Giovedì, 05 Marzo 2020 10:53

Parcheggio interrato San Bernardino, nominato il nuovo Rup: è Carlo Bolino

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Con determinazione dirigenziale 797 del 4 marzo scorso, l'amministrazione comunale ha nominato il nuovo responsabile unico del procedimento di realizzazione di un parcheggio interrato multipiano a San Bernardino: si tratta di Carlo Bolino; prende il posto di Marco Balassone che, nel luglio scorso, aveva rassegnato le sue dimissioni a causa degli impegni lavorativi derivanti dalla sua assegnazione di responsabile dell’Ufficio Beni monumentali.

Sia chiaro: ciò non significa che la Giunta sia intenzionata a portare avanti il progetto, anzi; sebbene in determina si faccia riferimento alla "estrema urgenza di garantire la realizzazione dell'intervento nei modi e termini convenzionalmente previsti", a quanto appreso da newstown nelle prossime settimane si terrà una riunione per assumere una decisione definitiva: tuttavia, il vincolo posto dalla Soprintendenza sullo "spazio pubblico costituito dalla scalinata o cordonata di San Bernardino, dalle aree verdi di contorno e dagli spazi pubblici connessi", con decreto direttoriale 1440 del 19 novembre 2019, sconsiglierebbe di andare ad uno scontro frontale, ed è l'indicazione emersa in queste ore. E' per questo che il progetto pare destinato a restare chiuso in un cassetto.

Per assumere una determinazione sul procedimento, comunque, è necessario che sia indicato un responsabile e così si spiega la nomina di Bolino di queste ore.

Di un parcheggio interrato multipiano a San Bernardino si parla da più di vent'anni, dal febbraio 1999, allorquando la Giunta comunale dell'epoca adottò un piano per la realizzazione di stalli in centro storico che prevedeva, anche, il multipiano sotto la scalinata che 'guarda' alla facciata di Cola dell'Amatrice. Nel 2005, poi, il Comune dell’Aquila - nell’ambito dell’attuazione di una politica di restrizione dell’accesso al centro storico da parte dei veicoli privati - stabilì di creare un sistema di parcheggi di scambio e di prossimità, inserendo, a tal fine, nel programma triennale delle Opere Pubbliche 2005/2007 approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale del 6 giugno, il parcheggio pubblico di Piazza S. Bernardino da realizzare mediante il ricorso al modello di project financing.

Una proposta arrivò, in effetti, dalla Orione Costruzioni generali snc, e venne anche accolta dall'amministrazione comunale che, un anno e mezzo dopo, nel maggio 2007, diede mandato al Settore Opere Pubbliche affinché procedesse alla pubblicazione del bando di gara per l'affidamento in concessione dell'opera: non essendo pervenute offerte alternative a quella del proponente, venne avviata, con il proponente, una procedura negoziata finalizzata ad un miglioramento della proposta a favore dell’Amministrazione Comunale. Dunque, a maggio 2008 il Settore competente dispose la convalida dell’aggiudicazione della concessione alla Orione Costruzioni Generali snc che costituì, ai sensi dell’art. 156 del D. L.vo 163/2006, la società di progetto Vision Park srl.

Pertanto, ad ottobre 2008 la convenzione venne formalmente sottoscritta. Il 6 aprile 2009, però, il terremoto fermò il progetto. 

Il procedimento venne tirato fuori dai cassetti nel settembre 2017, con l'amministrazione Biondi insediatasi da due mesi, allorquando la Vision Park srl, nel confermare la volontà di mantenere gli impegni derivanti dalla convenzione - “fermo restando la necessità di rivedere alcuni aspetti in coerenza con le attuali prerogative del centro storico cittadino che di fatto non è ancora tornato al suo ruolo di fulcro amministrativo, commerciale e residenziale dell’Aquila” - ha richiesto all’amministrazione comunale di pronunciarsi in merito all’intenzione di procedere o meno con la realizzazione dell’opera.

Ebbene, con deliberazione di Giunta comunale 442 del 2 ottobre 2017, la Giunta ha approvato la componente strutturale del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) confermando, appunto, la necessità della realizzazione del parcheggio interrato a S. Bernardino. Dunque, con atto dell'esecutivo cittadino numero 176 datato maggio 2018 l'amministrazione ha confermato l’interesse a mantenere gli impegni derivanti dalla convenzione sottoscritta con la Vision Park srl individuando quale struttura competente per la realizzazione dell’opera il Settore Rigenerazione Urbana, Mobilità e Sviluppo. 

Una decisione che ha scatenato un vespaio di polemiche. 

"Si tratta di un progetto oramai datato nella concezione e nelle motivazioni, avviato nei primissimi anni del secolo in condizioni storiche, economiche e sociali del tutto differenti dalle attuali, che l’Amministrazione Biondi ha riesumato al di fuori di qualsiasi considerazione di natura pianificatoria, che configura il parcheggio come un intervento del tutto occasionale che prescinde da una ordinata programmazione del futuro del centro storico", denunciarono in un appello pubblico Giovanni Cialone, Luca D'Innocenzo, Fausto Corti e Antonio Porto. "Questo avviene nella totale assenza di un piano parcheggi condiviso che affronti, in un ragionamento complessivo, un problema cronico della città e porta in centro un ulteriore attrattore di traffico. Queste valutazioni, che sono di per sé sufficienti a ritenere l’iniziativa incomprensibile, diventano tuttavia insignificanti se si considerano gli effetti devastanti che l’opera avrebbe sullo skiline di quella parte di città, ed in particolar modo sulla Basilica di San Bernardino, che costituisce uno dei monumenti simbolo dell'Aquila, unanimemente riconosciuto come opera capostipite nel quadro dell’architettura italiana del Quattrocento", aggiunsero i firmatari dell'appello.

D'altra parte, la costruzione del parcheggio avrebbe comportato la sostituzione della scarpata alberata posta a sinistra (per chi guarda la Chiesa) della scalinata in luogo della quale verrebbe realizzato un edificio a gradoni. "Qualora l’opera venisse eseguita, quindi, si comprometterebbe in modo irrimediabile l’assetto in cui è posto il Monumento con gravissima compromissione della sua qualità architettonica e paesaggistica. Per tale ragione, chiediamo all’Amministrazione comunale di soprassedere da quello che a noi appare un mero atto di distruzione e che arrecherebbe al patrimonio culturale della Città dell’Aquila un danno irreparabile per ragioni che non hanno nulla a che vedere con l’interesse pubblico", l'affondo.

I firmatari chiesero dunque alla Soprintendenza "di intervenire immediatamente, assumendo i provvedimenti di sua competenza per evitare un intollerabile scempio".

Cialone, D'Innocenzo, Corti e Porto sollevarono anche dei dubbi sul procedimento che aveva portato all'approvazione del progetto. "L'opera in questione - spiegarono - è stata aggiudicata con provvedimento del 23 maggio 2008 all’esito di una procedura di project financing condotta, a nostro avviso, in modo tale da non rispettare l’obbligo di mettere a gara l’offerta del proponente. Difatti: il bando di gara venne approvato dal Comune il 18 ottobre 2007; il bando fu pubblicato sull’albo pretorio dal 21 dicembre 2007 al 5 gennaio 2008, ossia durante un periodo festivo e per un totale di 6 giorni lavorativi; la notizia del bando venne pubblicata sui giornali nazionali il 4 gennaio 2008, nonostante il termine per la presentazione delle domande scadesse il 5 gennaio alle ore 12; l’avviso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 dicembre 2007 indicava, inoltre, il 28 dicembre 2007 come termine per la presentazione delle offerte, ossia 8 giorni prima della scadenza reale".

La seconda anomalia riscontrata era relativa al possesso da parte della aggiudicatria dei requisiti previsti dal bando. "Si richiedeva alla ditta, per l’affidamento della concessione, il possesso della SOA categoria generale OG1 classifica IV, corrispondente ad un importo di lavori pari a € 2.582.284,00. La gara aveva per oggetto la 'progettazione definitiva ed esecutiva e la realizzazione dell’opera'. A questa prestazione andava perciò verificata la sussistenza delle SOA, come sancito dalla Avvocatura comunale con parere del 17 gennaio 2008. Orbene, all’epoca della gara la Orione Costruzioni era qualificata per prestazioni di progettazione e costruzione SOA OG1 alla IIII classifica, corrispondente ad un’importo di € 1.032.913, somma insufficiente rispetto a quanto previsto dalla gara. Dalla visura camerale sembrerebbe, inoltre, che oggi la Società Orione non possegga più la qualificazione per prestazioni di 'progettazione ed esecuzione lavori' il che, se vero, la renderebbe allo stato priva di uno dei requisiti imposti dalla normativa vigente per lo svolgimento dell’appalto e comporterebbe la revoca della aggiudicazione".

La denuncia ebbe una eco nazionale. Sul Fatto Quotidiano ne scrisse Tomaso Montanari, con queste parole: "Mentre ci avviciniamo mestamente al decennale del terremoto che fermò la vita dell’Aquila, appare lampante che di tutto questa eroica città avrebbe bisogno meno che di devastanti parcheggi sotterranei. Avrebbe bisogno di un progetto di ripopolazione della città storica, che ridia vita ad uno dei più struggenti tessuti monumentali d’Italia. Un progetto capace di riportare le funzioni pubbliche, i servizi, le banche in quella che rischia sempre più di ridursi ad una quinta monumentale, con i cittadini chiusi nelle 19 ‘not town’ di cemento mangia-campagna e mangia-anima volute da Berlusconi e Bertolaso all’inizio del peggior dopo-terremoto della storia nazionale". Aggiunse Montanari: "A Bernardino degli Albizzeschi, che dorme nella chiesa in cima a quella collinetta, dobbiamo alcune delle pagine più acute del pensiero italiano circa l’etica dell’economia. Credeva in un’imprenditoria capace di creare utilità sociale: mentre condannava senza appello le opere inutili, o meglio utili solo ad accrescere il capitale di chi le faceva. Non è difficile immaginare cosa avrebbe detto dello strumento del project financing: che in teoria dovrebbe servire a fare opere di interesse generale con capitali privati, e in pratica fa quasi sempre l’opposto. Si racconta che quando Bernardino morì, dalla sua bara cominciò a uscire un rivolo di sangue che si fermò solo quando le opposte fazioni da cui L’Aquila era lacerata si decisero a far pace. Fermare un parcheggio multipiano rischia di essere più difficile".

E' andata diversamente: come detto, la Soprintendenza, nel novembre 2019, ha posto un vincolo sullo "spazio pubblico costituito dalla scalinata o cordonata di San Bernardino, dalle aree verdi di contorno e dagli spazi pubblici connessi". E così, di fatto potrebbe aver scritto la parola 'fine' sulla vicenda. 

Ultima modifica il Venerdì, 06 Marzo 2020 12:08

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