Venerdì, 06 Marzo 2020 11:59

Coronavirus, Grimaldi: "Combattere epidemia con comportamenti responsabili"

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Ad ora, ma la situazione è in costante evoluzione, sono 9 i casi di contagio da Covid19 confermati in Abruzzo, uno all’Aquila, la giovane medico ricoverata in isolamento al San Salvatore, in buone condizioni; tuttavia, la preoccupazione è che la crescita dei contagi “possa diventare, anche da noi, esponenziale: se dovesse allargarsi l’epidemia, il punto è capire se siamo pronti a reggere l’impatto”.

Parole di Alessandro Grimaldi, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, ospite ieri sera della trasmissione ‘Aquilani’ su laQtv.

“Purtroppo, i criteri per individuare i casi sospetti sono divenuti più ampi col passare dei giorni e, dunque, sono aumentate le richieste di consulenza; nel momento in cui scatta l’allarme, siamo costretti a ricoverare il paziente nella nostra struttura, dedicando una stanza a pressione negativa. L’unità operativa di Malattie infettive dell’Aquila è quella che ha più stanze in Abruzzo, ne contiamo dieci: in caso aumentassero i contagi, potrebbero non essere sufficienti e, dunque, dovremmo trovare soluzioni alternative”.

E’ per questo che si sta lavorando sulla struttura così detta ‘G8’, realizzata in occasione del vertice tenutosi a L’Aquila nel luglio 2009, all’indomani del sisma, per allestirla con una quindicina di posti letto, alcuni provvisti di respiratore, da riservare ad eventuali pazienti contagiati dal virus.

“Ancora peggiore potrebbe essere la situazione nei reparti di Rianimazione – ha osservato Grimaldi – già di per sé saturi di pazienti con problematiche importanti o che hanno subito interventi chirurgici delicati: immaginate se dovessero manifestarsi numerosi casi di persone con insufficienza respiratoria grave che dovessero necessitare di assistenza”. Purtroppo, “l’epidemia da Coronavirus non cancella le altre malattie” ha aggiunto il primario: “ieri sera – martedì sera, ndr – nel mio reparto ho ricoverato un caso di meningite”.

Il reparto di Malattie infettive è stato organizzato su due padiglioni: in un’ala vengono ricoverati i pazienti che presentino sintomi da contagio di Coronavirus, nell’altra i degenti con diverse patologie; è stata allestita, inoltre, una stanza con macchinari per assistere i pazienti con grave insufficienza respiratoria e per la diagnostica ecografica della polmonite.

Grimaldi lo ha detto chiaramente: “in Italia, negli anni, abbiamo cancellato 760 reparti, mancano 50mila unità di personale tra medici e infermieri, sono stati tagliati almeno 70mila posti letto: ad oggi, in Germania ci sono 8 posti letto ogni mille abitanti, in Francia 4 o 5: nel nostro paese il rapporto è 3 ogni 1000. E’ chiaro che in una situazione di emergenza, come quella che stiamo vivendo, il rischio è che non siano sufficienti. Sebbene il sistema sanitario nazionale si stia rivelando efficientissimo, sarebbe necessario tornare ad investire risorse assumendo, innanzitutto, medici e infermieri”.

Ha aggiunto il primario di Malattie infettive del San Salvatore: “ci troviamo a fronteggiare una situazione per certi aspetti imprevista ed imprevedibile; all’inizio, la speranza era di poter circoscrivere i contagi al territorio cinese. Non è andata così, per motivi che, in parte, ancora ci sfuggono: è di ieri la notizia che, presumibilmente, il ‘caso uno’ in Europa sia da ricondurre in Germania. D’altra parte, combattiamo una battaglia contro qualcosa di invisibile: per questo, non bisogna fare errori”.

E’ probabile che “siamo dentro la fase massima di contagio”, ha sottolineato Grimaldi; “se le misure assunte dal Governo si riveleranno giuste, e credo che siano giuste, e se manterremo comportamenti responsabili, il contagio potrà essere contenuto. Deve essere chiaro, però, che questa epidemia la combattiamo noi, in prima persona, con comportamenti responsabili, con atteggiamenti positivi. Tutto ciò che interrompe la catena del contagio, che evita di favorirla, riduce la possibilità che l’infezione si estenda”.

Per questo, l’invito è a rispettare le prescrizioni, evitando assembramenti in locali chiusi e assumendo le precauzioni consigliate.

Questo non significa ‘cedere’ al panico: al momento, l’Abruzzo ‘rischia meno’ di altre Regioni non essendo una regione così detta ‘cluster’, non avendo cioè focolai autoctoni ma casi importati, prevalentemente dalla Lombardia; e poi, vale ciò che si è scritto nei giorni scorsi: ci sono infezioni batteriche che, ancora oggi, fanno molte più vittime del Covid-19, la stessa influenza, normalmente, colpisce un numero di persone nettamente superiore. Tuttavia, non disponiamo di ‘armi’ efficaci che ci permettano di contrastare il nuovo Coronavirus e, dunque, la priorità è contenere il contagio affinché il sistema sanitario nazionale, nelle così dette regioni 'cluster' come altrove, possa reggere l’urto dell’emergenza.

“Non dobbiamo fare errori”, ha ribadito Grimaldi: “chi ha sintomi riconducibili a malattia respiratoria deve consultarsi con il medico di base e, eventualmente, rivolversi al 118: se venissero ravvisate condizioni di potenziale contagio, il paziente verrà prelevato e portato direttamente in Ospedale”, attraverso un percorso isolato; “l’importante è evitare di presentarsi in Pronto Soccorso, il punto debole della catena, perché risponde alle urgenze di altri pazienti che presentano diverse patologie, traumi, problemi cardiaci e respiratori di altro tipo e così via. Va seguita una procedura ben precisa. Purtroppo, questo meccanismo stenta ancora a passare”.

E’ anche per questo che, innanzi al Pronto soccorso, è stata allestita una tenda della Protezione civile: “anche a me non entusiasma – ha riconosciuto Grimaldi – per gli aquilani ha un riflesso certamente negativo: tuttavia, la tenda serve proprio per un primo triage, per isolare il paziente sintomatico che, inopinatamente, dovesse presentarsi in Pronto soccorso”.

 

Ultima modifica il Venerdì, 06 Marzo 2020 19:22

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