Giovedì, 26 Marzo 2020 17:32

Coronavirus, Univaq avvia studio clinico su Tocilizumab

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L’Università degli Studi dell’Aquila, in collaborazione con la Asl, ha deciso di iniziare uno studio clinico sull’efficacia e la sicurezza del Tocilizumab nei pazienti con polmonite da Covid-19.

Lo studio, di cui è responsabile il professor Roberto Giacomelli, ordinario di Reumatologia presso l’ateneo e direttore della Uoc di Reumatologia dell’ospedale San Salvatore, sarà effettuato in collaborazione con il reparto di Malattie infettive, di cui è responsabile il dottor Alessandro Grimaldi.

“Si tratta” si legge in una nota di Univaq “del primo studio di questo tipo in Abruzzo. Su di esso ci sono state la condivisione e l’avallo del governatore della Regione Abruzzo Marco Marsilio e dell’assessore al Bilancio Guido Quintino Liris”.

“Lo studio trae ispirazione dai risultati dall’esperienza dei ricercatori cinesi, secondo cui il Tocilizumab ha prodotto incoraggianti benefici clinici e laboratoriali in 21 pazienti affetti da polmonite severa o critica Covid 19 e da varie segnalazioni anche in Italia”.

“Tocilizumab è un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore dell’IL-6, uno dei mediatori dell’infiammazione che aumenta durante la risposta immunitaria contro il virus a livello degli alveoli polmonari. Tale risposta immunitaria e la conseguente “tempesta citochinica” finiscono con il produrre un significativo danno al parenchima polmonare, che può ridurre notevolmente la funzionalità respiratoria contribuendo all’elevata mortalità di tali pazienti”.
“Questo studio nasce della necessità di permettere anche alla nostra Regione, non solo di utilizzare al meglio tale farmaco, ma anche di contribuire al miglioramento delle conoscenze su Covid 19. L’Università dell’Aquila, con il professor Roberto Giacomelli e il gruppo di ricerca da lui diretto, è da anni in prima linea nell’utilizzo di terapie innovative nei pazienti reumatologici. Lo scopo di questo studio è sicuramente  quello di aiutare chi si trova in prima linea a combattere il Covid 19, offrendo una nuova arma, ma non si esaurisce in questo perché l’obiettivo  finale è quello di contribuire a migliorare le conoscenze scientifiche e di consentire a tutti  una possibilità di guarigione”.

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