Giovedì, 03 Aprile 2014 17:22

Sulmona, spunta un'altra truffa nei lavori della scuola "De Nino-Morandi"

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Spunta un'altra ipotesi di truffa nella vicenda dei lavori di messa in sicurezza dell'istituto scolastico “De Nino – Morandi” di Sulmona (L'Aquila). L'edificio scolastico della città peligna era già balzato agli onori delle cronache nei mesi scorsi, a causa della denuncia dell'imprenditore di Vasto (Chieti) Massimo Tomeo, che aveva accusato l'associazione temporanea di imprese (ati) vincitrice dell'appalto per i lavori – composta dalla Fin Fiselli Infrastrutture e dalla Cosman Srl – di non avere adeguatamente retribuito la ditta di cui è proprietario, realizzatrice in subappalto dei lavori strutturali alla scuola.

La Provincia dell'Aquila aveva affidato all'ati i lavori di messa in sicurezza nell'istituto scolastico "De Nino-Morandi" di Sulmona. Con la sua impresa, Tomeo aveva eseguito delle opere in subappalto. Poi, il contenzioso. L'imprenditore si era rifiutato di sottoscrivere la contabilità di cantiere predisposta dalla società appaltatrice, nella quale venivano riportate somme sensibilmente inferiori rispetto alle lavorazioni realmente realizzate dalla sua impresa, ed aveva emesso i documenti fiscali contenenti le prestazioni e gli importi effettivamente dovuti. Poi, aveva tentato di denunciare in Provincia quanto stava accadendo. Senza risultato.

A gennaio, Tomei si era anche barricato negli uffici di Antonio Del Corvo, presidente della Provincia dell'Aquila, ente proprietario dello stabile e stazione appaltante. Nel frattempo, la Procura dell'Aquila aveva aperto il fascicolo e la Guardia di Finanza ha disposto un sequestro di 250mila euro a carico della Fin.

Oggi raccogliamo la denuncia di un altro imprenditore, titolare dell'impresa che ha realizzato l'impianto elettrico del “De Nino – Morandi” di Sulmona. L'imprenditore ha stipulato con l'ati il contratto di subappalto nell'estate del 2012, che prevedeva l'obbligo di riconsegna delle opere entro la prima settimana di ottobre, in concomitanza con l'inizio dell'anno scolastico. L'impresa ha realizzato l'impianto entro i termini stabiliti, con lavori per un ammontare di circa 80mila euro.

La Provincia dell'Aquila – come nel caso di Tomeo – eroga il denaro relativo a tutti gli stati di avanzamento lavori (sal) all'ati appaltatrice, che però non li gira all'impresa subappaltatrice. Così, alla scadenza delle fatture (dicembre 2012) l'impresa non ha ancora percepito gli 80mila euro. A quel punto inizia una battaglia della ditta, la quale, dopo vari solleciti nei confronti della Fin, viene a conoscenza anche della storia di Massimo Tomeo: "Fino allo scorso settembre abbiamo avuto incontri e riunioni con la Provincia – ci racconta l'imprenditore – dopo la perizia tecnica e quella statica l'Ente ha anche prodotto dei documenti che riconoscono un valore degli impianti per circa 90mila euro, 10mila in più rispetto a quelli che l'ati ci aveva riconosciuto e che ancora non riceviamo".

L'impresa che ha realizzato l'impianto elettrico della scuola ancora non ha ottenuto un euro da quel subappalto. Oltre al danno, anche la beffa: "Siamo stati chiamati dall'impresa nel momento in cui si stava realizzando la variante del progetto all'impianto – afferma l'imprenditore a NewsTown – ma la Provincia ha rescisso il contratto con la ditta appaltatrice prima di approvare le varianti. Così, nella rendicontazione non figuriamo tra i subappaltatori".

E' questa la contraddizione della Provincia dell'Aquila: l'Ente verifica, con un collaudo statico, lo stato dell'opera e certifica che sono stati effettivamente realizzati gli impianti. Prima del collaudo, però, rescinde il contratto con la ditta appaltatrice e, dunque, l'impresa subappaltatrice non risulta come effettiva realizzatrice degli interventi.

"La Provincia non ha mai chiesto le liberatorie ai subappaltatori, come da legge - sottolinea l'imprenditore - ma ha semplicemente pagato i sal relativi all'appalto. Ha sbagliato, fidandosi ciecamente dell'impresa appaltatrice. Abbiamo subito il danno dalla ditta e la beffa dalla Provincia, che ora probabilmente non dispone delle somme disponibili necessarie al pagamento dei nostri lavori, o di quelli di Tomeo".

Le varianti in corso d'opera non sono state approvate perché, nel frattempo, era stato sciolto il contratto. Perciò, la Provincia dell'Aquila – nonostante riconosca un lavoro corrispondente all'importo di 90mila euro – non è a conoscenza dell'impresa che ha realizzato l'impianto elettrico in subappalto.

E' grave l'inadempienza dell'ente presieduto da Del Corvo: per legge, infatti, la Provincia deve verificare tutti i subappaltatori. Inoltre, il responsabile unico del procedimento (rup) dovrebbe fare tutte le verifiche in cantiere, dello stato di avanzamento dei lavori e della documentazione ai subappaltatori. Verificare, insomma, se i subappaltatori sono stati pagati.

Le mancanze dei dirigenti della Provincia hanno portato, nel gennaio scorso, a due avvisi di garanzia, per Emilio Pacella (rup dell'appalto) e Valter Specchio, direttore generale pro-tempore della provincia e già arrestato il 3 dicembre 2012 nell’ambito di un’altra indagine della procura su appalti per la messa in sicurezza di alcune scuole superiori del cratere sismico.

Ultima modifica il Venerdì, 04 Aprile 2014 18:56

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