"Il principio assoluto di libertà, trova ancora - troppo spesso - enormi limitazioni quando a doverne beneficiare sono le donne. Nel 2020, è ancora così. Una cultura arcaica difficile da sradicare fa sì che in alcuni uomini, non tutti, si affermi il pensiero della donna vissuta come oggetto di proprietà, una sorta di essere inferiore senza diritti, che non merita considerazione e rispetto".
Parole della deputata del Partito Democratico Stefania Pezzopane che ricorda come, ancora nel 1946, le donne non avevano diritto al voto e fino al 1963 non era consentita la carriera in Magistratura; nel 1975 le donne avevano un capo in famiglia e, nel 1981, l'ordinamento prevedeva ancora attenuanti per un uomo che uccideva una donna. Fino al 1996 lo stupro era considerato un reato contro la morale e non contro la persona. Una condizione di diritti negati e subalternità raccontata dai fatti. Una storia fatta di battaglie per la dignità, quella delle donne. Ancora oggi, si deve combattere su un terreno infido, scivoloso, impregnato di un maschilismo radicato in ogni ambito. Nel 2020 le donne vittime di violenze sono troppo spesso indicate quali colpevoli; è facile incrociare commenti del tipo: 'se l'è cercata, poteva stare a casa, vestita in quel modo... '. Uno stupratore che è il colpevole risulta così 'vittima' di una donna che 'se l'è cercata'".
Inaccettabile per una società che voglia definirsi civile.
In questi giorni, si è verificata una serie drammatica di 7 femminicidi. "Le nuove leggi a tutela dei diritti delle donne, contro le violenze e il femminicidio, a tutela degli orfani per le quali ci siamo impegnate in questi anni in Parlamento, rappresentano elementi importanti, ma tanto c'è ancora da fare", sottolinea Pezzopane. "Il problema delle violenze sulle donne è culturale e da questa valutazione è necessario partire per rendere ancora più forte, determinata, l'azione di chi legifera e più incisivo il percorso educativo di scuola e famiglia. Tante donne hanno perso la vita nelle ultime ore, uccise da uomini che dicevano di amarle: un'emergenza nazionale che non consente a nessuno di volgere lo sguardo altrove".
A Mazara del Vallo, nel trapanese, un uomo ha massacrato di botte la moglie, per tre giorni, fino ad ucciderla; un altro femminicidio si è verificato in Sicilia, poi in Alto Adige e in Liguria. In tutti, i principali sospettati sono i compagni o i mariti delle vittime. Un bollettino dell'orrore che non conosce limiti. "Siamo, quindi, tutte e tutti chiamate/i ad un'azione collettiva contro la 'cultura' dell'odio che, troppo spesso, investe e di frequente annienta la vita delle donne. Il nostro impegno è quotidiano, permanente".
Di questo ed altro ancora si parlerà il 20 febbraio alle 17:30 a L'Aquila, a palazzo Fibbioni, con la senatrice Monica Cirinnà, l'onorevole Stefania Pezzopane, l'avvocata Wania Della Vigna e con la giornalista e scrittrice Eleonora De Nardis, autrice di "Sei mia. Un amore violento". Modererà l'incontro Daniela Senepa, giornalista Rai.