La chiusura di attività e scuole sarà prorogata.
A dirlo è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un colloquio col Corriere della Sera in cui, a circa due settimane dalla scadenza delle restrizioni imposte dall’esecutivo e con il numero di casi positivi al coronavirus che ha superato quota 35mila, reputa improbabile un ritorno immediato alla normalità il 3 aprile.
“Le misure restrittive funzionano, quando si raggiungerà il picco e il contagio comincerà a decrescere non si potrà tornare subito alla vita di prima”, ha spiegato il capo del Governo che ha poi chiesto nuovamente alla popolazione di usare il buonsenso e tenere comportamenti che evitino nuovi contagi: “Bisogna agire tutti con la massima consapevolezza, le sanzioni penali per chi trasgredisce ci sono e verranno applicate in modo severo. Sono d’accordo con quei sindaci che hanno chiuso ville e parchi, una cosa è fare attività sportiva, un’altra trasformare i luoghi pubblici in punti d’assembramento, cosa inammissibile”.
Anche se al momento, aggiunge “non sono previste altre misure restrittive di largo respiro”.
Richiesta che, invece, è arrivata dalla Regione Lombardia, la più colpita dalla pandemia, con il governatore Attilio Fontana che mercoledì ha invocato il pugno di ferro nel caso in cui i cittadini non decidano di rispettare le disposizioni. Concetto ribadito nella mattinata di giovedì anche dall’assessore al Welfare, Giulio Gallera: “Avevamo chiesto di chiudere tutto, in accordo con i sindaci. Negozi, uffici pubblici, aziende non coinvolte nei servizi essenziali, sport all’aperto. È un sacrificio? Certo che lo è, ma non ci sono altre strade. Se la situazione non migliora faremo una nuova proposta al governo, partendo da quanto già chiesto”.
Un appello al buonsenso è stato lanciato dalle colonne di Repubblica anche dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, che spiega come comportamenti corretti possano evitare misure ulteriormente restrittive: “Sono giorni cruciali e tutti si devono impegnare perché l’emergenza possa essere superata. Quindi, utilizzare consapevolmente quegli spazi di movimento che ora sono consentiti ed evitare stili di vita superficiali e disinvolti, uscire di casa soltanto se strettamente necessario”. I controlli vanno avanti in maniera decisa, aggiunge, con un milione di persone controllate e circa 50mila denunce, ma frena sull’utilizzo dell’Esercito per sostenere l’attività delle forze di polizia nelle strade.
Sulla chiusura delle scuole, scrive Repubblica, si è invece espresso il comitato scientifico che reputa necessario uno stop totale di almeno due mesi: “Il comitato tecnico-scientifico per l’emergenza – si legge – ricorda che loro, gli esperti, le indicazioni le avevano date alla vigilia del 9 marzo. La chiusura delle scuole è un provvedimento che ha un senso se viene applicato almeno per due mesi. Dopo il 3 aprile, quindi, servirebbero altri trenta giorni. Con un rientro possibile il 6 maggio”.
La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, ospite di Sky Tg24, ha però tenuto a specificare: "Penso si andrà nella direzione che ha detto il presidente Conte di prorogare la data del 3 aprile ma in questi giorni invito tutti alla massima responsabilità. Non è possibile dare un'altra data per l'apertura delle scuole, tutto dipende dall'evoluzione di questi giorni, dallo scenario epidemiologico. Riapriremo le scuole solo quando avremo la certezza di assoluta sicurezza".