"Lunedì 4 maggio, su decisione del Governo, inizierà la tanto attesa 'Fase 2' dell’emergenza da Covid-2019, con la riapertura di alcune attività economiche, il che comporterà il ritorno al lavoro di alcune categorie di lavoratori. Nel periodo del lockdown TUA, a causa della riduzione drastica dei flussi di viaggiatori, ha ridotto a 3 le corse in andata e a 3 le corse di ritorno sulla tratta autostradale L'Aquila-Roma. Nel frattempo, i vettori privati che operavano sulla tratta – che, lo ricordiamo, alcuni mesi fa la Regione Abruzzo ha trasformato in 'commerciale' – hanno eliminato tutte le corse Aq-Rm da loro gestite. Nel dibattito regionale e locale sulla cosiddetta 'Fase 2', l’argomento del ripristino di almeno una parte delle corse soppresse, non è stato toccato né posto da nessuno".
A dirlo è il Comitato dei Pendolari L'Aquila-Roma che denuncia di non essere mai stato coinvolto o ascoltato in questa fase. "Il 29 aprile scorso, il Presidente di TUA Gianfranco Giuliante ha comunicato che, alla luce delle Linee guida del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in materia di tutela sanitaria e di contenimento del contagio da Covid-19, su ciascun pullman di TUA in servizio sull’autostrada L'Aquila-Roma sarà possibile viaggiare solo per un massimo di 12 persone. Nulla ha dichiarato in tema di riattivazione di corse soppresse".
Questa mattina, sabato 2 maggio, molti pendolari hanno cercato di avere informazioni da TUA per la prossima settimana, telefonicamente e via email, ma non hanno avuto risposta. "Sul sito web di TUA questa mattina abbiamo verificato che:
- a partire da lunedì 4 maggio, giorno di avvio della 'Fase 2', il numero di 3+3 corse resta invariato: l’unica del primo mattino parte dall’Aquila alle 5:30 (la successiva alle 10:30), l’ultima della sera da Roma parte alle 17:15;
- sull’unica corsa del mattino utile per chi dall’Aquila debba raggiungere il posto di lavoro a Roma, lunedi 4 maggio non risulta più neanche un posto disponibile;
- non ci sono comunicati per gli utenti sulla drastica limitazione dei posti disponibili su ciascuna corsa né sull’eventuale ripristino di corse.
Stando così le cose, vuol dire che dalla prossima settimana, con il mezzo pubblico, potranno tornare al lavoro, a Roma, al massimo 12 persone, sempre che il pomeriggio le stesse possano lasciare il posto di lavoro in orario utile per riprendere la corsa per L’Aquila delle 17:15, l’ultima della giornata".
Tutti gli altri dovranno fare uso dell’automobile, non avendo L’Aquila, come è noto, alternative di collegamento con la capitale. "Ci rendiamo conto dell’importanza delle misure sanitarie per il distanziamento fisico dei viaggiatori - ribadiscono i pendolari - questa situazione è inaccettabile, perché crea oggettive difficoltà organizzative ed economiche e mette seriamente a rischio il lavoro, bene quanto mai prezioso in questa emergenza sociale ed economica, oltre che diritto costituzionalmente da preservare e tutelare. Chiediamo alla Regione Abruzzo di voler comunicare, con la massima urgenza, se, quando e come intende intervenire per assicurare un adeguato numero di corse e di posti per quanti devono recarsi a Roma per motivi di lavoro. Siamo disponibili fin da subito a dare ogni contributo e a partecipare a un eventuale tavolo tecnico su questi temi".
Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario del circolo cittadino di Sinistra Italiana, Pierluigi Iannarelli: "Ci troviamo nella fase della ripartenza e a questo punto non è più procrastinabile da parte di Tua e Regione Abruzzo una presa di posizione che confermi l’offerta delle corse della tratta L’Aquila-Roma ai valori stabiliti fino al lockdown. Una ripresa completa del servizio è l’unica strada praticabile e utile ad assicurare il più possibile il necessario distanziamento sociale sui mezzi di trasporto e a garantire la successiva ripresa del settore stesso, se vogliamo che resti una funzione indispensabile per tutti i soggetti coinvolti".
Altre proposte fantasiose, l'affondo di Iannarelli, ancorché di dubbia realizzabilità, "sortiscono come effetto la distrazione dall’unico obiettivo utile e sensato, che è il pronto ritorno al 100% del servizio. Non possiamo che sostenere pertanto le legittime richieste dei singoli pendolari e del Comitato che li rappresenta, che necessitano di risposte concrete in tempi brevi, tenuto conto che al momento la maggior parte di loro sta viaggiando con la propria autovettura, con un notevole sforzo economico in un momento non certo facile anche sotto l’aspetto finanziario. Proprio per questo paventate e irreali rilevazioni delle presenze nelle giornate del 4, 5 e 6 maggio non sarebbero ovviamente veritiere delle effettive necessità dell’utenza".
Ci sono, tuttavia, evidenti difficoltà per l'azienda del trasporto pubblico regionale non ancora risolte. "Si preconizza che in tanti potrebbero tornare ad usare i mezzi di trasporto pubblico. L’Inail sottolinea che l’intero TPL 'deve essere considerato un contesto di aggregazione medio/alto con possibilità di rischio alto nelle ore di maggior frequenza'. Tutto ciò presuppone di affrontare il correlato problema delle responsabilità", sottolinea il presidente di Tua Giuliante.
"Ce ne sono di soggettive, proprie dell’azienda, che deve adeguarsi a ciò che le compete: sanificazione, mascherine, gel, autista separato; ce ne sono di oggettive che, diciamo subito, la Tua non intende assumersi. Il necessario distanziamento sociale presuppone che tra ogni utente ci sia un metro di distanza. Il cerchio di un metro per ciascuno fa sì che ogni utente occupi 3,14 metri quadri (ce la ricordiamo la geometria? Area del cerchio raggio per raggio per 3,14). Un autobus ha fruibili dai 30 ai 35 metri quadri. Il calcolo è facile: circa 12 persone per corsa. E gli altri? Chi controlla i possibili e quasi certi trasgressori? Non certo il personale Tua che non ha lo status giuridico per impedire e/o sanzionare un comportamento anomalo e poi rischierebbe una sovraesposizione al contagio muovendosi e baccagliando tra soggetti che non vogliono adeguarsi alle disposizioni di legge; sicuramente non le Forze dell’Ordine, che avrebbero lo stato giuridico per sanzionare, ma che se utilizzate per questo finirebbero per non svolgere le mansioni ordinarie".
Quindi? "La nostra richiesta di un ridisegno complessivo del sistema con diluzioni di orario (fabbriche), percorsi privilegiati per autobus (comuni) si è ad oggi scontrato con ritardi nelle risposte e/o pigrizie circa la volontà di ripensarsi", l'affondo di Giuliante. "Questo, attualmente, lo stato dell’arte. Aspettiamo con preoccupazione 'il 4' (speriamo naturalmente di sbagliare). Ma su un dato abbiamo certezza: al caos non si potrà rispondere a caso. Il numero degli autobus è finito, il numero delle utenze è superiore alla capienza imposta, molti rimarranno a piedi con possibilità di assembramenti diffusi e con conseguenze non auspicabili. Speriamo effettivamente ci siano mascherine per tutti. Per l’intanto, alle nostre gare a 0,5 centesimi a mascherina, ad oggi, non ha ancora risposto nessuno. Se all’emergenza sanitaria e a quella finanziaria si somma il timore che le nuove regole non siano efficaci, la ripartenza rischia di far implodere il sistema".