atteggiamento poco costruttivo e fuorviante alle richieste del Mit”, continua a rallentare l’avvio degli interventi finalizzati alla risoluzione delle gravi criticità riscontrate sul ponte.
Il “Cerrano”, sostiene infatti il giudice, potrebbe anche essere riaperto ai mezzi pesanti con massa non superiore alle 44 tonnellate, ma solo a determinate limitazioni e a patto che Aspi predisponga “un piano di gestione temporaneo delle emergenze” – condicio sine qua non per la limitata riapertura del viadotto – al fine del completo monitoraggio non solo del movimento franoso e delle strutture in elevazione, ma anche e soprattutto del rischio crollo dovuto al collasso dei pali di fondazione, che risulta del tutto ignorato nella procedura interna di “valutazione del rischio” predisposta da Autostrade per l’Italia.
Le limitazioni riguardano l’obbligo di interdistanza dei mezzi pesanti tra loro di 100 metri, vietando dunque il sorpasso tra loro, e l’imposizione del limite di velocità (già esistente) di 60 km/h per i veicoli leggeri e 40 km/h per quelli pesanti.
La nota del sindaco di Città S. Angelo
Il sindaco di Città Sant’Angelo, Matteo Perazzetti, interviene dopo il rigetto del GIP sul dissequestro dei viadotti autostradali: “Dopo aver appreso il rigetto dell’ennesima istanza di dissequestro dei viadotti autostradali, da parte del GIP, sono estremamente preoccupato per la situazione. Questa attuale condizione inizia a divenire una criticità consolidata. Ad oggi non si ha alcuna idea di quando possa terminare questa problematica. Mi appello a tutte le autorità superiori, e invierò una nota agli altri Sindaci anche per indire una manifestazione a Roma, sotto il Ministero dei Trasporti, con tutti i consigli comunali e consiglieri delle zone interessate, affinché anche il Ministro e tutta la politica nazionale possano rendersi conto, in maniera importante, di questa situazione che non è di semplice disagio per il traffico, ma che sta divenendo una criticità a livello economico per le attività presenti sui territori interessati. Le problematiche, inoltre, si riscontrano anche a livello ambientale. Seppur vero che non si superano i livelli massimi di inquinamento, c’è un concreto aumento dei livelli di PM2,5 PM10. Per questo, non sapendo quando termineranno tutti questi disagi, e andando verso la stagione estiva, si potrebbe generare un grandissimo danno all’indotto turistico a tutta la costa abruzzese, in particolar modo a quella pescarese e basso teramana. Sono estremamente preoccupato, e proprio per questo protocollerò un invito agli altri sindaci di coordinarci, per manifestare a Roma davanti al Ministero dei Trasporti, affinché si possa dare il giusto risalto a questa incresciosa e dannevole situazione. L’auspicio, è che si inizi ad avere una cabina di regia per poter coordinare tutti: Regione, Prefetture, Province e Comuni. La situazione è seria e il danno non è per un paio di comuni, ma per una fetta importante della regione Abruzzo”.