WWF, Legambiente, Cittadinanzattiva e Club Alpino Italiano sono stati ammesse come parte civile nel procedimento penale davanti al Tribunale di Teramo a carico dei vertici di Strada dei Parchi SpA, INFN e Ruzzo Reti SpA a seguito dell'incidente dell'8 e 9 maggio 2017 che comportò il divieto di consumare acqua per quasi tutta la provincia di Teramo.
Ad annunciarlo sono i rappresentanti delle associazioni, tutte componenti dell'Osservatorio Indipendente sull'Acqua del Gran Sasso, che saranno rappresentate in giudizio dall'avvocato Domenico Giordano. "Esprimiamo viva soddisfazione - scrivono in una nota congiunta i movimenti - e ci auguriamo che attraverso questo processo si possa giungere alla ricostruzione della verità e all'accertamento di eventuali responsabilità".
L'obiettivo principale delle associazioni è "la messa in sicurezza definitiva dell'acquifero e del territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga nato proprio per tutelare il Gran Sasso e il suo ecosistema".
"La messa in sicurezza dell'acquifero del Gran Sasso, messo a rischio dalla permeabilità delle gallerie autostradali e dei Laboratori di Fisica Nucleare costruiti nelle viscere della montagna - concludono le associazioni - è oggi affidata al commissario governativo Corrado Gisonni sulla cui nomina ed entrata in operatività si sono purtroppo accumulati notevoli ritardi".