Sabato, 07 Marzo 2020 21:31

Governo 'chiude' Lombardia e altre 14 province. Conte: "Consentito il rientro al proprio domicilio ma non possiamo più permetterci forme di aggregazione"

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Che non ci fosse un solo giorno in più da perdere, è stato chiaro alla luce dei dati forniti dalla Protezione civile nelle ultime 24 ore. E non tanto per via del pur preoccupante numero dei contagiati: i 5.061 registrati ieri, più 1.145. E nemmeno a causa dei 233 morti, 36 in più. A pesare è stata la situazione delle terapie intensive: le sale ormai sature in Lombardia e non solo. Da qui la decisione drastica, adottata tuttavia in modo da consentire comunque lo spostamento delle merci. Da e per l'ala più produttiva del Paese.

Off limits l'intera Lombardia e 14 altre province che cadono in Piemonte, Emilia Romagna, Marche: diventano zona rossa infatti Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola.

Vuol dire che bisogna "evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori" si legge nell'ultima bozza del decreto del presidente del Consiglio dei ministri, lavorato fino alla tarda sera di ieri e suscettibile di modifiche, anche per le perplessità sollevate in nottata dai governatori di Lombardia ed Emilia Romagna, Fontana e Bonaccini.

Stop agli spostamenti anche "all'interno dei medesimi territori, salvo che per quelli motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza". L'area locomotiva del Paese, se così sarà, diventerà una enorme Codogno, una sconfinata Vo'. Unica differenza è che non ci saranno i militari a presidio del territorio, come è facilmente intuibile alla luce dell'estensione dell'area.

Succede quel che tutti fino all'ultimo hanno cercato di scongiurare, il governo, le giunte regionali, gli amministratori locali. 

Il presidente Giuseppe Conte è stato determinato e, come lui, l'intera ala pd del governo, guidata da Dario Franceschini. Tanto più al termine di una giornata che era iniziata con la notizia della positività del segretario Nicola Zingaretti. Stando a quanto trapela, i ministri hanno deciso la stretta anche dopo le ultime preoccupanti informazioni: a Milano nel fine settimana ancora si affollavano nei pub sui Navigli, per non dire degli impianti sciistici gremiti tra Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto.

"Vinciamo questa guerra se i nostri concittadini adottano comportamenti responsabili, modificando temporaneamente i nostri stili di vita" dice chiaramente il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli.

Con questa misura, il governo spera di disincentivare gli spostamenti. Anche perché sono previste "specifiche sanzioni in caso di mancato rispetto". Tuttavia, la bozza del decreto - diffusa intorno alle 20 di ieri sera - ha spinto alcuni a prendere i treni che, dalla Lombardia, erano diretti verso le regioni del centro e del sud Italia: un atteggiamento irresponsabile in un momento drammatico per il Paese. E sono piovute critiche violente al Governo, tanto da costringere il premier Conte a convocare una conferenza stampa in piena notte.

Conte: "Sarà consentito il rientro al proprio domicilio ma non possiamo più permetterci nelle aree previste dal decreto forme di aggregazione"

Nella notte il presidente del Consiglio Conte ha tenuto una conferenza stampa, indispensabile dopo una lunga giornata piena di dubbi generati dalla diffusione di una bozza del decreto del governo. "E' necessario chiarire quel che è successo, una cosa inaccettabile: un dpcm, che stavamo formando a livello di governo per regolamentare le nuove misure che entrano in vigore subito, lo abbiamo letto su tutti i giornali. Ne va della correttezza dell'operato del governo e della sicurezza degli italiani. Questa pubblicazione ha creato incertezza, insicurezza, confusione e non lo possiamo accettare".

Conte ha spiegato di aver raccolto sino alle 19 le indicazioni e i pareri dei ministri competenti e presidenti di regioni, "ma l'iter non era completato". Adesso il decreto del presidente del Consiglio "è stato elaborato nella sua versione definitiva: sono pervenute le osservazioni delle regioni e tra qualche ora sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale e sarà vigente. Sarà consentito il rientro al proprio domicilio", ha sottolineato, "ma non possiamo più permetterci nelle aree previste dal decreto forme di aggregazione". 

D'ora in poi "chi avrà febbre da più di 37.5 gradi centigradi e infezioni respiratorie è fortemente raccomandato di restar presso proprio domicilio, a prescindere che siano positivi o no. Contattino il medico curante", ha spiegato Conte. "Divieto assoluto di mobilità per chi sia stato in quarantena, dobbiamo limitare il contagio del virus e evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere. Con il nuovo decreto non ci sono più le zone rosse, i focolai stabiliti all'inizio. Non c'è più motivo di tenere le persone di Vò e del lodigiano in una zona rossa confinate. Sono state create zone più ampie".

Queste misure - ha continuato il premier - "provocheranno disagio ma questo è il momento dell'auto-responsabilità, non del fare i furbi. Tutelare soprattutto la salute dei nostri nonni".

Sono sospese in tutta Italia, ha precisato Conte, manifestazioni, eventi, spettacoli di qualsiasi natura, compresi quelli cinematografici e teatrali, in qualsiasi luogo, pubblico o privato. E poi le attività di discoteche, sale giochi, sale da ballo, Bingo e locali assimilati.

Sospesa l'apertura dei musei e degli altri istituti di cultura. "Le forze di polizia - ha poi sottolineato il premier - saranno legittimate a chiedere conto ai cittadini che si muovono sui territori interessati dalle nuove norme per il contenimento del Coronavirus: è un divieto non assoluto di muoversi ma la necessità di motivarlo sulla base di specifiche indicazioni. E' insomma una ridotta mobilità".

In Lombardia e nelle 14 province interessate dal nuovo dpcm sul Coronavirus bar e ristoranti potranno stare aperti dalle 6 alle 18 purché garantiscano almeno un metro di distanza tra i clienti: la sanzione della sospensione dell'attività in caso di violazione: "Ci rendiamo conto che è molto severa ma non possiamo più consentire contagi".

"Mi assumo la responsabilità politica di questo momento, ce la faremo" ha concluso Conte. Una seconda bozza riguarda invece il decreto con le restrizioni valide nel resto d'Italia.

Ultima modifica il Domenica, 08 Marzo 2020 09:46

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