“L’andamento attuale dei contagi in Abruzzo si aggiorna giornalmente con un certo numero di casi incidenti ma non sta assumendo quell’impatto di curva ad alta crescita esponenziale che tutti temono: siamo all’interno di un modello di previsione che ci consente di immaginare il raggiungimento di un plateau in un tempo relativamente breve”.
Parole del professor Marco Valenti, docente di Metodologia epidemiologica all’Università degli Studi dell’Aquila, che ha fatto il punto sulla diffusione del coronavirus in Abruzzo ai microfoni dell'ufficio stampa del Consiglio regionale.
“I dati mostrano una disomogeneità importante nella distribuzione dei casi: si nota che la provincia dell’Aquila è quella più protetta dalla diffusione del virus”. Come si spiega? “Intanto, con le diverse caratteristiche strutturali dei territori provinciali abruzzesi e, inoltre, con specifici eventi accaduti nel corso della settimana scorsa in alcune zone del pescarese e del teramano che hanno richiesto, poi, un provvedimento d’inclusione in zona rossa di alcuni Comuni. L’analisi della provincia dell’Aquila è interessante per diverse ragioni: la densità di popolazione è molto più bassa rispetto alle altre province – si pensi che la densità media è di 59 ab per km/q rispetto all’area di Pescara che arriva a 160 – e questo è un indicatore della potenzialità del numero di contatti che un cittadino può avere. Un indicatore parziale, però: come detto, le circostanze legate alla esplosione di focolai epidemici locali hanno avuto un ruolo significativo”.
Si pensi alla provincia di Teramo: “non ho conoscenza specifica della numerosità di casi riscontrati all’Ospedale Mazzini, di certo la zona rossa ha inciso in termini di incremento sostanziale dei contagi; se guardiamo i dati, si noterà certamente una impennata brusca dei casi che ha portato la curva quasi a livelli di esponenzialità nell’arco di 4-5 giorni consecutivi; per fortuna, ora è tornata a riprendere un andamento simile alle altre province. Tuttavia, ci sarà un incremento di casi ancora significativo e impattante sul sistema sanitario”.
Un segnale di speranza arriva dall’analisi dei grafici che dimostrano come, all’aumento del numeri dei tamponi, diminuisca il numero dei contagiati: “possiamo notare chiaramente come la nostra curva dei dati reali abbandoni ad un certo momento, 5-6 giorni fa, il modello esponenziale tendendo all’appiattimento; i contagi continuano a crescere ma su un modello che va lentamente verso un plateau. E’ troppo presto per stabilire se c’è un trend deciso, tuttavia una serie di 4 giorni consecutivi che si collocano su un ordine di grandezza di decine di nuovi casi e non di centinaia mi sembra interessante dal punto di vista epidemiologico”.