“Il manager della Asl dell’Aquila è a conoscenza che i lavoratori stanno prestando la loro opera senza la dovuta protezione e che in numerosi casi il personale stesso sta provvedendo ad acquistarlo autonomamente?”.
E’ una delle tante sollecitazioni rivolte al direttore generale della Asl dell’Aquila Roberto Testa dalla Cgil in una lunga lettera firmata dal segretario provinciale Francesco Marrelli e dal segretario della FP Anthony Pasqualone.
La nota completa
Non va alimentato il caos nella ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila e quasi si rimpiangono i periodi in cui dai vertici aziendali si ascoltava solo l’assordante silenzio.
Pochissime sono state, infatti, le comunicazioni e dichiarazioni (pubbliche o istituzionali) rilasciate dal Direttore Generale della ASL 1 dott. Roberto Testa, tutte legate da un unico filo conduttore, quello di ostentare esclusivamente il suo lavoro e scaricare le responsabilità in capo ad altri.
Tra queste ricordiamo quella del 20 marzo in cui pubblicamente la ASL ha dichiarato di non avere a disposizione per il personale i DPI necessari e sufficienti ad affrontare l’emergenza sanitaria ma la responsabilità non poteva ricadere sulla ASL stessa, infatti lo stesso Direttore Generale dichiara: ”In merito ai DPI e alla circostanza per cui le attuali dotazioni non rispondono appieno alle norme in vigore, deve rammentarsi che, ad oggi, gli approvvigionamenti dei suddetti dispositivi avvengono esclusivamente per il tramite delle Unità Nazionale e Regionale del Dipartimento di Protezione Civile che hanno centralizzato ed uniformato le procedure per le relative forniture.” Con buona pace per tutti.
Altra dichiarazione è quella del 25 marzo relativa ai DPI consegnati nell’Ospedale di Avezzano che di seguito si riporta : “Le mascherine donate dalla protezione civile, con telo in tessuto non tessuto (Tnt) sono state messe a disposizione dei visitatori dei degenti e non degli operatori sanitari che utilizzano invece quelle chirurgiche”.
Non vorremmo sbagliarci ma rispetto a questa tesi ci sembra di ricordare che gli spostamenti dei cittadini siano consentiti solo per:
- comprovate esigenze lavorative;
- assoluta urgenza (“per trasferimenti in comune diverso”, come previsto dall’art. 1, comma 1,lettera b) del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 marzo 2020);
- situazione di necessità (per spostamenti all’interno dello stesso comune o che rivestono carattere di quotidianità o che, comunque, siano effettuati abitualmente in ragione della brevità delle distanze da percorrere);
- motivi di salute.
Pertanto, questo ostentato atto di altruismo, ha sicuramente una portata limitatissima legata, appunto, a quelle poche persone che, per norma, possono circolare. Inoltre sarebbe interessante capire perché, questa azione mirata alla salvaguardia della salute dei visitatori sia stata effettuata esclusivamente nei confronti dei visitatori di un unico ospedale in ambito provinciale.
Alle predette comunicazioni dobbiamo aggiungere quelle del 26 marzo u.s. relative una al pagamento della produttività e l’altra alla stabilizzazione di 33 Operatori Socio Sanitari. Due buone notizie finalmente.
Però. C’è un però.
Per quanto riguarda il pagamento della produttività il Direttore Generale chiosa il suo comunicato con una frase che sicuramente era il caso di evitare, quantomeno per il dovuto rispetto che i lavoratori, ancor più in questo delicato periodo, meritano, la frase è la seguente: “In questo difficile periodo di emergenza, che sta mettendo a dura prova la popolazione, le famiglie ed, in particolare, il personale sanitario, l’auspicio della Direzione Aziendale è che i dipendenti possano trovare una prova tangibile dell’attenzione della ASL nei loro confronti”.
Attenzione nei loro confronti?
Il pagamento era un atto dovuto che faceva seguito ad accordi sindacali sottoscritti precedentemente all’emergenza sanitaria nazionale. L’attenzione nei loro confronti si attua attraverso una programmazione dell’attività, la definizione dei percorsi, delle procedure e dei protocolli, ed attraverso la fornitura di idonea strumentazione, di idonei dispositivi di protezione individuale e non attraverso comunicati stampa propagandistici.
Sulla stabilizzazione del personale invece, sempre il DG, dichiara: “L’assunzione di tali unità sanitarie, tra l’altro di provata esperienza, permetterà di potenziare, in particolar modo, i servizi maggiormente coinvolti nella gestione della crisi”.
E qui ci domandiamo; se è stato possibile procedere alla stabilizzazione di detto personale, sarà forse perché esistono dei posti vacanti in dotazione organica?
Sarà per caso che il fabbisogno di personale è, e di molto, superiore alla forza lavoro in servizio presso le strutture della ASL? Sarà che all’appello mancano centinaia di lavoratori in tutti i presidi sanitari? Sarà perché già in condizioni normali il personale è costretto a svolgere turni ed orari di lavoro che violano ogni normativa in tema di orari di lavoro e di riposi obbligatori? E va bene, anche questa occasione è stata persa, mentre non è stata persa l’occasione per farsi un po’ di propaganda populistica.
Da non dimenticare, poi, la risposta che la ASL aveva inviato alle OO.SS. rispetto alle misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019, nella quale si affermava che “questa Direzione ha immediatamente posto la massima attenzione all’emergenza da coronavirus attraverso la diffusione capillare a tutte le strutture aziendali delle circolari emanate dal Ministero della Salute, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dalla Presidenza della Giunta Regionale, dal Dipartimento per la Salute e dal Sindaco dell’Aquila”.
Come a dire, cari lavoratori, proteggetevi con le carte che mando in giro, ammesso che vi arrivino.
Però, dai, c’è sempre un però, il 30 di marzo, il Direttore Generale alza la testa, spinto forse da un senso di umanità e trasmette una nota a firma del Presidente Marsilio a tutto il personale della ASL ed unendosi al pensiero del suo Presidente, ha colto l’occasione per ringraziare tutto il personale per l’impegno e l’abnegazione che normalmente, e ancor più in questo triste momento, contraddistinguono il loro operato.
Commovente.
Sì, commovente, fino a quando con una nota di servizio diffusa a mezzo stampa, urgente e di brunettiana memoria, sempre del 30 di marzo, indirizzata a tutti i Direttori Responsabili delle Unità Operative aziendali, la Direzione Generale ha invitato questi ultimi, a disporre la visita fiscale, nell’immediato e per il futuro, al fine di contrastare e prevenire il fenomeno dell’assenteismo, anche ai fini del recupero della produttività....
A questo punto la domanda sorge spontanea: ma la mano destra sa cosa scrive la mano sinistra?
La testa pensante di questa ASL è a conoscenza che i lavoratori stanno prestando la loro opera senza la dovuta protezione e che in numerosi casi il personale stesso sta provvedendo ad acquistarlo autonomamente?
- E' consapevole che il 20,2% del personale ha un'età compresa tra i 60 ed i 64 anni di età, il 23,2% ha un'età compresa tra i 55 ed 59 anni ed il 19,6 % tra i 50 ed i 54 anni di età? E' altresì consapevole del fatto che se un lavoratore è in malattia (diritto costituzionalmente garantito) ci sarà stato un medico che ha certificato lo stato di salute dello stesso? Si sta forse affermando che i Medici abbiano dichiarato il falso?
- Sa che molti Dirigenti aziendali hanno posto in ferie d'ufficio e/o forzate tanti lavoratori addirittura anticipando le ferie non ancora maturate? E che, continuando così i lavoratori verranno obbligati ad anticipare le ferie che matureranno da qui alla pensione?
- E' a conoscenza che, a norma del DPCM 8 marzo 2020, “sono sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, nonche' del personale le cui attivita' siano necessarie a gestire le attivita' richieste dalle unita' di crisi costituite a livello regionale”? E che quindi si stanno violando delle norme?
- E' consapevole che nonostante le dichiarazioni rilasciate anche da alcuni Dirigenti sanitari di questa Azienda, i tamponi NON sono stati effettuati nemmeno a quel personale altamente esposto al rischio di contagio?
- E' informato che sul territorio Medici ed Infermieri non sono stati forniti di DPI e che quindi non possono effettuare i tamponi nemmeno a quelle persone sottoposte a sorveglianza sanitaria?
- Si sta preoccupando del fatto che i pazienti cronici del territorio sono stati abbandonati se non fosse per i lavoratori che, in malattia o in ferie, comunque continuano autonomamente a mantenere contatti con gli utenti per non rendere vani i percorsi terapeutici iniziati?
- Come si pone sul fatto che uffici e servizi aziendali sono ancora pieni di personale che invece dovrebbe e potrebbe lavorare in smart working?
- E' cosciente in merito al fatto che numerosi cittadini stanno rinunciando alle cure?
Sono tante e troppe le domande sulle quali i lavoratori in primis, ma di conseguenza l'intera popolazione della Provincia dell'Aquila, attendono una risposta.
L'auspicio di questa Organizzazione Sindacale, che dovrebbe essere un dovere per chi governa la Sanità e per chi rappresenta la massima autorità sanitaria nei territori, è che prima o poi le risposte arrivino, e che queste ultime arrivino in tempo utile per tutelare la salute dei lavoratori e della cittadinanza.
Infine ancora oggi non è dato sapere, nella sostanza e non nella forma, quali delle strutture aziendali sono COVID e quali NO COVID, infatti la forma ci fa capire che l'unico Ospedale COVID aziendale è quello dell'Aquila, mentre la sostanza ci dice che l'Ospedale di Avezzano ha il reparto di malattie infettive con numerosi casi di pazienti COVID, ed infine l'Ospedale di Sulmona ha tutti i posti letto di Rianimazione (di cui uno solo a pressione negativa) occupati con pazienti COVID con la conseguenza che in tal modo viene pregiudicata la normale attività chirurgica, anche di urgenza, di un intero territorio.