E dunque, sono due i casi di contagio da coronavirus accertati all'Aquila.
Si tratta dell'uomo di 33 anni risultato positivo nei giorni scorsi, e che si sarebbe messo in autoisolamento volontario avendo frequentato persone che provenivano dalle regioni più colpite, e della compagna, una donna di 35 anni, la cui positività è stata comunicata ieri: anche lei avrebbe evitato contatti dopo aver appreso che un gruppo di amici era in quarantena fiduciaria a casa.
Sul caso della donna c'è stato un corto circuito comunicativo, più che giustificabile, sia chiaro, considerata la difficoltà del momento: il Servizio prevenzione e tutela della Salute della Regione, nel report quotidiano, aveva indicato come residenza della paziente il comune di Barisciano; poco dopo, la smentita del sindaco Francesco Di Paolo che, sulla scorta delle informazioni ricevute dall'Ufficio servizio igiene della Asl, si era affrettato a specificare che si era trattato di un errore di comunicazione. Dopo la precisazione di Di Paolo, la Regione aveva a sua volta puntualizzato che l'equivoco poteva essere stato ingenerato dal fatto che la donna era formalmente residente a Barisciano ma domicilata in altro Comune: a seguito di alcune verifiche effettuate in tarda serata da NewsTown, però, anche questa informazione non è risultata essere vera: la donna non è formalmente residente a Barisciano.
Poco male, sia chiaro.
E' comprensibile che un caso di contagio in un piccolo comune possa preoccupare l'opinione pubblica, considerato che il rischio diffusione è potenzialmente amplificato e che l'età media dei centri di 'cintura' dell'aquilano è piuttosto elevata; tuttavia, oramai il virus è diffuso anche in Abruzzo e, dunque, non è affatto importante sapere se un caso di contagio sia localizzato a Barisciano o 15, 20 km più in là. La preoccupazione che dobbiamo avere, l'unica, è di rispettare le indicazioni della autorità: stare a casa, il più possibile, uscire soltanto per motivi indifferibili, di lavoro o di estrema necessità, evitare assembramenti.
Avere altre notizie non è affatto necessario: il protocollo, infatti, prevede che siano informate, prontamente, le persone che negli ultimi giorni abbiano avuto contatti con il paziente che dovesse essere sottoposto al test, poste in isolamento domiciario fino all'esito del tampone e tenute in osservazione dalle autorità sanitarie. Dunque, non è in alcun modo 'utile' conoscere la residenza dei contagiati da covid-19, il quartiere in cui vivono o addirittura la via.
Come linea editoriale, continueremo a fornire puntualmente il report quotidiano del Servizio prevenzione e tutela della Salute della Regione, anche laddove indichi la residenza - la residenza e non il domicilio, giusto ribadirlo - dei pazienti contagiati, a meno che non dovessimo renderci conto che le informazioni fornite possano divenire fonte di inutile preoccupazione e di diffusione d'allarme e di panico. Ribadiamo l'invito a rispettare le disposizioni delle autorità: è l'unica misura di sicurezza che dobbiamo assumere in questo momento.
Tornando ai due 'casi' dell'aquilano, a quanto si apprende l'uomo e la donna sono in buone condizioni, posti in isolamento sotto il controllo dei medici nella loro abitazione dove attenderanno la negativizzazione.
Alla coppia, vanno aggiunti la dottoressa tirocinante lombarda, uscita dall’ospedale San Salvatore nei giorni scorsi e posta in isolamento in una casa messa a disposizione dalle istituzioni, che proprio ieri ha fatto il secondo tampone di controllo che, se negativo, potrebbe farla tornare finalmente libera, e il giovane di origini campane che gestisce un’attività di svago e che l’altra sera ha postato un video dal suo letto d'ospedale del nosocomio aquilano raccomandando tutti a seguire le precauzioni imposte dal governo. Quest’ultimo caso ha provocato l’isolamento domiciliare di una ventina di persone, sciolto da poco.