In Abruzzo, dall'inizio dell'emergenza, sono stati registrati 2274 casi positivi al Covid 19, diagnosticati dai test eseguiti nel laboratorio di riferimento regionale di Pescara, dall'Istituto Zooprofilattico di Teramo e dall'Università di Chieti: 229 si riferiscono alla Asl Avezzano-Sulmona-L'Aquila (+1 rispetto a ieri), 469 alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti (invariato), 971 alla Asl di Pescara (+24) e 605 alla Asl di Teramo (+4).
Rispetto a ieri si registra un aumento di 29 casi, su un totale di 848 tamponi analizzati (3.4 per cento di positivi sul totale). Nella giornata di ieri (14 aprile) i positivi erano stati 32, su un totale di 985 tamponi (3.2 per cento).
341 pazienti (-4 rispetto a ieri) sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva (48 in provincia dell'Aquila, 92 in provincia di Chieti, 128 in provincia di Pescara e 73 in provincia di Teramo), 44 (-8 rispetto a ieri) in terapia intensiva (13 in provincia dell'Aquila, 11 in provincia di Chieti, 12 in provincia di Pescara e 8 in provincia di Teramo), mentre gli altri 1425 (+22 rispetto a ieri) sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl (120 in provincia dell'Aquila, 274 in provincia di Chieti, 618 in provincia di Pescara e 413 in provincia di Teramo).
Nel numero dei casi positivi sono compresi anche 240 pazienti deceduti (+8 rispetto a ieri): i nuovi decessi (alcuni dei quali avvenuti nei giorni scorsi, ma la cui positività al virus è arrivata oggi) riguardano un 76enne e un 61enne di Montesilvano, una 85enne di Spoltore, una 94enne e un 86enne di Pescara, un 71enne di Giulianova, un 64enne di Atri e un 91enne di Atessa (spetterà in ogni caso all'Istituto Superiore di sanità attribuire le morti al Coronavirus, in quanto si tratta di persone che potrebbero già essere state affette da patologie pregresse); 224 guariti (+11 rispetto a ieri, di cui 181 che da sintomatici con manifestazioni cliniche associate al Covid 19, sono diventati asintomatici e 43 che hanno cioè risolto i sintomi dell'infezione e sono risultati negativi in due test consecutivi).
Dall'inizio dell'emergenza Coronavirus, sono stati eseguiti complessivamente 22500 test, di cui 15962 sono risultati negativi. La differenza tra il numero dei test eseguiti e gli esiti, è legato al fatto che più test vengono effettuati sullo stesso paziente. Nel totale viene considerato anche il numero degli esami presi in carico e tuttora in corso.
Lo comunica il Servizio Prevenzione e Tutela della Salute dell'Assessorato regionale alla Sanità.
Focus sui dati della mortalità in Abruzzo
Fino a ieri i decessi di pazienti positivi al virus erano stati 232, di cui 76 donne e 156 uomini.
La percentuale dei deceduti, sul totale dei casi positivi (che sono 2245), è pari al 10.3 per cento. Un dato inferiore di 2.5 punti percentuali della media nazionale, che è pari al 12.9 per cento. L’incidenza della mortalità in Abruzzo è inferiore anche a quella di altre regioni con popolazione simile: Liguria (13.6 per cento) e Marche (13.4), mentre risulta superiore a Friuli Venezia Giulia (8.2 per cento) e Trentino-Alto Adige (9.3).
L’età media delle vittime di sesso femminile è di 80 anni, che scende a 75 per gli uomini. La media nazionale, indistinta per sesso, è pari a 78 anni. Il più giovane dei deceduti aveva 38 anni, la più anziana 99.
Tra i deceduti, 18 sono di età inferiore a 60 anni, 43 di età compresa tra i 60 e i 70 anni, 65 di età compresa tra i 70 e gli 80 anni, 77 di età compresa tra gli 80 e i 90 anni, mentre 29 avevano oltre 90 anni.
Dei 232 decessi, 20 fanno riferimento alla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, 48 alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti, 98 alla Asl di Pescara e 66 alla Asl di Teramo.
A incidere sulla mortalità in Abruzzo concorrono anche una serie di altre concause: quasi un quarto della popolazione residente è composta da over 65, con un indice di vecchiaia regionale pari a 191.8 (vale a dire che ogni 100 ragazzi under 14, ci sono quasi 192 anziani). Pazienti più anziani significa anche l’incidenza di più patologie sullo stesso paziente (soprattutto diabete e malattie cardiovascolari), che – associate all’età - aumentano il rischio di complicazioni legate al Covid. Va precisato che nelle strutture ospedaliere abruzzesi, l’andamento epidemiologico ha consentito il ricovero (anche in terapia intensiva) per tutti i pazienti le cui condizioni cliniche rendessero necessaria l’ospedalizzazione.